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Peppe Servillo, Javier Girotto, Natalio Mangalavite, "Parientes" (Sud Music/Egea)

"Nosotros somos argentinos, nosotros somos tambem italianos, somos parientes”, “siamo argentini, ma siamo anche italiani, siamo parenti”. Con queste parole, la voce in lontananza di Cuca Noto introduce Parientes, la terza di 15 tracce, che dà anche il titolo al terzo, ultimo CD, di un trio composto dagli argentini Javier Girotto (sassofoni soprano e baritono), Natalio Mangalavite (piano e tastiere), figli e nipoti di italiani emigrati che hanno deciso di venir a vivere in Italia e dal cantante, attore campano Peppe Servillo.

Parientes allarga la ricerca letteraria e musicale dei tre musicisti dopo L’amico di Cordoba’(2004), probabile riferimento alla città natale sia di Girotto che di Mangalavite e Futbol (2009). E’ un viaggio nei ricordi, nelle persone, nell’immaginario di un popolo migrante, quello italiano, che ha dato vita ad un’altra cultura e nel contempo ha preservato la propria portandovi una nuova linfa. Nelle canzoni si respira l’atmosfera del tango, della milonga e del folk argentino con riferimenti alle regioni del nord che hanno forti elementi percussivi, come ad esempio nelle “chacareras”. Nel repertorio convivono cinque brani composti da Mangalavite, due da Girotto, due da Servillo assieme a tre ex compagni della Piccola Orchestra Avion Travel, che ha scritto pagine significative nella canzone d’autore, e altri di compositori italiani che vivevano in argentina come Enrique Santos Discepolo (1932-1951), presente con Cambalache e Cafetin de Buenos Aires, quest’ultimo scritto con Mariano Mores (1918), la coppia Sebastian Piana (1903-1994), anche pianista e Homero Manzi (1907-1951), presenti con la celebre Milonga sentimental (1932).

Non poteva mancare tra i pezzi conosciuti almeno uno, Chiquilin de Bachin, scritto dalla coppia Astor Piazzolla (1921- 1992) – Horacio Ferrer, definito “il poeta del tango”, nato in Uruguay nel 1933, ma trasferitosi in tenera età a Buenos Aires, dove si è spento lo scorso 21 dicembre. Una menzione di merito per Carla di Riso, che ha adattato all’italiano le versioni originali argentine, oltre a creare un testo per Kunikarani di Nicolas Gomez.

Complimenti a Peppe Servillo, il quale, per sua stessa ammissione, ama pronunciare teatralmente le canzoni, sia in italiano che in napoletano, curandone la messa in scena e assecondando una tendenza tradizionalmente argentina. Dialogano alla perfezione i fiati di Girotto con il pianoforte di Mangalavite, facendo affiorare la componente jazzistica dei due musicisti. Mangalavite si dimostra un apprezzabile compositore (interamente sua è Parientes). Nel disco propone inoltre due pezzi strumentali (La calesita e La nona) ed uno interpretato da lui stesso in spagnolo (Y todo comenzò). In scaletta c’è spazio per un breve testo, non musicato, recitato da Felix Constante Girotto, Reyes magos, di Hector Gagliardi (1908-1984), letterista di tanghi e poeta che vendette un milione e mezzo di copie dei suoi libri, detenendo tuttora un record nel mercato letterario argentino. Passando alla musica, nonostante l’impiego di due soli strumenti, non si avverte la mancanza di un supporto ritmico. La melodicità, le armonizzazioni ed il modo percussivo di esprimersi di Girotto e Mangalavite, uniti alla teatralità di Servillo, danno ragione ad un trio, che sta per esibirsi dal vivo con alcune date estive, attese con interesse e curiosità, anche per verificare lo splendido affiatamento dimostrato in sala di registrazione.

Foto: Wikipedia Commons

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