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Nel nuovo ’Vietnam’ afghano i morti valgono di più di quelli in terra italiana?

E’ difficle poter valutare i morti eppure è così: quelli morti per l’attentato a Kabul sono meritevoli di onori e di grandi cerimonia e noi condividiamo questo riconoscimento. Però vorremmo che anche i morti ’nostrani’ quelli che perdono la vita sul suolo italiano dalle morti ’bianche’ sul lavoro, all’inquinamento, alle ’stragi’ sulla strada o per la droga o per il terrorismo, come pure i suicidi vari per disperazione venissero valorizzati e avessero lo stesso riconoscimento di quelli che imbracciano il mitra e stanno sotto la bandiera tricolore. Perchè bene o male, tutti questi, hanno deciso da soli di ’rischiare’ la propria vita in una ’terra’ avversa sia quela straniera, sia quella della propria Patria seppur indotta o causata da altri!

Forse qualcuno già si immagina cosa sto per dire e non si sbaglia. Sì, voglio dire che i nostri cari sei giovani rimasti uccisi l’altro giorno a Kabul a causa di un attentato dei Talebani non possono essere trattati così come se noi italiani cadessimo dalle nuvole per quest’asprezza delittuosa in quel paese così lontano e così vicino. Chi parte con il mitra in mano per andare in territori di guerra dovrebbe saper bene, benché le nostre missioni siano dette falsamente di pace, quale sia il rischio della vita e quali possono essere le conseguenze cioè l’uccisione da un momento all’altro. Gli onori a questi ragazzi vanno fatti ed è giusto così però basta con questa retorica istituzionale e degli stessi mass-media che vogliono strappare lacrime da ogni parte senza dirci che quel territorio è denso di pericoli ad ogni angolo e che quindi quelle morti sono il risultato di una politica voluta dalla nostra classe dirigente nazionale ed internazionale. Prima chi andava sugli scenari bellici erano i ragazzini della naja, oggi no. Chi decide di partire è chi cerca di passare del tempo all’estero in posti a rischio per cercare di racimolare qualche soldarello in più sperando di non lasciarci le penne.

Per molti è così, per altri, come questi nostri sei disgraziati ragazzi, non è stato così! Accolgo il dolore dei loro familiari che è straziante vedersi portar via dei bei giovani nel pieno della vita, ma sono loro che hanno scelto di andare lì e lì di svolgere il loro dovere scelto e non imposto. Potevano benissimo starsene al loro plotone nelle loro caserme italiane dove all’ora giusta se ne sarebbero andati a pranzo a casa con i piedi sotto il tavolo in compagnia dei loro cari. Ed invece hanno scelto di andarsene laggiù in quel paese dove da anni il presidente Busch e oggi Obama cercano di imporre la democrazia, ma questo non è possibile, assolutamente, né lì né altrove. Ma si vuole insistere. Questo secondo e tremendo ‘Vietnam’ non è solo per gli Usa, ma anche per noi europei e per noi italiani. E quando un giorno tutte le truppe se ne saranno andate dall’Afghanistan e non avranno ottenuto niente su niente allora ci chiederemo se è valsa la pensa imbarcarsi in un’avventura del genere e se valeva proprio la pena di lasciare morire migliaia di ragazzi sotto il terrore dei Talebani. E sarà ancora ‘no’ la risposta! Allora domandiamoci se quelle morti sono migliori di quelle altre morti di persone che subiscono la ‘violenza’ di una società che sopporta e accetta gli incidenti stradali nel nostro paese e nessuno fa niente perché ciò sia almeno ridotto drasticamente perchè di fronte ai bollettini ‘di guerra’ delle nostre strade nessuno di indigna come i morti in Afghanistan, perche? E i morti per suicidio tra gli adolescenti in Europa, e per i morti per droga, e i morti per disperazione senza lavoro come alla Telecom France… eppure anche in questi casi sono stati loro che hanno voluto prendere l’auto e andare sulle strade rischiando, hanno voluto farsi quella dose, hanno voluto trovare un modo per uccidersi benché giovanissimi, oppure lasciarsi andare alla disperazione e farsi morire…



Ma per questi non c’è indignazione, non c’è riconoscimento delle cause drammatiche che anche QUESTI subiscono per un mondo pieno di insidie come quelle che i nostri sei militari hanno trovato sulla strada per la capitale afghana. I morti non hanno colore, né partito, ma nemmeno hanno distinzione solo perché portano una divisa o perché rappresentano l’Italia, perché anche i nostri morti ‘casalinghi’, quelli che ho ricordato avanti, non fanno parte e rappresentano l’Italia nel contesto europeo e mondiale quando vanno ad incrementare le tristi statistiche degli scomparsi anche a seguito di malattie terribili per inquinamenti delinquenziali come ad esempio quello di Marghera? Eppure tutto finisce lì per questi morti. Nessuno fa leggi per condannare i responsabili che trovano sempre una via di uscita per non pagare il costo delle loro responsabilità. Sono morti di serie B? Neanche per sogno. Ma il nostro stracciarci le vesti per dei soldati andati in territori altrui seppur con la benedizione delle nostre istituzioni e sotto le nostre bandiere per portare la giustizia e la libertà come anche la cosiddetta democrazia, è troppo fuori le righe. Anche gli ALTRI NOSTRI morti, pur rimanendo in questo paese e pur non imbracciando il mitra né una bandiera, patiscono e muoiono anche morti ‘violente’ per come questo Stato, questi nostri governanti, continuano ad amministrare questo paese. Per di più senza riconoscere a queste ‘morti bianche’ (comprese quelle sul lavoro), lo status di ‘morti rosse’ come quelle dell’Afghanistan. Come rossa è la vergogna che ci pervade nel notare le contraddizioni altamente stridenti del senso dello Stato di cui si riempiono la bocca molti dei nostri ‘rappresentanti’ politici, tanto da farci inorridire sempre più di fronte a drammi come questi. Non tanto per il fatto in sé, ma per il drammatico confronto con la realtà di ogni giorno e che loro non riescono più a governare e che ogni giorno continua a mietere vittime senza mitra e senza bandiere. Quali morti valgono di più? 
 

