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Nessuna decisione dell’Ue sul rafforzamento del fondo salva-stati

Sul rafforzamento del Fondo salva-Stati ci sono ancora “divergenze”, ma “agiremo con la massima celerità per arrivare a delle conclusioni” da presentare al Consiglio Ue: lo ha detto il presidente dell' Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, senza però fissare alcuna data. “Abbiamo parlato di tutti gli ingredienti per arricchire il meccanismo anticrisi esistente - ha spiegato Juncker al termine della riunione dei ministri dell'Eurozona - e stiamo verificando varie opzioni. Ma è ancora troppo presto per pronunciarsi su quali saranno le conclusioni a cui arriveremo”.

“Non voglio fissarmi sulle date - ha aggiunto il presidente dell'Eurogruppo - ma il lavoro verrà effettuato con la massima celerità. Non bisognerà attendere un'eternità”. Il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, nei giorni scorsi aveva chiesto una decisione nel Consiglio Ue del prossimo 4 febbraio. Juncker ha quindi rassicurato sulla situazione economica e finanziaria della zona euro. “L'euro non ha problemi, e chi finora ha speculato sulla sua sparizione rimarrà deluso, perchè l'euro vivrà a lungo”, ha affermato. Il presidente dell'Eurogruppo ha quindi sottolineato come per quel che riguarda i piani di aiuti a Grecia e Irlanda “tutto procede come previsto”, mentre “le misure finora adottate da Spagna e Portogallo funzionano, sia a livello di consolidamento del bilancio sia a livello di riforme strutturali”.

Juncker ha quindi definito l'azione di Madrid e Lisbona “un esempio” da seguire. Anche il commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, ha parlato di “progressi” sul fronte della risposta alla crisi dei debiti sovrani e ha invitato in particolare gli Stati membri ad approvare al più presto la riforma della governance economica della zona euro “senza annacquare” le proposte avanzate dalla Commissione Ue. Quindi l’incontro dei ministri delle finanze dell’area euro si è concluso con un “nulla di fatto” sulla questione più importante all’ordine del giorno, le modifiche da apportare al fondo salva-stati, tra le quali quella di accrescerlo notevolmente. La riunione era sì preparatoria rispetto al Consiglio Ue del 4 febbraio, al quale spetteranno le eventuali decisioni. Ma il fatto che nella riunione svoltasi ieri non sia emerso un orientamento preciso può essere legittimamente interpretato sostenendo che esistono diverse posizioni fra i rappresentanti dei paesi che fanno parte dell’area euro: c’è che ritiene necessari cambiamenti di non poco conto al fondo salva-stati e chi invece crede che la situazione attuale non debba essere modificata. Insomma c’è chi ritiene che la crisi finanziaria richieda interventi di maggiore rilievo rispetto a quelli oggi possibili e chi invece non considera questi interventi necessari. A mio avviso questi ultimi sottovalutano la portata della crisi e la possibilità quindi che colpisca pesantemente anche altri paesi europei.

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