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Ora "Il Ribelle" ha una, mille voci

Da anni, anzi decenni, con articoli, una rubrica che ha tenuto tra il 1980 e il 1990 su l’Europeo e soprattutto con i libri, Massimo Fini denuncia le incalzanti dissennatezze del “modernismo”, stile di vita che costringe tutti a una corsa sfrenata verso l’alienazione.L’altra sera con la presentazione alla Libreria Rizzoli di Milano della rivista mensile “La voce del Ribelle” di cui è il direttore politico, Massimo Fini ha avuto modo di vedere che la sua protesta ha molti estimatori.

In una sala affollata di giovani, Fini ha voluto ricreare un’atmosfera ottocentesca da “Scapigliatura lombarda” sostituendo la classica bottiglia di acqua minerale con un fiasco di vino rosso. A dire il vero un po’ di ribellismo romantico si respirava nelle proposte e nelle intenzioni del direttore responsabile, Valerio Lo Monaco e del suo vice Federico Zamboni. Ma è soprattutto nel Movimento Zero, ispiratore della rivista che si ritrovano i motivi e le aspirazioni di un gruppo sempre più numeroso e incavolato di cittadini.

Nel dichiarare di essere antimodernisti, coloro che aderiscono al Movimento denunciano il malessere cui è difficile sottrarsi. E’un Male pervasivo di cui nessuno riesce più a rendersi conto. E’ la frenesia imposta dal diktat tecnologico, dal ritmo incalzante del consumismo, dallo smanioso accumulo di ricchezze, abitudini, lussi che non portano a nulla e a nessun luogo se non a uno spaesamento generalizzato, generalmente e ipocritamente chiamato “stress”.

Codesto mal di vivere si misura dai suoi stessi sintomi: incapacità-impossibilità di entrare in contatto con la propria interiorità, mancanza di momenti di riflessione, accelerazione incondizionata dei ritmi di vita; si tratta in definitiva di una frenesia del vivere che impedisce di chiedersi “dove siamo diretti” e “a che scopo”.

Ovviamente sono messi sul mercato anche i rimedi. Ma sono, questi rimedi, imposti da mode, stili di vita (Lifestyle come dicono i cultori del modernismo) che servono solo ad alimentare i consumi.

Così fioriscono le Wellness Farm, le palestre dove sudare per dimagrire e farsi i pettorali a “tartaruga”, si arricchiscono i maghi costruttori di bellezza a colpi di bisturi, fanno affari d’oro le case farmaceutiche che producono psicofarmaci e con la pillola azzurra ridanno vigore a chi, troppo indaffarato, ha perso qualsiasi forma naturale di vita che non sia quella dell’accumulo di lavoro e denaro.
 

“Stanno male anche quelli che stanno bene” osserva Massimo Fini; ma nel loro frenetico andirivieni costoro non se ne accorgono e affogano le proprie ansie nell’alcool, nelle droghe, nelle corse sfrenate in automobili sempre più potenti. O, quando va bene, si abbioccano davanti al televisore che propone modelli irraggiungibili di prestanza o finte miserie quotidiane sulle quali consolarsi delle proprie.
 

C’è un rimedio a tutto questo? “La Voce del Ribelle”, con un’informazione non drogata dai tempi di produzione, non conformista e soprattutto mai compiacente verso chi promette paradisi pre-confezionati, intende raccogliere ogni dissenso e trasformarlo in energia a sua volta trasformatrice della realtà.
 

L’attuale momento di crisi economica nel quale tutto un sistema basato sull’inganno e il “virtuale” sembra crollare per implosione, è paradigmatico, può indurre alla riflessione e quindi ad un’inversione di tendenza. Con inchieste che scavino in profondità, alimentino il dubbio e stimolino la curiosità dei lettori, la rivista può fare la sua parte.
 

“Vogliamo portare alla luce ciò di cui non si parla nei nostri giornali, stimolare delle domande, alimentare dei dubbi” dicono gli ideatori della rivista; contro la violenza del quotidiano vogliamo contrapporre la forza del ragionamento.
Ovviamente senza velleitarismi, nella piena consapevolezza dei nostri limiti umani.

 

Commenti all'articolo

  • Di una persona scontenta ma che spera (---.---.---.134) 16 ottobre 2008 10:07

    quest’articolo è interessante per l’informazione in sè rispetto all’iniziativa della rivista di massimo Fini e soci ma anche perchè ben descrive le motivazioni dell’iniziativa ed il senso " politico" Fa nascere il desiderio di approfondire e conoscere meglio il pensiero che motiva quersti giornalisti.
    che stia nascendo una voce che dice qualcosa?
    non voglio illudermi ma insomma "perchè no !!!!!"
    alessandra[email protected]

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