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Positiva l’asta su Bot e Btp: cresce la fiducia sull’Italia

La settimana è iniziata con i migliori auspici per il sistema Italia.

Lunedì l'asta dei Bot (titoli di stato a breve termine) è andata a buon fine, mentre martedì gli investitori hanno nuovamente dirottato gli acquisti sui titoli a medio-lungo termine. 
 
La domanda di Btp ha abbondantemente superato l'offerta ed i rendimenti sono di nuovo in calo, questo diminuisce l'onere che lo Stato deve sostenere per ripagare gli interessi sul proprio debito. 
 
I Btp decennali sono stati collocati con un tasso d'interesse lordo del 5,50%, il minimo da agosto e in forte discesa rispetto al 6,08% di fine gennaio. 
I buoni quinquennali sono stati venduti al 4,19%, minimo da maggio 2011 e in calo rispetto al 5,39% delle aste di fine gennaio. 
 
Il viceministro dell'economia Vittorio Grilli non nasconde la soddisfazione: "L'andamento delle aste mostra segnali di normalizzazione".
Le cause di queste ripresa della fiducia nel sistema Italia sono diverse.
Prima di tutto il nuovo corso politico del governo Monti che ha permesso in soli tre mesi di ricucire i rapporti con gli alleati europei, attraverso un corposo pacchetto di riforme dure ma necessarie, e una sapiente gestione della diplomazia internazionale e dell'immagine pubblica (il successo dell'incontro con Barack Obama e con la finanza di Wall Street). 
 
Il secondo aspetto, forse più incisivo, è stata la doppia iniezione di liquidità a 523 banche offerta dalla Banca Centrale Europea, con due maxi operazioni a dicembre (circa 500 miliardi) e quella di oggi (mercoledì) di 529 miliardi alla quale hanno partecipato 800 istituti(per l'Italia sono arrivati 100 miliardi, a cui hanno aderito Intesa San Paolo, Unicredit, Ubi e Banco Popolare). 
L'operazione-prestito della Bce, in gergo LTRO (Long term refinancing operation), dura tre anni con un tasso all'1% (dopo la decisione di Draghi di abbassare i tassi di 0,50 punti percentuali in due tranche). 
 
A dicembre è servita alle banche in crisi di liquidità per riprendere fiato e operare tramite il "carry trade" sui titoli di stato italiani (prendendo denaro in prestito all'1% e acquistanto Btp al 7-8%, lucrando così sul differenziale di rendimento). 
 
Un'ondata di acquisti sui titoli italiani (e spagnoli) che è risultata decisiva dopo la valanga di vendite che hanno bersagliato il nostro paese nella seconda metà del 2011, con rendimenti che avevano raggiunto livelli insostenibili. 
Questa nuova tornata di finanziamenti si spera servirà agli istituti non solo per risolvere i loro problemi di liquidità, ma soprattutto per allentare ilcredit crunch e sostenere maggiormente l'economia reale, ovvero le imprese e le famiglie in difficoltà. 

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