• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Quello che è successo il 15 ottobre è stato bello. Perché è stato (...)

Quello che è successo il 15 ottobre è stato bello. Perché è stato vero

Guardiamo alle immagini del '68 con ammirazione. Ci sentiamo nostalgici di storie che non abbiamo vissuto. Vediamo scontri epici, anche in altre epoche e latitudini, e applaudiamo a chi ebbe il coraggio di dire no. Cosa ci affascina di quelle foto? L'unità della protesta. Il coraggio di finire dentro, o all'ospedale, per un'idea. La potenza, insomma, della lotta. Poi, succede l'altro ieri e ce la facciamo sotto. Anche solo di guardare.

Prima che qualcuno pensi che sto giustificando la violenza facciamo un patto: chi non riesce ad accettare la semplice equazione che tentare di interpretare un fenomeno non significhi avallarlo si fermi qui. Se c'è qualcuno capace di levarsi le dita dalla faccia, insieme a chi crede che nel mondo bisogna convivere con violenti, stupratori, pedofili, mafiosi e massoni, può proseguire.
 
Perché dirò una cosa pessima: quello che è accaduto il 15 ottobre a Roma è stato bello. Bello, per me, sta per vero. Non mi piacciono le dietrologie e le culture del sospetto: perciò ripudio il dubbio che i nerovestiti fossero infiltrati. Siamo chiamati a giudicare ciò che vediamo, quelli che colgono solo macchinazioni continuino a leggere Dan Brown e lascino stare la realtà. A Napoli, marzo 2001, io ero in piazza ed erano in tanti a spaccare le vetrine. Noi più tranquilli non è che condividessimo, ma non lo trovavamo scandaloso. Per magia, nel giro di quattro mesi, le vicende genovesi li fecero assurgere al ruolo di Black Bloc. Pagati dallo Stato, amici dei poliziotti e dei servizi deviati. Demoni, insomma. O fantasmi, presto riportati in auge sabato scorso. Sono i nomi che si danno alle cose, la loro rovina. Le semplificazioni, e non solo quelle mediatiche. Sono le formule per calmare la gente.
 
Allora calmiamoci tutti: quei ragazzi in nero sono nipoti di chi lanciava molotov negli anni settanta e fratelli minori di chi sfilava a Genova dieci anni fa. Nutrono odio per gli evidenti squilibri della nostra vita. Alla violenza di chi ti leva soldi per darli a corruttori e finanzieri rispondono guastandoti la festa. Molti di noi, davanti alle illegalità dei politici, promettono di scendere in piazza con le mazze. Loro lo fanno. Sono tutti degli spostati, dei rifiuti sociali, dei paria? Spesso dietro quelle mazze si nascondono anche degli intellettuali. Gli anni di piombo ci hanno regalato una classe pensante seguitissima, anche adesso. E loro non si limitavano a picchiare. Perché questa non può esprimere niente di buono? Ma le mie sono solo immagini, ventagli di ipotesi. So bene che nelle frange dei rivoltosi si nascondono teppisti e disadattati. E allora, li mettiamo al muro? Quale cultura non dico di sinistra ma libertaria può respingere la comprensione di un fenomeno di emarginazione qualsiasi esso sia, dalla camorra alla violenza di stadio passando per i barricaderi?
 
Cosa possiamo permetterci di reprimere e azzerare può dirlo solo un servo alla Sallusti, che ieri mattina ad Agorà faceva di tutta l'erba un fascio (sic) accomunando la violenza all'essenza stessa della manifestazione. (Caro direttore, esistono tante sfumature dei problemi e solo chi ha paura di vivere gira la faccia dall'altra parte. L'evoluzione della mente e dell'animo umani - è più forte di noi, è l'intelligenza - ci impongono di tentare di decifrare tutto. Tollerandolo, anche in certi casi limite come il suo).
 
