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Parabola della rete

Una manciatina di anni fa, l'informazione era roba da professionisti del settore. La gente comune al più poteva dare qualche "informazione" su come raggiungere una strada o sull'orario.

Per informarsi sui fatti che accadono sul pianeta, si doveva fare una piccola "fatica": raggiungere la prima edicola, scegliere una o più testate giornalistiche, trovare un posto comodo e possibilmente tranquillo, e calarsi nell'antichissima arte della…lettura.

I più coscienziosi avevano addirittura l'ardire di leggere diversi quotidiani ogni giorno, e condivano il tutto persino con la visione – in religioso silenzio da parte della famiglia riunita per la cena – del telegiornale.

Ricordo che da bambina, mio padre zittiva tutti al momento del telegiornale. Nessuno poteva fiatare. In quel tempo (…) ci si sedeva a tavola per mangiare, pensate un po'. E i padri, mediamente, seguivano le notizie col piglio degli intellettuali di casa, che poi riferivano ai figli – spiegando ed argomentando – come la politica, l'economia e tutto il resto, dovesse far parte della conoscenza di base di ogni cittadino facente parte di quella che – sempre all'epoca – era denominata 'pubblica opinione'. Roba da Pleistocene.

Ma la società, si sa, "evolve". La tecnologia avanza. I tempi cambiano. Le abitudini pure.

Come sappiamo giunse negli anni '80 – direttamente dai secchioni della spazzatura di una delle prime imprese del settore informatico, dove nottetempo rubava documenti gettati dall'azienda e da cui ricavava preziose informazioni per le sue visioni di un futuro globalmente informatizzato – un ragazzetto occhialuto che in poco tempo, riuscì a sviluppare e commercializzare, il primo approccio globale all'informatica rendendo in breve il computer alla portata di (quasi) tutti e presentando il web a persone che consideravano all'epoca il telefono fisso il massimo livello di evoluzione tecnologica.

Quest'uomo senza saperlo, stava per compiere una vera rivoluzione mondiale e – cosa assai più grave – convinse tutti, ma proprio tutti, di esser divenuti provetti informatici per il solo fatto di saper fare "click" su un apparato per accenderlo. Un doppio click per spegnerlo. Fra un click e l'altro, c'era l'enorme buio mentale di tanti nuovi "guru" dell'informatica, che di fatto non fecero altro – per anni – che passare dall'ormai obsoleta macchina per scrivere ad una macchina per scrivere dalle forme diverse. Punto.

L'Italia – come sempre accade nel bene, ma soprattutto nel male – ci mise parecchio tempo per comprendere, adeguarsi e pure per capire a cosa diavolo potesse servire dover accendere un mutuo per accedere alla rete per una decina di minuti (molti ricorderanno i folli costi di connessione dei primi anni)

Nel frattempo nel resto del mondo, la rete cominciò a svilupparsi. Come una bocca affamata di dati, iniziò a penetrare nelle case, negli uffici, nelle scuole in cerca di qualcuno da cui attingere l'elemento fondamentale della propria esistenza: informazioni. O dati, se preferite. La gente si connetteva. La rete cresceva.

Giorno dopo giorno la piccola rete iniziale, iniziò a crescere e ad alimentarsi di nuova linfa vitale. Umana. Uomini assetati di nuove possibili scenari, nuove probabili possibilità, svilupparono – a livello mondiale – la prima coesione diretta ed indiretta nella storia dell'uomo.

Da Tokyo a Parigi in una manciata di secondi. Il concetto di spazio-tempo doppiato da un doppino telefonico.

Forse non ci si pensa, ma il famoso teletrasporto che tutti abbiamo agognato di poter vivere è nato con la nascita e lo sviluppo della grande rete telematica.

C'è voluto del tempo ripeto, prima che si potesse comprendere appieno l'utilità dell'utilizzo del mezzo.

Dirò di più: probabilmente la comprensione del miglior utilizzo del mezzo non avverrà mai.

Arrivo drasticamente ai nostri giorni per non insonnolire chi legge.

Calati a 360° nell'iper comunicazione, protagonisti e non più passivi fruitori di notizie, connessi ed interconnessi ad omnia. La rete non è più uno stato parallelo alla vita reale. La rete è divenuta la vita reale da cui – sporadicamente – si esce giusto il tempo per compiere quelle azioni che ancora (non si sa per quanto) è necessario compiere realmente.