Commenti all'articolo

  • Di Luciano B. L. (---.---.---.241) 22 settembre 2009 12:56

    I morti hanno la stessa valenza, a presindere dal colore. Quelle rosse, però diminuirebbero assai se si riconoscesse il principio dell"autodeterminazione dei popoli" e se si individuassero i veri nemici del genere umano ovvero, per non far retorica, i "nemici di classe".
    Roba d’altri temi? No, roba dell’altro mondo non farlo più.

  • Di COSIMO (---.---.---.150) 22 settembre 2009 15:10

    L’articolo è capzioso ed ha: dato che in Italia si muore, sul lavoro, sulla strada, per malasanità ecc. NON SUONATE LA GRANCASSA QUANDO MUOIONO DEI SOLDATI. 
    Se fosse solo questione di dare onore a tutti i morti, nulla vieterebbe di fare manifestazioni commemorative anche per loro e divese volte si fanno veramente.
    Ci si vuole impegnare perchè ci siano meno morti sul lavoro?
    Ci si vuole impegnare perchè ci siano meno morti sulla strada?
    Chi impedisce di spendersi nel sociale, nella politica, nella religione ecc. per rimboccarsi le maniche?
    Per me lo scopo dell’articolo è solo quello di criticare il governo nascondendosi dietro la uguaglianza delle morti.

    • Di Bruzio (---.---.---.58) 23 settembre 2009 10:00

      Cosimo,
      la tua risposta uterina è emblematica. Chiunque parli o dica qualcosa di politica di economia o di cultura subito deve essere sottolineato se parla bene o male di questo scalcinato governo. EMBE’????? hai trovato la mano santa ? la coperta di linus in Berlusconi e nei suoi 4 sgherri di bassa lega? L’articolo non è diretto al governo ma parla in generale della retorica dello stato e se sei stato sveglio tutti hanno fatto le loro dichiarazioni a destra e a sinistra con la disgraziata eccezione di bossi che come sai è alleato fondamentale di questo tuo bel governo.
      Gli ignoranti e illetterati come te lo sostengono perchè vvedete in questo una soluzione ai vostri problemi. E’ lo stesso meccanismo con cui certe persone di napoli o di Palermo si affidano alla protezione della mafia, non gli importa cosa sono gli importa semplicemente che a loro le cose vadano bene indipendentemente dal fatto che quelli magari impongano il pizzo o spaccino droga ecc ecc ecc
      La gente come te ha portato l’Italia nelle mani di questi cani...
      Cosimo, sei nato pecora, e pecora in ginocchio morirai.

  • Di paolo praolini (---.---.---.27) 22 settembre 2009 23:33

    Piero,
    voglio rispondere al tuo articolo perchè qualche giorno fa’ con la redazione ho posto esattamente la tua stessa questione!
    Ho razionalizzato quanto accaduto a Kabul ed ho immediatamente ricostruito un parallelismo con i fatti che quotidianamente avvengono in Italia, vedasi le morti bianche sul lavoro.
    Due trattamenti diversi, eppure le ’morti sul lavoro’ sono un problema enormemente più grande con centinaia di morti ogni anno.
    Ma per questi nessun rispetto, nessun riconoscimento, nessuna attenzione istituzionale.
    Nei cantieri, nelle Thyssen, nelle fabbriche si continua a morire ogni giorno nel più assoluto silenzio istituzionale.
    Per rispondere a COSIMO voglio evidenziare che il problema segnalato da Piero non riguarda ne la sinistra ne la destra, è un problema istituzionale a cui sempre e dico ’SEMPRE’ si vogliono chiudere gli occhi.
    Guardatevi intorno, quanti cantieri edili ci sono non adeguati e non a norma, quante fabbriche non rispettano le minime norme di sicurezza, quante fabbriche o attività dove lavorano extracomunitari sottopagati eludono ogni regola civile di garanzia.
    Le istituzioni vogliono far finta di non vedere e per molti imprenditori questo è molto comodo, fino al giorno che non vorrebbero che fosse mai arrivato, in cui qualche sventurato anzi disgraziato ci lascia le penne.
    Questa non è Giustizia, questo è ora che finisca, non possiamo più accettarlo.
    Si, allora riconosciamo quanto merita ai militari che eroicamente hanno concesso troppo per la Patria, ma facciamolo per tutti.
    La vita ha un valore unicamente universale.

    L’articolo ha colto nel segno!!!!!

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