La vita: chi cammina e sorride, chi urla la rabbia, chi la trasforma in un pugno. Facile che un ragazzo di buona famiglia sia più incline alla tolleranza e uno delle periferie, cresciuto a bruttezza, la metta sul piano fisico. E non per questo merita la dannazione, ma risposte. Sennò torniamo alla pena di morte e al reato di espressione senza perdere più tempo. La violenza espressa sabato era vera. Ed è servita anche a diversi miracoli: persino le forze dell'ordine e politici di destra hanno fatto, prima volta nella storia e Sallusti a parte, dei distinguo. Sono salutari smottamenti della comprensione. Sono crescite: si può arrivare al direttore della Banca d'Italia che comprende il fenomeno e sta dalla parte di chi contesta. Perché bisogna dirlo, sabato a Roma sono successe tante cose buone. A vari livelli. Se la stampa ne parla male fa nulla. Come volete che ne parlasse quarant'anni fa?
 
Nel terreno della ricerca di cause tutti trovano posto. Si autoesclude chi spegne la testa: là, davvero, ci vuole olio di ricino per il suo pensiero stitico.

Commenti all'articolo

  • Di Giuseppe Riccardi (---.---.---.19) 19 ottobre 2011 11:30
    Giuseppe Riccardi

    Quello che hai scritto, non ti offendere, mi sembra semplicemente delirante...scusa la franchezza. Niente di personale, ovviamente. Ma a certe considerazioni anche condivisibili ne fai seguire altre assolutamente incoerenti con quelle. Il tutto in una confusione d’insieme di cui francamente non vedo la dritta. Non capisco dove vuoi arrivare, non ne seguo la logica di certi tuoi passaggi e, a essere sincero, probabilmente non ho nemmeno più di tanto capito cosa volessi realmente dire. Forse è un problema mio, un mio limite, forse no...

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.253) 19 ottobre 2011 11:38
    Damiano Mazzotti

    E t’incazzi col tuo vicino se i politici non sanno fare il loro lavoro? I danni li pagheranno tutti i cittadini... mettetevi d’accordo e andate tutti a protestare davanti a casa di Berlusconi, ministri e sottosegretari se sapete usare il cervello

    Sapeteche il governo ha abolito l’Istituto per il Commercio Estero (www.ice.gov.it). Costava solo 80 milioni di euro e realizzava 340 miliardi di euro di contratti per le piccole, medie e grandi imprese (circa il 22 per cento del Pil italiano). La fonte è Massimiliano Di Pace, di "la Repubblica -Affari & Finanza, di lunedì 17 ottobre (p. 9).

  • Di Giovanni Chianelli (---.---.---.20) 19 ottobre 2011 12:21

    Non mi offendo, anzi. se scrivo una cosa che, opinioni a parte, considero forte mi auguro che ci siano reazioni. Volevo dire che all’interno di una grande massa di persone esistono molte sfumature, tutto qua. da quelli che distruggono a quelli che marciano pacificamente. e che all’interno della vasta area di opinione come quella che il movimento sta creando ci sono galassie di sfaccettature, fino alla destra che scende in piazza o che riesce, prima volta nella storia, a fare distinguo. sai cosa non accetto? il mettere la testa sotto la sabbia. lo stanno facendo in molti a sinistra per l’ansia di difendere l’immagine. ma presso chi? presso un’opinione pubblica che guarda la tv e che le analisi non le farà mai, o presso la classe politica per legittimare il dissenso? il dissenso non ha bisogno di giustificazioni: io sarei per le manifestazioni non autorizzate e ti giuro che in vita mia non ho fatto a botte neanche con un compagno delle elementari.

    • Di (---.---.---.30) 19 ottobre 2011 12:49

      Questi sono solo teppisti che sfruttano queste occasioni per sfogare la loro ira e fare a botte con la polizia.
      Comportamenti simili sono inammissibili in una societa’ civile e democratica - la liberta’ di espressione ha dei limiti quando si usa la violenza.

      La prima cosa da fare e’ reprimerli e punirli, poi e’ giusto parlare e cercare di capire il disagio sociale che porta a certe abberrazioni...ma prima troviamoli e passiamo chiaramente il messaggio che cosi’ non si puo’ fare.

