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Prepariamo il dopo Monti. Iniziamo a guardare oltre

Dobbiamo capire da dove siamo partiti per comprendere a che punto siamo arrivati oggi. Il governo Monti deve rappresentare una "pausa" nella vita politica del nostro Paese. Ora è necessario più che mai che la parola torni agli elettori. Con una nuova agenda, quella dei progressisti.

Dobbiamo capire da dove siamo partiti per comprendere a che punto siamo arrivati oggi. Un anno fa, non dieci, c'era ancora Berlusconi e la situazione economico-finanziaria era sempre più preoccupante; l'estate con la sua tempesta speculativa che aveva coinvolto il nostro paese, ci aveva fatto comprendere il significato della parola spread. Siamo stati veramente vicini al famoso "baratro", scenario spesso evocato. Ma non a torto.

L'arrivo del governo Monti, operazione ben orchestrata dal Presidente Napolitano, ha indiscutibilmente segnato un cambio di passo rispetto alla premiata ditta Bossi & Berlusconi. I tecnici anche solo come presenza hanno cambiato la percezione che gli italiani avevano di chi li governava. E rispetto a prima bastava veramente poco in termini di decenza.

Non mi ha entusiasmato questa scelta che è stata concessa al nostro paese. Ma l'ho accettata perché credo che altre possibilità, in quel preciso momento, non ve ne fossero. Pur pensando che l'ultima parola deve sempre passare per i cittadini attraverso le elezioniMa che elezioni sarebbero state in quel momento con la pistola dei mercati sempre puntata e pronta a sparare? Che alternativa avrebbe potuto proporre, in quel preciso momento, l'opposizione al governo Berlusconi? La famosa foto di Vasto, Bersani-Di Pietro-Vendola avrebbe potuto vincere eventuali elezioni, ma sarebbe stata sufficiente? Quanto sarebbe contato il demerito del governo in carica rispetto ad una nuova proposta di governo? La famosa frase di Bersani, quella di non voler governare sulle macerie del paese era quanto mai vera. E nell'ottica della responsabilità verso l'Italia, il PD ha permesso l'insediamento di Monti.

Questa "pausa tecnica" l'ho anche accettata affinché i partiti, nell'anno e mezzo di tempo che si prospettava questi avessero a disposizione, iniziassero a fare pulizia al loro interno, riformare e regolare la politica, con meno soldi e più controlli. Invece la cronologia degli eventi ci ha riservato scandali su scandali, un flusso incessante che ha toccato tutti gli schieramenti ad ogni livello di governo. Le regioni con gli sperperi continui di denaro pubblico, i tesorieri con l'appropriamento dei soldi dei rimborsi elettorali, le 'ndrine che arrivano agli alti vertici della regione Lombardia vendendo pacchetti di voti etc etc. Un gran lavoro per la magistratura e colpa dei partiti incapaci di autoregolarsi e di espellere le mele marce.

Questa pausa tecnica oltre a risolvere gli enormi problemi di cassa dello Stato, sarebbe dovuta servire per avere in tempi rapidi una nuova legge elettorale e una anticorruzione. Stiamo invece assistendo a continui rinvii che non tengono conto delle aspettative dei cittadini italiani onesti e di chi osserva l'Italia dall'estero, visto che si è parlato tanto di credibilità del nostro Paese.

Bersani Vendola NenciniOra questa pausa della politica deve finire. La parola deve tornare agli italiani come è naturale in democrazia. Il tentativo del centrosinistra di costruire un'alternativa di governo si è materializzata con l'accordo tra PD, SEL e PSI nella Carta d'Intenti e con la corsa alle primarie per la scelta del candidato premier. Il fatto che nell'accordo sottoscritto non vi sia un riferimento diretto all'agenda Monti, ha fatto storcere il naso a tutti i supporter del professore nel PD in particolare ai quali si è aggiunto il solito Casini. Il problema non è non riconoscere a Monti il lavoro che ha svolto - ci vorrà un po' di tempo comunque per delle valutazioni più approfondite - la questione sta nel ritornare alla politica, alla normalità. Alla legittimazione attraverso il voto degli italiani. Anche in un momento così difficile per il paese. Questa è la grande scommessa che i progressisti sono chiamati a giocare. E non sarà possibile sbagliare questa volta, pena il consegnarsi di nuovo alle tecnocrazie oppure ai populismi montanti. Troviamo la nostra agenda, quella dei progressisti. Prepariamo il dopo Monti e iniziamo a guardare oltre.

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