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Provincia di Crotone: basteranno i numeri di prestigio?

La Calabria, lentamente sta per sprofondare. La crisi la si sente a pelle, la si vive sulla propria esistenza, con vite ridotte al minimo, a causa di una miseria galoppante ed una disoccupazione da record dei primati. Crotone poi è una città avvitata su se stessa, con soldi che non circolano per mancanza di lavoro persino negli enti pubblici. Con un'azione plateale, il 26 novembre, il Presidente della Provincia, nonché sindaco del capoluogo Peppino Vallone, ha messo il lucchetto al portone d'ingresso dell'ente. La protesta vibrata è stata attuata per mandare a dire a Governo e Regione che bisogna risolvere il problema dei dipendenti che da tre mesi circa non vedono il becco di un quattrino.. Crotone annaspa.

Ad essere in una situazione simile non sono solo i dipendenti del settore pubblico, ma anche quelli dei trasporti e dei lavoratori socialmente utili, della vigilanza, che un giorno si sono svegliati e si sono ritrovati con una ramazza in mano. Una situazione paradossale da pura follia; che nonostante i dati di ripresa, qui indicano una ripresa da miseria nera. Eppure all'indomani della cancellazione delle province era stato annunciato un risparmio per le casse dello stato senza precedenti. Ora si capisce bene che il risparmio avrebbe comportato licenziamenti e mancanza di pagamenti di stipendi.

Risparmiare sulla vita delle persone è facile; è come prendere il pallone squartarlo e giocare una partita con la vittoria assicurata per chi detiene la palla in mano. Situazione ancora più critica se guardiamo il comparto della sanità. Crotone ha avuto da sempre un ospedale che è riuscito a curare residenti e popolazioni dell'entroterra, un vero fiore all'occhiello, in questa landa desolata; adesso riesce a garantire il minimo in quanto ridotto ad un avamposto di frontiera, con servizi al lumicino, grazie a tagli attuati a colpi di machete.

Se a questo aggiungiamo che siamo terra di sbarchi, mi chiedo come mai tanti scienziati non capiscano che l'ospedale per chi arriva su gommoni e carrette è indispensabile, quasi quanto l'aria che si respira. Tanti servizi sui migranti, tanta solidarietà sbandierata ai quattro venti, ma mai nessuno che abbia messo in relazione l'importanza di un nosocomio che andrebbe potenziato non certo tagliato, per rientrare dalle spese.

Con una situazione paradossale che oggi 30 novembre, ha fatto registrare il blocco della 106, mi chiedo cosa diventeremo in pochissimo tempo. Pezzi di territorio sprofondano ad ogni pioggia per via del dissesto idrogeologico. Qui dove il treno è solo un lontano ricordo e le strade ridotte a fangose mulattiere, siamo isolati e dimenticati isolano.

L'unica cosa per sopravvivere a tanto degrado umano e sociale è svegliarsi la mattina, sedersi sulla riva del mare e fare vaticini su come andrà la giornata. Siamo un'umanità allo sbando con tanti professori esperti d'economia che forse non hanno mai capito cosa siano i numeri e li trasformano "in numeri di magia" per avere la meglio loro stessi e gettare gli altri nello sconforto. Il Natale è sempre più vicino ma l'animo è rattristato. La luce della speranza bisogna fare in fretta a riaccenderla. 

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