La comunicazione è divenuta roba per tutti e di tutti. La carta sa di stantio. Ho visto con i miei occhi gente che, incrociando un amico o un collega, ha dribblato l'edicola verso cui si stava dirigendo: non sia mai che qualcuno possa dire che sei così indietro da acquistare un giornale di carta!

Roba da vecchi bacucchi rincoglioniti…

Siamo connessi. Siamo informati. Siamo il futuro. Dimentichiamo il passato. Evoluzione. Progresso. Rete. Rete. Rete…

Qualcuno ha pensato bene di far sì che solo tramite la rete fosse possibile compiere quell'azione tutta umana – ma anche animale – che è il vivere. Vivere attaccati alla rete. Un polmone di plastica dai cui cavi si riceve la linfa vitale per esistere.

L'essere umano, pigro per sua natura, c'è cascato. Come si può non cedere alla strizzata d'occhio della realtà virtuale che ti rende possibile la vita senza più compiere un passo. Un ragionamento. Un movimento.

Il movimento semmai, lo puoi trovare in rete. Non hai bisogno di sbatterti. È tutto lì. A portata di mano. Non devi far altro che "click". E "click". E ancora "click".

Nuovi assetati d'informazione vacua attingono a fonti sempre più spesso ambigue. Creatori di vacue informazioni dominano l'interesse e la mente di questa neo popolazione mondiale di umanoidi complessi o a umani complessi assoggettati.

Si spaccia per vero ciò che vero non è. Con una manciata di "click" si assurge al ruolo di comunicatori e neo informatori, ma non si comunica altro che una paccottiglia di insensatezza. Si rimuovono storiche convinzioni e radicate abitudini. Le stesse che negli ultimi due secoli di storia dell'umanità, hanno reso possibile il progresso.

Via, via tutto: c'è la rete. Il resto è inutile. Ciarpame antico. Da gettare nell'immondizia. Da cui qualcuno attingerà magari quelle utilissime informazioni che serviranno a salvare l'umanità dalla peggiore trappola mai ordita ai suoi danni.

Sulla rete tutto è possibile. Inserire, cancellare, ordire, tramare, informare, contro informare, tediare, controllare, gestire, modificare, vedere, celare, amare, odiare, acclamare, votare, comprare, vendere, leggere, imparare, fottere, idealizzare. Far politica, economia, cultura, contro cultura. Appassionare, deliziare, osannare, uccidere.

La vita intera a portata di "click". E con pochi "click" – pensate un po' – è possibile cancellare per sempre tutto questo.

Chiediamoci: siamo certi di voler rischiare di annullare l'umanità intera con lo switchare di un chip?

Siamo pronti a cedere la nostra esistenza a una realtà, quella virtuale, che può annullarci, controllarci, gestirci tutti e tutti insieme nello stesso momento reale?

Siamo pronti a questa dittatura? Se la risposta generale sarà "sì", non potrò far altro – nel tentativo estremo di salvare almeno me stessa – che correre già da oggi verso il passato che vedo già troppo lontano alle mie spalle. Sperare di poter ancora salire su quel treno e restare umana fino a che qualcuno sulla rete tramite un sistema satellitare integrato non riesca nonostante tutto a "tracciarmi" uccidendo qualsiasi ulteriore speranza di restare ancora connessa. Col mio cervello.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.238) 27 marzo 2013 11:33

    Non meniamo il can per l’aia!! In rete trovi tutto ivi compresi voi e il giornalismo che è stato sempre fatto. La differenza?? Non c’è filtro ALL’INFORMAZIONE è questo è il bello che anzichè pontificare dai giornali senza contraditorio, in rete invece questo avviene e anche in tenpo reale. E finita la funzione di filtro dei giornali e dei media. Se si vuoe stare in rete bisogna avere idee ed essere convincenti ma solo dopo essere stati giudicati dalla stessa che non è un’entita astratta, come si vuole far credere ad arte, ma sono invece i cittadini e le persone che partecipano attivamente.
    Il libri li leggi in rete è anche in modo più comodo, semplicemente il pensiero unico che è stato trasmesso sino ad ora ha perso il suo monopolio come giustamente e democraticamente deve essere.
    Chi non è pronto, chi non sa stare in rete, significa che ha sempre campato di posizioni di rendita e nulla più, come ha dovuto confrontarsi per stare al passo con i tempi, si è sciolto come neve al sole rivelando la sua inconsistenza.

