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Con il “suo” federalismo leghista Bossi prometteva più soldi in tasca al popolo padano.
Con il suo contratto del 2001 Berlusconi prometteva di ridurre le tasse (22 e 33%).
Il federalismo “votato” ha prodotto l’aumento di imposte e addizionali locali e del costo dei servizi sociali.
La manovra appena “votata” produrrà tagli alle agevolazioni fiscali delle famiglie, ivi compresa la prima casa.
Berlusconi ripete che stiamo “meglio di altri” e che “gli italiani sono benestanti”.
Bossi se la prende con la missione in Libia e con l’adozione dello euro. Intanto inaugura a Monza gli uffici di futura rappresentanza di 3-4 Ministeri.
Fino a quando riusciranno a “distrarre” i cittadini dal presentare il conto?
Senza rilanciare la crescita intervenire con tagli e tasse porta a deprimere l’economia ed a ricorrere a nuovi “aggiustamenti” di bilancio.
Direbbero allora i latini, come piace a Tremonti, “simul stabunt, simul cadent” (insieme stanno e insieme cadranno).
La storia ci insegna che la Febbre del Tribuno non rinuncia mai ai propri interessi fino a …