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  • Di Vindice (---.---.---.225) 28 settembre 2012 23:35

    L’unica voce fuori da un coro stonato è stata quella di Vittorio Feltri che sul caso Sallusti "assolve" i giudici e condanna invece la politica(tutta),unica responsabile della pesante sanzione inflitta al direttore del"Giornale".Ed è così,perchè i giudici sono chiamati ad applicare la legge e fino a quando una norma penale è nel codice di rito,chiunque la violi ne paga le conseguenze.Non sono bastati sessant’anni di storia parlamentare per cancellare la pena detentiva prevista per il reato di diffamazione a mezzo stampa,ed ora il solito coro di politicanti pretende di prendersela con i giudici. E’un assurdo logico,per non dire che è marchiana malafede.Quanto invece ai fatti,e quindi al merito della vicenda,è ridicolo parlare d’altro,per non dire che un conto è esprimere il proprio pensiero,altra cosa è diffamare qualcuno,ed è questo il reato addebitato a Sallusti. Ma Sallusti non ha commesso alcun reato,ha però consentito la pubblicazione di un articolo palesemente diffamatorio e per giunta fondato su una notizia falsa.A fare chiarezza ha dovuto pensarci Feltri che ha pubblicamente rivelato nome e cognome del vero autore del "pezzo"incriminato.E allora costui,che non è un giornalista,anzi non lo è più,è uscito dall’ombra e si è dichiarato moralmente e giuridicamente responsabile.Lo ha fatto dal suo seggio di Montecitorio,perchè il personaggio in questione,decaduto dalla professione di giornalista,è divenuto il deputato Renato Farina.Sallusti non doveva consentire la pubblicazione di un articolo,non solo diffamatorio,ma per giunta scritto da un estraneo alla cayegoria dei giornalisti.Ergo,la responsabilità penale di Sallusti è piena,ed è perciò improprio,oltre che ridicolo,qualunque altro arzigogolo. Piuttosto ci si affretti a modificare l’art.595 del C.P.,perchè il caso Sallusti non è isolato, ed altri se ne possono verificare.Vuol dire che chi continuerà a ritenere che l’ingiuria grave è un reato di opinione,non andrà in galera,ma ne risponderà con la propria tasca. Va detto però che depenalizzare una norma sicuramente eccessiva non può portare alla aberrazione che basta pagare per poter dire o scrivere ciò che si vuole,contro chiunque.E’ giusto che un giornale appoggi la parte politica nella quale si riconosce,altra cosa è infangare chi la pensa diversamente,fino a commettere gravi reati. Il giornalista ha da difendre la deontologia professionale e quindi non può comportarsi come certi politici che fanno di tutto per rendersi indegni del ruolo istituzionale che ricoprono. Ciò che però mortifica il buon senso,prima ancora che lo Stato di diritto è che per i politici il codice penale è come se non esistesse. Il politico può vilipendere il Capo dello Stato,può attaccare le istituzioni,può ingiuriare un giudice,ed ha solo espresso un’opinione oppure ogni sua esternazione è considerata normale dialettica politica. E seppure dalle parole si passa a fatti penalmente rilevanti,c’è l’immunità parlamentare,si scrivono certe leggi che manipolano abilmente le norme penali,e in definitiva è il tempo che si incarica di amministrare la giustizia. I giornalisti siano fieri di non avere questi vergognosi privilegi ed usino la penna per raccontare ciò che accade nella società,non per scrivere che un giudice meriterebbe il patibolo. La politica è finita male,il Paese è messo peggio.
    Salviamo almeno qualcosa.