    • Di Giuseppe Riccardi (---.---.---.19) 19 ottobre 2011 13:08
      Giuseppe Riccardi

      Guarda, non sono un hippy (non so nemmeno se lo abbia scritto correttamente), né un movimentista e non starei a cercare troppe ideologie dietro disordini urbani di teppisti non diversi da quelli che infestano gli stadi. Se cerchi nel web, puoi facilmente vedere come molti di questi sedicenti anarcoidi postano immagini di scontri di "black block" o di scontri tra tifoserie indifferentemente. Dicevo anarcoidi, perché gli anarchici, al contrario di quelli, mi sembrano una cosa seria, non liquidabile in termini di ordine pubblico. Quelli all’opera sabato scorso mi sembrano piuttosto spie di un disagio sociale e giovanile, che è reale, e in parte il manifestarsi di tempeste ormonali preadolescenziali, altrettanto reali. La giovane età di molti dei fermati lo dimostra. La galassia anarchica, per quanto ne so, anche per l’aver conosciuto qualche anarchico con buone letture, mi sembra avere poco a che fare con quello che è successo sabato scorso.
       Questa ricostruzione/comunicato sui fatti di sabato scorso ha l’aria di essere decisamente in linea con l’ideologia. Non so a che titolo parli l’estensore di questo documento, ma se fanno sul serio come sembrerebbe, ci sarà ben altro di cui preoccuparsi. Ognuno si faccia le proprie opinioni, ma chi scrive ha l’aria di sapere di cosa sta parlando...e ripeto, mi pare decisamente coerente con la loro ideologia.
      http://informarexresistere.fr/2011/10/17/lopinione-dei-black-block-se-cosi-volete-chiamarci/#axzz1bB7KD0qH
      Temo però un disegno, non una riedizione della strategia della tensione, ma un tentativo di sfruttare gli scontri per far accettare all’opinione pubblica forti restrizioni del diritto di scipero e di manifestazione, questo sì. Ti invito a riflettere sulle parole di Francesco Cossiga, http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=32976406
      E’ però un fatto che solo poche decine di poliziotti erano in piazza San Giovanni, le istituzioni, al contrario, erano ben presidiate. Questo confermerebbe la ricostruzione del comunicato sopra riportato. Una grave sottovalutazione? Un esito consapevolmente perseguito? La risposta a un piano ben più pericoloso di cui al Viminale erano al corrente? Ognuno faccia le sue valutazioni ma:
      1) Gli anarchici hanno fatto ben altro in passato.
      2) I Black block non sono i soli a non rifiutare la violenza come un mezzo legittimo per perseguire scopi politici. Scopi politici che non onestamente non vedo nelle macchine date alle fiamme.
      3) Molte erano le sigle di varie aree antagoniste presenti alla manifestazione
      4) Isolarsi con atti di teppismo non giova di certo alla loro causa. Sarebbe suicida anche nella loro logica

  • Di Giovanni Chianelli (---.---.---.20) 19 ottobre 2011 13:55

    quello che scrivi mi sembra piuttosto interessante. e ti ringrazio per l’interessante documento postato. hai ragione, è ben scritto ed è lucido. partirei proprio da questo: si scrive che il black bloc diffida il teppista, e che la prossima volta gliela farò pagare. abbiamo una catena a vari anelli, di cui quello del teppista mi sembra l’ultimo. salendo, lo dico solo per comodità di immagine, c’è il black reoconfesso. oggi in tivvù si parlava di una zona grigia, che sta a rappresentare quelli che sono scesi in piazza con intenti pacifici e poi si sono trovati a menare le mani. insomma, secondo me stiamo parlando di un organismo vivente. la sua legittimità, la sua linfa dico, nasce dalla complessità, sai che in piazza c’erano pure centri sociali di destra? e che facciamo, li spediamo a casa? la manifestazione nasce senza etichette, lo hanno dichiarato tutti. ci sono mille voci e tutte vanno ascoltate. persino quelle dei teppisti che, con te, anch’io equiparo agli ultras. ma se fanno succedere qualcosa vanno sentiti.
    in ultimo, condivido con te il ricordo della nobiltà degli anarchici.
    non so se questi di oggi sono così distanti dai Sacco e Vanzetti, magari ci impressiona esteticamente perchè quelli manifestavano in giacca e questi con abiti da giungla urbana. tra loro c’era, che ne so, Guido Dorso o Pinelli, mentre oggi sembra che non escano molti pensieri. oddio, il documento che hai postato lo smentisce, mi pare uscito da una penna non male. prima di dargli del criminale lo starei a sentire.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares