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Prima casa: ritorna l’Irpef

Ritorna l’Irpef sulla prima casa, ecco uno dei tanti regali della manovra, che andrò via via a scovare.

Oltre la reintroduzione dei ticket sanitari, oltre il generale ribasso delle detrazioni fiscali, vengono colpite anche le abitazioni, qualunque esse siano, minuscole, piccole, grandi, un colpo trasversale impietoso.

Pensate che l’Irpef era stata abolita ben undici anni fa, per opera del governo Amato.

Oggi, grazie al maxiemendamento di conversione del decreto legge n.98/2011 - che prevede una riduzione “lineare” del 5 per cento nel 2013 e del 20 per cento dal 2014 dei regimi di esenzione, esclusioni e agevolazioni fiscali rilevati dalla commissione sulle “tax expenditures” – non ci ritroveremo più la deduzione integrale della rendita catastale dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e delle relative pertinenze, bensì la sua tassazione, su una base imponibile pari al venti per cento della rendita catastale.

Misure regressive ed inique, che vanno a colpire le famiglie, le tante famiglie che risultano essere proprietarie di una unità immobiliare, magari con una ipoteca di trenta o quarant’anni sulle spalle, dunque con un mutuo da pagare. E, visto la situazione particolarmente instabile dei mercati, è facilmente plausibile un andamento crescente dei tassi di interesse.

Gli esborsi di mantenimento della casa diventeranno sempre più onerosi, sempre più difficili da sostenere, le famiglie sono state lasciate sole.

Alla voce “evasione fiscale” invece, non viene data particolare importanza, anzi sembra proprio lasciata a se stessa, libera di crescere, ormai è stimata in 100 miliardi di euro l’anno, pari al doppio della media europea.

Come si dice, oltre il danno la beffa.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.138) 22 luglio 2011 08:33

    La reintroduzione dell’irpef sulla prima casa , salvo diverse disposizioni che al momento non ritrovo da nessuna parte , obbligherà milioni di proprietari , dipendenti pubblici o privati e pensionati , con solo reddito di lavoro dipendente o pensione , in quanto proprietari di abitazione , a presentare la dichiarazione dei redditi ,anche in assenza di spese sanitarie o altro da portare in detrazione .

    Fatti salvi coloro che sanno compilare l’Unico ( ritengo pochissimi ), la stragrande maggioranza dovrà andare dal commercialista o presso centri di assistenza fiscale . E poi parlano di semplificazione degli adempimenti fiscali e politiche per la famiglia .
  • Di pv21 (---.---.---.158) 24 luglio 2011 19:35

    Ribalta >

    Con il “suo” federalismo leghista Bossi prometteva più soldi in tasca al popolo padano.
    Con il suo contratto del 2001 Berlusconi prometteva di ridurre le tasse (22 e 33%).

    Il federalismo “votato” ha prodotto l’aumento di imposte e addizionali locali e del costo dei servizi sociali.
    La manovra appena “votata” produrrà tagli alle agevolazioni fiscali delle famiglie, ivi compresa la prima casa.

    Berlusconi ripete che stiamo “meglio di altri” e che “gli italiani sono benestanti”.
    Bossi se la prende con la missione in Libia e con l’adozione dello euro. Intanto inaugura a Monza gli uffici di futura rappresentanza di 3-4 Ministeri.

    Fino a quando riusciranno a “distrarre” i cittadini dal presentare il conto?
    Senza rilanciare la crescita intervenire con tagli e tasse porta a deprimere l’economia ed a ricorrere a nuovi “aggiustamenti” di bilancio.

    Direbbero allora i latini, come piace a Tremonti, “simul stabunt, simul cadent” (insieme stanno e insieme cadranno).
    La storia ci insegna che la Febbre del Tribuno non rinuncia mai ai propri interessi fino a …

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