    • Di (---.---.---.234) 27 marzo 2013 13:50

      si sta cominciando a capire che il filtro serve. 

      Perchè noi della rete stiamo diventando la cavia di esperimenti di neuropsichiatri, psicologi, pubblicitari e piennellisti.
      E non dimentichiamoci dei servizi segreti tipo la CIA.
      Guarda youtube, e vedrai che molti temi sono creati e distribuiti sui canali ad hoc. Non si sa con quale intento!
      Ma le cose stanno prendendo una direzione sbagliata. Ha ragione l’articolista.
      La rete molti di noi cominciano a vederla come una parabola. E’ periicolosa. 
    • Di (---.---.---.100) 27 marzo 2013 19:41

      Dipende da chi frequenti e perchè lo frequenti come del resto è vita reale quella più importante ove si concretizza lo sviluppo attivato nella vita virtuale. E’ semplicemente uno strumento come del resto qualsiasi strumento, ad esempio una pistola non è pericolosa in se, ma è l’uso che si fa di essa che genera una contradizione. Come tale accade anche per la libertà di tutti che può essere utilizzata da pochi per asoggettare i più.
      Questo è il bello della libertà, il poter scegliere svincolati dai condizionamenti quello che è il bene e quello che è il male. Se poi per alcuni possa per limiti propri essere un male, nessuno ha mai pensato di proibire le cattive compagnie nella vita reale a costoro.
      Quindi non divinizziamo attribuendogli poteri che non ha ad un semplice strumento altrimenti enfatizzando in questo modo non fate altro che creare una divinità che solo a voi si rivela come tale.

    • Di (---.---.---.170) 28 marzo 2013 14:25

      in rete si sta sviluppando un rinnovato antisemitismo che sta facendo proseliti in modo molto simile a quello che successe prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Il tutto cominciò con un libro che raccoglieva i "protocolli dei savi di sion". Questo libro spacciato per vero dall’autore fu probabilmente la causa principale della seconda guerra modiale, ed era un falso conclamato.

      Oggi invece sta facendo proseliti un altro "meme" molto simile: l’"agenda degli illuminati". Che sta spargendo un rinnovato antisemitismo, sulla stessa falsariga.
      Il problema è che fino ad ora abbiamo evitato guerre in europa perchè i media sono controllati ed impediscono che certi "memi" si diffondano.
      La rete non è controllata, e certe cose non si possono bloccare.
      Sulla rete ci sono delle persone che fanno proseliti che affermano che l’umanità è divisa in persone che hanno anima e persone che non hanno anima. Che gli israeliani non hanno anima, che i giapponesi non hanno anima!!
      Queste persone fanno proseliti e formano la nuova opinione pubblica.
      La rete deve essere filtrata.
      Usando la tua analogia, se la rete è come una "pistola", questa pistola è in mano agli altri e la possono usare contro di te. Immagino che una persona normale vuole che l’accesso alle armi venga controllato e regolamentato. 
    • Di (---.---.---.179) 29 marzo 2013 13:34

      Quello che tu chiami filtro si chiama censura, cosa vecchia come il mondo e il suo rovescio della medaglia e la propaganda . Entrambe gli israeliani conoscono molto bene e non solo loro visto che pare essere una prerogativa di tutti i regimi. Quindi stendiamo un velo pietoso su questo nuovi illumunati che parlano esclusivamente di quello che potrebbe accadere evitando accuratamente di parlare invece di quello che stanno facendo alla popolazione palestine.
      La censura falla a casa tua nella tua famiglia sapendo che quando i tuoi figli avranno la maggiore età faranno quello che vogliono, se poi scopri solo ora attraverso la rete quello che accade e pensa la gente probabilmente tu non hai relazioni con il prossimo oppure hai difficoltà ad approcciarrti a loro.
      E poi scusa perchè non filtriamo anche il telefono, sai la gemnte parla anche liberamente con quello strumento.
      Vatti a far visitare che hai dei seri problemi personalmente ritengo che tu abbia bisogno di un assistente sociale. Cerca di mparare che se una cosa non ti piace, non la guardi, non la usi, non la fai tua perchè non sei il depositario di nessuna assoluta verità che tra l’altro ti sei autconferita. Piuttosto cerca di essere pragmatico e di riflettere sul fatto che in fin dei conti raccoglim quello che semini. Se simini zizzagna tempesta raccoglierai e studia poi la storia invece di fartela su misura pescando un po qui e un po la a secondo delle tue esigenze.

