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Nello spazio con crudeltà: l’esempio dello scimpanzè iraniano

Non riesco a dimenticare quello sguardo, gli occhi sbarrati di una creatura indifesa vittima della crudeltà umana. Il mio cervello, e forse ancor più il mio cuore, rifiutavano quelle immagini tanto che per conoscere nello specifico la notizia ho preferito farlo attraverso la carta stampata anziché mediante telegiornale. Sto parlando del lancio nello spazio effettuato dall'Iran di una scimmietta che, ahimé, passerà alla storia come l'ennesimo esperimento cinico dell'uomo. Ma non solo. La comunità internazionale teme che la pratica sia stata solo l'anticamera per la messa a punto di missili a lungo raggio armati di testate nucleari.

Non ci deve consolare il fatto che, dopo aver percorso 120 km di altezza in una capsula cluastrofobica e in un ambiente che nulla ha a che vedere con il suo habitat naturale, il povero animale sia tornato sulla terra sano e salvo. Anche perché ad altre quattro scimmie spetta lo stesso destino. Sembrerebbe infatti che siano stati catturati in Asia esemplari pronti ad essere inviati tra le stelle dal programma spaziale di Teheran con la speranza che riportino giù dati interessanti per un lancio di astronauti iraniani che dovrebbe avvenire entro 5-8 anni.

Quando pensiamo ad animali nello spazio il primo riferimento che ci viene in mente è la cagnolina Laika, in realtà utilizzata come propaganda bolscevica. Laika non tornò giù, morì sullo Sputnik 2 nel 1957 ma non quattro giorni dopo aver vagato nello spazio come inizialmente ci avevano fatto credere. Il suo cuore smise di battere poche ore dopo il lancio. In Francia ricordano di certo il gatto Felix che tornò a terra con un paracadute. Prima dell'Iran erano gli americani ad imbarcare scimmie per lo spazio,32 in totale, ma non tutte sopravvissero. Tra queste spicca la storia di Ham, uno scimpanzè lanciato su un raggio Mercury nel 1961 a 263 km di altezza, tornato sulla terra un po' disidratato e affidato ad uno zoo della Carolina del nord, dove trascorse ancora tre anni di vita. Anche una tartaruga venne spinta fino alle orbite lunari dagli scienziati russi e anch'essa venne recuperata.

L'assurdità di questo esperimento iraniano sta nel fatto che a fronte dell'avanzamento della scienza, grazie ai simulatori e agli studi effettuati fino ad oggi, non si rende più necessario inviare animali nello spazio. Da qui il dubbio che serva ad altro.

Come si fa a decidere per un essere vivente che non ha la facoltà di potersi opporre? Cosa stava pensando e cosa avrebbe detto quella scimmia mentre la imbragavano per lanciarla in un viaggio che avrebbe non potuto avere ritorno?

Forse questa storia mi ha così impressionato perché le scimmie sono animali simili a noi e in quello sguardo terrorizzato ho rivisto lo sguardo di tanti uomini (e di tanti animali) che non possono difendersi ma sono costretti a piegarsi alla legge del più forte. Non è con queste azioni che l'uomo dimostra di essere un "animale" intelligente. Le differenze di cui parla la bioetica in questo caso non possono reggere.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.205) 19 febbraio 2013 16:24
    Sandro kensan

    Concordo con te quando scrivi: «Forse questa storia mi ha così impressionato perché le scimmie sono animali simili a noi e in quello sguardo terrorizzato ho rivisto lo sguardo di tanti uomini (e di tanti animali) che non possono difendersi ma sono costretti a piegarsi alla legge del più forte.»

    Però non mi rimane altro che farti presente il caso particolare ovvero che si parla della scimmietta che a me ha fatto tanta pietà proprio perché è stata torturata dagli iraniani che a nessuno interessa che fine faranno nella prossima guerra e che poi sono nemici del più forte in assoluto ovvero gli americani.

    Invece per gli americani e le loro moltissime, e non una, scimmiette cosa è stato riservato? Inni e gloria nei secoli. Due pesi e due misure? Senz’altro i deboli si possono criticare mentre i più forti si possono solo osannare.

    Quindi siamo sempre la a difendere non il più debole come la scimmietta tenerissima ma il più forte: gli americani. La scimmietta degli USA non è uguale a quella degli iraniani? Senz’altro no e non perché noi siamo razzisti, non cambia mai nulla nel mondo, sempre a difendere il più forte e a bastonare il più debole.

    Questo non vuole essere una critica all’articolo ma una critica generica alla Stampa che si occupa di criticare l’operato dei deboli e di osannare l’operato del più forte.

    • Di (---.---.---.102) 19 febbraio 2013 17:02

      Le scimmiette iraniane sono perfettamente identiche per parità di diritti a quelle americane. E così come sbagliano gli iraniani sbagliano gli americani. Ho scritto questo intervento perché sono rimasta molto scossa dal caso specifico che mi sono accorta rappresenta solo la punta dell’iceberg degli esperimenti fatti sugli animali nello spazio. Volevo sottolineare la crudeltà dell’uomo, senza distinzioni di pelle, lingua o bandiera. L’errore che spesso fa la Stampa, (non tutta ceerto) come dici tu, è quello di osannare i più forti; lo stesso sistema sembra reggersi sull’esaltazione delle doti di chi prevale, una sorta di legge di matrice darwiniana: chi sopravvive, chi non si piega ma fa piegare, è il vincitore e merita di affermarsi. E’ il principio del superuomo estremizzato e incancrenito nelle dittature nazista e fascista. E’ un messaggio sbagliato che dobbiamo cercare di controvertire. Dovremmo invece fermarci a riflettere, captare un segnale di come le insidie della degenerazione siano sempre in agguato anche in gesti come quello dell’invio di un animale nello spazio. Ancor più nelle guerre tra popoli. E spero che una piccolissima goccia nel mare della riflessione sia rappresentata anche dai nostri commenti...

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