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Morte delle primarie per indegnità della sinistra

Dopo le primarie "famigerate" di Napoli, il gennaio scorso, avevo preso posizione a favore dell'innocenza dei candidati fino a prova contraria. Pensavo che destituire lo strumento in partenza, non accettando il verdetto di queste urne fatte in casa, era come delegittimare lo stesso metodo a priori. I fatti mi hanno dato torto. Ma non pensavo fino a questo punto, dopo l'esito di quelle palermitane. Su un'unica cosa avevo ragione: ora le primarie sono davvero senza senso. Non facciamole più, servono solo ad irritare i già disgustati elettori. Sempre più potenziali.

Incredibile, poi, che avvengano brogli in una stagione in cui il centrosinistra, a partire dal Pd, tenta un rilancio a berlusconismo morto. Il tafazzismo della sinistra italiana non è solo un modo di dire. Riuciranno a riabilitare il Popolo della Libertà e la Lega, ormai ne sono sicuro.

Come è possibile che accada tutto ciò? E non una voce si sta levando, dalle segreterie dei partiti, contro questo scandalo. In questa occasione, e proprio in una terra tanto delicata come la Sicilia (così come per Napoli), ci sarebbe voluta un'operazione di trasparenza totale, asfissiante, persino paranoica. Niente, la Procura ha iniziato ad indagare il giorno dopo la vittoria di Ferrandelli. Tra l'altro, non credo che siano le procure a dover intervenire, essendo una votazione non ufficiale, ma gli stessi partiti. Che invece hanno preso ad accapigliarsi sul vincitore, come una qualunque lotta la coltello per una poltrona e non un sereno confronto partecipativo giocato in "famiglia".

Basta, dichiaro la morte delle primarie per indegnità di chi le indice. Sono ormai un'ennesima occasione per ribadire quanto la sinistra italiana sia un nulla, un nulla pericoloso e meschino. Un nulla di appetiti da poco e accaparramenti sottobanco. Le primarie si fanno nei paesi civili, qui sarebbe più coerente una scazzottata, e chi resta in piedi si candida.

Credits Foto: Blog Sicilia

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