  • Di Vindice (---.---.---.69) 17 luglio 2012 01:15

    Si è appena riaffacciato in pubblico,dopo il suo novembre nero dello scorso anno,e ha già rimediato un clamoroso flop internazionale.E’ il Berlusconi di sempre, ormai noto alle cronache di mezzo mondo,e non si può pensare che l’uomo cambi da vecchio.Egli però crede di essere comunque un vincente dispensando clamorose bufale, per negarle subito dopo,cioè è uno che vive di bugie,come ebbe a dire Indro Montanelli.Berlusconi non è un politico,ma gli è servita la politica per non essere travolto da imprenditore,e della politica ha ancora bisogno per uscire indenne da una crisi economica epocale e per difendersi dalla giustizia con cui evidentemente ha ancora dei conti in sospeso.Forza Italia prima,e il PDL poi,gli hanno permesso di proteggere le sue aziende e di difendersi dai processi,ma ora il giocattolo si è rotto e del PDL sono rimasti pezzi sgangherati che Berlusconi non riesce più ad assiemare.
    Le elezioni si avvicinano e tutti i sondaggi danno il PDL in caduta libera,il che significa che dalle urne potrebbe uscire una quota di consensi pari ad un modesto numero di parlamentari e quindi Berlusconi si ritroverebbe senza più voce,cosa che egli non accetta nè come uomo che ama stare in prima fila,e meno che mai perchè sa che non sarebbe più in grado di orientare a suo favore la mano del legislatore.Non è più il tempo per un nuovo predellino,ma serve una scossa e Berlusconi la individua nel ritorno a Forza Italia di cui qualcuno nel PDL ancora ha nostalgia.Non perde tempo il cavaliere e consegna la trovata alla stampa tedesca,non facendosi sfuggire l’occasione per declamare anche qualche suavecchia litania.Purtroppo per lui è andata male,perchè a sostenere il progetto ci sono solo pochi intimi,forse soltanto Cicchitto,Alfano e la Santanchè,mentre i resti del PDL gli si parano ferocemente contro.Smentire,anzi accusare il giornale tedesco di aver capito male,è il gioco nel quale Berlusconi è maestro,ma gli è andata male perchè il giornale tedesco ha confermato in toto l’intervista,smentendo pure che il cavaliere intrattenga cordiali rapporti con la Merkel con la quale non ha più alcun contatto da quando ha lasciato Palazzo Chigi.
    A completare il clamoroso flop ci si è messo anche il deputato Crosetto che richiesto da Corradino Mineo se ritenesse opportune le dimissioni della Minetti ha laconicamente risposto che per quanto lo riguarda è lunga la lista di quelli che devono dimettersi dal PDL.
    Si tratta ora di vedere se il cavaliere abbia qualche altro coniglio da estrarre dal cilindro,ma se pensa di farlo alla sua maniera e con l’appoggio dei pochi"plauditores"che gli sono rimasti,non ci sono prospettive,se non quella malaugurata di aumentare la bagarre in un quadro politico già troppo sgangherato e privo di credibilità interna ed internazionale.
    Berlusconi però non se ne dà per inteso perchè non capisce che se il Paese affondasse,ne sarebbe travolto anche lui,avesse o meno in mano la guida del Governo.Stiamo lottando con i denti per uscire dalle secche e non possiamo permetterci di ripresentare sugli scenari internazionali un personaggio la cui agenda politica(si fa per dire!) contiene solo velenose invettive contro le istituzioni e barzellette quasi sempre di pessimo gusto.
    E’ perciò fuori dal tempo che Alfano e compagni sostengano una candidatura impossibile cercando di ripulirla con le dimissioni della Minetti.Berlusconi ha definito incapaci questi signori,le persone di buon senso li ritengono irresponsabili.

  • Di Vindice (---.---.---.39) 12 luglio 2012 15:43

    La ridda di esternazioni fatte da Berlusconi,una contraria all’altra,non destano stupore e confermano la sua nota abitudine di negare oggi ciò che ha detto ieri,salvo poi inventarsi una nuova trovata domani. Non è un caso che ad annunciarlo sia stato incaricato proprio Alfano, a dimostrazione del fatto che la investitura del buon Angelino a segretario politico del PDL fu soltanto una farsa,come tutti avevano capito,e che lo scettro rimaneva saldamente nelle mani del monarca. Alfano non ha il quid,ebbe a dire il cavaliere,per far sapere ai suoi e agli elettori del PDLche Alfano è soltanto il suo segretario privato. E’ il Berlusconi di sempre,ben conosciuto entro le mura patrie e tristemente noto all’estero. Dispiace per Alfano cui non si addice certamente la livrea,ma è una sua libera scelta. Il possibile ritorno del cavaliere fa sghignazzare la Santanchè,se ne beano i direttori del"Giornale" e di "Libero",gongola Giuliano Ferrara,ma non sembra che nel PDL vi sia un generale entusiasmo,mentre Maroni,neo segretario della Lega,ironizza sulla discesa in campo e pensa a San Siro.Il che significa che che la Lega non rinnoverebbe l’alleanza con il PDL con Berlusconi di nuovo in sella, non lo farebbe Casini per la stessa ragione,per cui trovare alleanze è impresa ardua per il cavaliere. Ma la politica,anzi ciò che di essa resta,è invereconda per antonomasia e quindi può accadere di tutto,anche che l’elettorato tributi a Berlusconi un nuovo trionfo se la gente preferisce che si cancelli l’imu e si riducano le intercettazioni telefoniche,uniche e fragili leve di cui Berlusconi dispone e con le quali il cavaliere è quasi sicuro di attrarre le masse,purtroppo ignare o incuranti che il quasi ventennio berlusconiano, sommato ai precedenti decenni di allegra finanza,hanno sfasciato il Paese.Il governo Monti non è certamente l’optimum,ma è stata l’alternativa obbligata per evitare di finire nel baratro.Se ne avvide lo stesso Berlusconi che fu costretto a lasciare per tutelare la propria ghirba.Altro che senso di responsabilità!
    Non casualmente Mario Monti ha parlato chiaro, ammonendo che la buriana non è ancora passata,ha ricordato che l’Italia con la credibilità internazionale aveva perduto anche quel minimo di rispetto di cui pure gode qualunque altro Paese del globo terraqueo,subendo addirittura che il suo primo ministro fosse umiliato e deriso.Ma evidentemente Silvio Berlusconi mette nel conto anche gli sberleffi se dovesse essere rieletto alla guida del Governo italiano. Ma per fortuna non è lui che può decidere,devono farlo i cittadini i quali dovrebbero avere imparato la lezione per capire che le chiacchiere,i finti doni e le promesse al vento portano al malaugurato epilogo del fallimento.

