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Porca miseria: il Gay Pride! Cronaca di una festa

E son già le 16! In un attimo sono sullo scooter. Strada facendo mi rifaccio mentalmente il percorso del corteo del Gay Pridee cerco mentalmente il punto migliore per lasciar lo scooter e ritrovare il corteo. La manifestazione termina a Piazza Navona, ma credo che a quest’ora Piazza Venezia sia il punto migliore. La piazza è presidiata da uno schieramento imponente di carabinieri. Mentre parcheggio sento battute da caserma che un vecchio signore, imbianchito dall’età, scherzosamente ingaggia con alcuni super rambo in tuta nera e tenuta antisommossa. Intuisco con chi ce l’hanno. Poi sento che il caramba dice "si!! doveva partire alle 15,30 da piazza della Repubblica". Capisco che i miei sospetti erano fondati. Ce l’avevano proprio con loro.

Viale dei Fori imperiali alle 16.30 è una fornace. Il caldo è soffocante e manca anche il solito ponentino romano. La risalgo tutta e giungo a via Cavour. Del corteo nulla di nulla: "ahooo!! a’ ’ndò vai!!! "A’ bello!!! Sto andà al pride dei frosci! Che voi venì pure tu! Ma manco pe’ niente!". Carpisco il dialogo fra due giovani romani. "Ohhh Annamo bene!!" Mi dico fra me e me. Ho portato la macchina fotografica, quella piccola digitale. La video camera è a riparare per l’ennessima volta. La salita di via Cavour con questo caldo è peggio della scalata di una montagna. Mi siedo sulla scalinata di via San Francesco e aspetto il corteo. Se è vero che il mondo gira, da qua deve passare la manifestazione! Finalmente si sentono i primi bassi degli altoparlanti, poi le luci lampeggianti dei carabinieri e poi....poi c’è l’esplosione di colori.


Un grande carro apre il corteo. La musica è assordante, saranno 10.000Watt che entrano nello stomaco! Il cielo è pieno di multicolori, cartoncini colorati sospesi nell’aria, che svolazzano, e poi loro. I partecipanti, i protagonisti, gli attori di questo immenso, colorato, fantasioso, sfavillante show. E’ una esplosione di corpi, corpi lasciati in libertà, non importa se magri, se grassi, scheletrici o ciccioni, sono corpi in libertà, senza freni o quasi. Si baciano senza sesso e si abbracciano con amore, con passione gioiosa. Mani che si stringono, braccia posate sulle spalle affettuosamente. Sono corpi che si amano, sono persone che al di là del sesso e delle convenzioni e dell’età stanno insieme e rivendicano il loro essere non diversi, non altri, ma solo la loro esistenza ed il loro essere così come sono. E’ un corteo senza età. Dai giovanetti, ai giovani, agli uomini e donne mature. Vi è un trenino con famiglie, bimbi in fasce e bambine con cappelli e mascherine multicolori. Ridono e cantano. Saltano e ridono. Non sono tutti gay, non credo che lo siano tutti. Io non sono gay, né trans. Ero lì perchè era una festa.

Era una festa di libertà. E’ stata una giornata che mi ha dato un po’ di speranza nell’umanità

 

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