  • Di (---.---.---.10) 27 marzo 2013 13:26

    Be devo dire che te ne sei accorta da sola che insonnolivi chi ti legge e ti sei fermata per andare al punto,
    devo dire che di questo articolo la parte interessate è il Titolo , perche effetivamente dobbiamo stare vigli su imbrigliamenti di rete da parte di forze oscure che ne decreterebbero la fine cosi come sta avvenendo per i media tradizionali che le stesse forze oscure hanno ucciso perche non attendibili , purtroppo nel tuo articolo non se ne parla,
    Lasciando stare i commenti sinceramete coreografici ma superficiali della cronistoria, se mai la rete dovesse fallire ci sarebbe sempre un inventore di alternative perche non è la tecnologia qua in discussione ma la VERITA che trova sempre la via della luce nonstante ci sia chi vuole oscurarla, il concetto di base e che la rete siamo noi Internet è lo specchio dell umanità ti puoi riflettere in cio che piu ti rappresenta Sesso, Religione, Cultura, Crimialità, Terrorismo, Sociale, Finanza etc.etc. dipende da chi sei tu, e non credo propio che sia possibile che qualche Berlusconi Murdock o simili se ne impossessi per controllarci perche ne decreterebbe la fine nello stesso momento che si aprisse un nuovo sistema di interconessione di comunicazione ,cosi come è successo alla Stampa e TV oggi, e credetemi , quando vi dico che ci hanno gia provato ma hanno fallito miseramente , prova è il fallimento di tutte le loro iniziative digitali cosi come tele+, Stream, e prossimo Sky dove sono stati copiati i codici per mandare in chiaro le loro trasmissioni a pagamento propio dalla rete , questa è la storia
    Mettetevolo in testa la rete lavora come il nostro cervello crea delle connessioni e mette in memoria le dinamiche per scollegarle e scollegarele a convenienza, si puo fare impazzire il cervello renderlo leso, ma chi se ne avvantaggerebe allora se tutto il corpo ne morisse, ma prima di che cio avvenga il cervello avraà da tempo gia escogitato la soluzione, vuoi mettere il cervello fatto da migliardi di persone contro quello di pochi, sempre che il male si inferiore di numero , e qui si torna di nuovo alle urne

  • Di paolo (---.---.---.121) 27 marzo 2013 14:39

    Emilia ,solo per dirti che non bisogna demonizzare lo strumento tecnologico qualunque esso sia .Non esiste una negatività intrinseca in nessun strumento della tecnologia .
    Persino un ordigno nucleare ha la sua ragion d’essere .La differenza sta nell’ utilizzo che ne viene fatto ,nel caso specifico se come deterrente o come arma d’offesa .
     
    La televisione ha sostituito la carta stampata perché l’immagine è più efficace e più credibile del racconto (senza ovviamente negarne la possibile strumentalizzazione ) ; internet sta rimpiazzando la televisione perché oltre ad una memoria fenomenologica globale ed immediata aggiunge pure quella interattività che la tv non consente . Con la tv o la carta stampata tu sei posto di fronte alla notizia ,internet permette di calarti dentro la notizia .

    Quindi io non sarei pessimista , bisogna avere fiducia nella tecnologia perché con l’uso se ne comprendono i limiti e si riesce a limitarne gli effetti negativi .
    Insomma è connaturato alla natura umana il sapersi adattare ed internet ormai rappresenta l’ambiente in cui ,volenti o nolenti ,siamo costretti a vivere .
    ciao

  • Di (---.---.---.81) 27 marzo 2013 14:42

    Paolo salve: ti consiglio - se ti va - di rileggere il mio articolo

    Ti conosco come persona attenta: non ho demonizzato nulla. Ho usato delle metafore. Sono certa che troverai il senso reale di questo mio articolo...

    Io stessa vivo e lavoro "grazie" alla Rete. Dico che, se non si coglie come meglio utilizzare la Rete, si rischia. pesantemente...