  • Di Vindice (---.---.---.217) 18 marzo 2012 02:28

    La Cassazione è stata chiamata a decidere se fosse legittima la condotta del sindaco di Latina che ebbe a rifiutare la trascrizione nei registri di stato civile di quel Comune del matrimonio contratto all’estero tra due soggetti omosessuati.Si può discutere sulla motivazione addotta dal sindaco a sostegno del rifiuto solo per dire che l’ordine pubblico è minacciato purtroppo da ben altri eventi.Sulla sentenza della Suprema Corte-invece-se proprio si vuole aprire una discussione la si deve contenere rigorosamente nell’ambito del diritto,perchè è questo il solco entro il quale i giudici della legittimità hanno collocato la loro pronuncia.Ed infatti la Corte ha dichiarato non trascrivibile il matrimonio perchè nel nostro ordinamento non vi è una legge che lo consenta,ma ha giustamente ribadito che sono inviolabili i diritti,costituzionalmente protetti,tra cui è preminente il diritto di ogni cittadino di organizzare liberamente la propria vita,anche sotto il profilo del proprio orientamento sessuale.In altri termini si afferma il principio che la condizione di omosessuale non può privare il cittadino del godimento di ogni suo diritto,purchè nel rispetto della legge.In tale ottica giuristi ed operatori del diritto non possono che convergere sulla posizione espressa dalla Corte. Ma la sentenza ha già destato un certo scalpore,ed altre censure certamente non mancheranno da parte di quanti si ostinano a voler lucrare rendite di posizione con ottuse prediche sulla morale.E’ bene invece uscire dall’equivoco ed accettare una volta per tutte che i diritti civili si perdono soltanto in presenza di violazioni di norme di legge e non quando si sceglie di vivere liberamente la propria vita."Honeste vivere,neminem laedere" è un precetto cristiano che non osservano coloro che discriminano il diverso.Non è un peccato essere omosessuali,ma è certamente un peccatore l’omofobo.
    In definitiva non preoccupa la bufala della bomba atomica ipotizzata da Carlo Casini,quanto invece è indegno di un Paese civile che non si provveda a normare situazioni che, piaccia o meno, esistono e non possono essere ignorate con grave pregiudizio per le persone e per l’immagine stessa dello Stato.

  • Di Vindice (---.---.---.45) 5 novembre 2011 01:47

    E’ giusto e legittimo che chiunque possa cambiare idea in politica,come nel credo religioso e comunque in ogni altra abitudine di vita.Giuliano Ferrara non è uno sprovveduto,anzi è un giornalista dall’eloquio forbito e dalla penna scorrevole,è insomma un uomo di cultura. Se quindi egli da intellettuale ha ritenuto di dover rivedere il proprio originario percorso politico vissuto accanto all’indimenticato suo papà,avrà avuto le sue buone ragioni,e nessuno può pensare di contestarlo,o peggio dargli del trasformista,come con deprecabile faciloneria si usa oggidì accomunare coloro che cambiano un’idea,motivandone le ragioni,da rispettare, pur non condividendole,con quelli che invece praticano il trasformismo per bassi interessi di bottega.Tra costoro non si colloca Giuliano Ferrara che anche nella nuova pelle svolge un giornalismo assai spesso duro e pungente contro gli avversari della sua attuale parte politica,ma non per questo privo di lucidità ed acume. C’è un aspetto però sul quale non si può essere d’accordo con Giuliano Ferrara ed è che egli non si rende conto che la difesa ad ogni costo del Governo in carica,e soprattutto di Silvio Berlusconi, ormai non è più proponibile se poi il consesso internazionale riserva al nostro Paese ed a chi lo rappresenta addirittura lo sberleffo.Nè può Ferrara invocare a gran voce che Berlusconi torni ad essere quello del 1994,perchè quel Berlusconi non era diverso dall’attuale,ben note essendo le ragioni per cui egli volle conquistare il potere che ora sta difendendo con i denti,travolto dagli eventi da lui stesso scatenati. A ricomporre un quadro andato in frantumi non bastano Sallusti e Belpietro,non bastano gli editoriali dell’ "elefantino",non basta Radio Londra,non basterà che Ferrara prenda il posto di Santoro per cimentarsi in un "esame" che si preannuncia difficilissimo.
    Le idee sono sempre da rispettare,altra cosa sono i fatti,e quelli che accadono non sono esaltanti,per cui a volerli commentare diversamente dalla realtà è impresa impossibile e difendere chi li provoca significa soltanto rimetterci la faccia. (vindice)


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