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Obama nomina un’ambasciatrice per le tematiche femminili del Globo

Si chiama Melanne Verveer la donna che il 6 marzo il Presidente Barak Obama ha nominato Ambassador-at-Large for Global Women’s Issues, Ambasciatrice itinerante per le tematiche femminili globali.

Co-fondatrice e Presidente della Vital Voices Global Partnership, impresa non profit che investe nella promozione di donne leaders e pioniere in ambito economico, politico e sociale nei diversi paesi del mondo, con la nuova nomina Verveer diventa capo dello staff di Hillary Clinton al Ministero degli Esteri.

Ma Melanne Verveer non è nuova ad incarichi politici di prestigio. Prima di fondare Vital Voices è stata nell’Amministrazione di Bill Clinton come Assistente del Presidente e capo del personale addetto alla First Lady Hillary e quindi assistente di Hillary per le attività internazionali. In quegli anni Vermeer è stata in prima linea nel promuovere l’Interagency Council on Women (Consiglio per le questioni femminili) al quale si ispirano vari Paesi del mondo nell’affrontare le tematiche femminili. Le battaglie per i diritti civili nel globo l’hanno sempre vista in prima linea in quanto membro del Consiglio per le relazioni internazionali, nonché membro del Gruppo per le politiche femminili all’Estero.
Melanne Verveer, 65 anni, di famiglia originaria dell’ Ukraina, è nata a Pottsville in Pennsylvania, si è laureata alla Georgetown University in Lingue straniere e in particolare negli Studi concernenti la Russia. Sposata ad un avvocato di Washington, ha tre figli e due nipoti.
Questa nomina è senza precedenti e straordinaria nella storia degli Usa; vuole dimostrare l’attenzione particolare che il Presidente Obama dedica alle tematiche femminili nel mondo.
Una delle frasi celebri della Verveer: “quando sei giovane sei una persona tutta d’un pezzo, senza sfumature: o bianco o nero, o buono o cattivo. Poi arrivi a Washington e vedi i tuoi amici che arrivano al Potere. Allora incominci a chiederti: quali sono i compromessi che contano e perché… “
Per parte nostra ci auguriamo che i compromessi cui una donna politica deve sottomettersi non siano troppo compromettenti.
 
 

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