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Perché Grillo non è "il nuovo Bossi"

Analogia, analogia canaglia... Se solo Umberto Bossi potesse tornare a cantare da Bruno Vespa con Albano, questo modificato motivetto ci starebbe a pennello, perché da noi, con le amministrative alle porte, la fregola della comparazione, l'amore poco baudelairiano e molto minchionesco delle corrispondenze a ogni costo, il demone analogico colpisce ancora.

Ieri tutte le firme dei grandi quotidiani, da Concetto Vecchio su Repubblica (Grillo, il nuovo Senatur) a Peter Gomez sul Fatto Quotidiano (Perché il Movimento 5 Stelle non è anti-politica) si impegnavano con tastiera pavloviana nel definire le comode uguaglianze:

  • crisi economica e inchieste del 1992 = crisi economica e inchieste del 2012
  • antipolitica denunciata da Giovanni Sartori = antipolitica denunciata da Pierluigi Bersani
  • voto di protesta alla Lega = voto di protesta al Movimento 5 Stelle
  • Craxi & co., la politica travolta = Bossi & co., la politica travolta
  • Bossi e Lega del 1992 = Grillo e Movimento 5 stelle del 2012

 

Danno per stabilita questa situazione e da lì partono in libero commento, percorrendo il largo campo, dall'alto lamento (Vecchio) al cauto omaggio (Gomez).

Si ignora volentieri che Grillo, pur essendo di sette anni più giovane, e marciando comunque verso i 64, è "personaggio pubblico" da almeno 35 anni, mentre Bossi lo è diventato con la crisi di inizio anni 90; quando sia Grillo che Bossi sfruttano, in modi diversi ma con eguale abilità, Mani Pulite (il Beppe Grillo Show del 1993 è visto da circa 15 milioni di spettatori). E si autodefiniscono come "il nuovo nella società e nella politica", in modi diversi e con diverso esito, perché nell'ultimo lustro del secolo scorso Grillo si fa il suo bel purgatorio, mentre Bossi sta in paradiso.

Si ignora, più fondamentalmente e lasciando da parte le vicende biografiche, che la storia non si ripete solo perché decidiamo di prendere la scorciatoia dell'analogia. E tale automatismo interpretativo fa sempre parte, anche nella presente disperazione, di un movimento consolatorio.

Soprattutto chi mira a una critica sensata delle posizioni del Movimento 5 Stelle (comprese alcune pericolose vicinanze con l'ideologia leghista in tema d'immigrazione) non deve cedere a questo appiattimento di storia e di pensiero, che stabilisce lo schema (anti)politico "Grillo come nuovo Bossi" e finge di comprendere ogni cosa mentre tutto gli sfugge.

A cominciare dal fatto che proprio perché vi è stato un 1992, oggi, nel 2012, Grillo non disdegna, nei fatti, la comparazione con la Lega (un tale raffronto è oggettivamente -dato che il simbolico ricade sul reale- un vantaggio elettorale), la Lega propone "Maroni come nuovo Bossi" e l'ABC corre ai ripari per non fare la fine del CAF...

(Infine, più terra terra e per riprendere il brano sul movimento consolatorio, oggi non è come nel 1992: è molto peggio. E ciò sia detto con il solito "nessuna fiducia nelle epoche di decadenza" a corollario.)

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.131) 17 aprile 2012 14:53

    mah......che pensiero è questo? Grillo come Bossi...l’antipolitica, ecc ecc ..sapore vero di...depistaggio. Grillo a differenze di Bossi non ha un partito politico strutturato, ha un’idea di politica praticata dal basso, altri la definiscono antipolitica, ma è politica con la PPIMAIUSCOLA....

  • Di (---.---.---.102) 17 aprile 2012 19:56

    C’è di più >
    A Grillo viene riconosciuta anche la vena "artistica" quando è assimilato a un "impasto" tra il primo Bossi e il Gabibbo.
    La politica non vive della Pescitudine di chi è sensibile alla fascinazione mediatica ...

  • Di (---.---.---.109) 17 aprile 2012 20:16

    Grillo non rappresenta una alternativa a Bersani, Vendola e Di Pietro e mai credo riuscirà a conquistare una maggioranza governativa con il suo partito M5s, ma di sicuro contribuirà potentemente alla sconfitta prossima ventura di tutti e tre.

    Dalla gioiosa macchina da guerra di Occhetto sbaragliata da berlusconi a Bersani prossimamente sconfitto da un buffone. A ogni tornante della storia italiana la sinistra viene regolarmente sconfitta dalla destra autoritaria e populista. E’ successo dopo la prima guerra mondiale, è successo dopo la seconda guerra mondiale e continua a succedere. Ma ci sarà pure qualcuno con un po di cervello tra i dirigenti della sinistra (sia essa moderata che radicale) che si ponga questo semplice interrogativo: in cosa si sbaglia sistematicamente e regolarmente che fa si che ad ogni crisi di sistema la sinistra viene sempre travolta e mai riesce a farsi accettare dalla maggioranza degli italiani?!?

    Mi piacerebbe tanto rivolgere questo interrogativo ai diretti interessati per vedere se mai se lo sono posto e quale risposta danno all’enigma!!!

    Ma questo è! si dice che Dio acceca chi vuol perdere. E Bersani (ma non è il solo) ce la sta mettendo tutta!

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