    Un caro saluto

    • Di paolo (---.---.---.121) 28 marzo 2013 08:56

      Fatto . E’ il titolo che mi ha tratta in inganno :Parabola andava inteso come genere letterario e non come tendenza geometrica dello strumento tecnologico , successiva al raggiungimento di un massimo .
      Siamo d’accordo .
      ciao

  • Di Truman Burbank (---.---.---.251) 27 marzo 2013 17:58
    Truman Burbank

    Nell’articolo qualche spunto c’è, ma il tema ha anche diversi altri aspetti.
    Riciclo qualche mio appunto che prima o poi devo riorganizzare.
    Il mito del web come opportunità di mercato
    In un periodo in cui l’economia è in crisi di saturazione, il web è uno dei pochi settori in cui ci possono essere sviluppi commerciali. Ecco perchè molti venditori parlano tanto di "digital divide" e fesserie analoghe.
    Nel merito: internet è una tecnologia che nasce per scopi militari ed adesso viene portata ad esempio di democrazia. Questo paradosso dovrebbe ispirare come minimo prudenza.
    In pratica l’infinita sequenza di leggi contro la diffusione di notizie sul web, di cui abbiamo molti esempi in Italia, fanno capire che qualche disturbo al potere il web lo dà. Ma pensare che la rivolta egiziana o libica sia dovuta al web è quanto meno ingenuo. Again: si parla tanto dell’influsso del web sulle rivolte o rivoluzioni per vendere tecnologia ai polli, associando la tecnologia alla notizia del giorno.
    Stay connected
    La connessione continua dei giovani comunque esiste e provoca dinamiche in buona parte inesplorate. Un effetto è la stupidità artificiale delle masse. Volevo scrivere un pezzo su come internet coagula ed aggrega la stupidità delle masse, poi ho visto che c’era già la voce "artificial stupidity" sulla wikipedia inglese ed ho lasciato perdere.
    Altre volte la connessione provoca effetti positivi: Linux e Wikipedia sono due effetti della capacità connettiva della rete. Ambedue i progetti però coagulano competenze di base preesistenti negli utenti (e le potenziano). Però sono le competenze singole che poi formano intelligenza collettiva, non è sufficiente il mezzo.
    La grancassa
    Altro aspetto della rete che bisogna ricordare è l’effetto grancassa, cassa di risonanza per i temi spinti dagli old media (e.g. TV, cinema, giornali). Lo spiegavano bene Lovink e Rossiter (L’alba dei network organizzati). Qui chiaramente c’è il rischio che la rete produca solo chiacchiere che amplificano i discorsi del potere.
    Internet e il conflitto
    C’è un altro aspetto, appena accennato da Lovink e Rossiter, che è la quasi totale assenza di conflitto in rete. Molto spesso se si entra in conflitto con un altro utente, la soluzione più semplice è evitarlo. E’ giusto nella pratica web, ma non corrisponde alla vita reale. Chi sta troppo sul web potrebbe essere incapace di gestire i conflitti quotidiani nella vita reale.
    Lo schiavo docile
    Sempre da ricordare poi lo schiavo docile: il modo migliore per avere uno schiavo docile è dargli la sensazione di avere molto potere. Noi oggi voliamo nel mondo grazie alla nostra tastiera e proviamo l’inebriante sensazione di poter comunicare con chiunque, di poter diffondere le nostre idee. Siamo poi capaci di trovare rapidamente sul web informazioni relative agli argomenti che ci interessano. Grazie al computer ci sentiamo potenti.
    Grazie al computer diventiamo schiavi docili.

  • Di (---.---.---.114) 27 marzo 2013 22:54

    Contro-tsunami >

    Grillo ha scoperto, d’un tratto, che il suo sistema di democrazia “liquida” è ammorbato da “schizzi di merda digitali”. Ha calcolato che sono dai 2 ai 3mila ogni giorno.
    Come liberarsi dal tanfo?

    Prima ha dovuto trovare il tempo di suddividere tale “brodaglia” in cinque “grandi categorie” e poi ha sguinzagliato i suoi più fedeli (gli autorizzati) nella caccia ai “vomitatori”.
    Ergo. Vada per la democrazia “liquida” purchè sia anche “filtrata”.
    Nel paese del Barbiere e il Lupo non mancano soluzioni davvero singolari …

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