• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Monti e Merkel: battaglia su eurobond e spread

Monti e Merkel: battaglia su eurobond e spread

Si avvicina il vertice europeo in programma a Bruxelles il 28 e 29 giugno, dal quale potrebbero scaturire novità importanti per il futuro dell’Eurozona. Mario Monti proverà a far valere le ragioni italiane, cercando di convincere la Germania a utilizzare il fondo europeo salva-stati per diminuire lo spread dei cosiddetti “Paesi virtuosi”. Un compito davvero arduo per il premier italiano, vista l’intransigenza della Merkel sugli eurobond.

Angela Merkel appare quindi sempre più determinata nel suo "nein" agli Eurobond. La Cancelliera tedesca fa sapere che finché avrà vita non ci sarà nessuna emissione di debito pubblico condiviso. Grande delusione tra i Paesi dell’eurozona che vedono così affondare il “salvagente” rappresentato dalle obbligazioni europee. Un comportamento, quello della Merkel, che non esito a definire autarchico quanto egoistico. 
 
Una vera e propria tempesta per l’eurozona: il rifiuto di Angela Merkel sugli eurobond ha gelato le borse europee, e le timide quanto utopistiche prospettive di ripresa si sono dissolte come neve al sole. La posizione inflessibile della Germania complica ulteriormente una situazione già drammatica in Europa, oltre ad insinuare seri dubbi sull’effettiva volontà di sopravvivenza per l’euro. Questi sono segnali inequivocabili che la dicono lunga su quanto poco la Cancelliera creda nell’effettiva tenuta dell’eurozona.
 
La Germania ha da sempre rappresentato (insieme alla Francia) un paese guida per l’Unione europea, tuttavia la decisione di non emettere obbligazione europee, potrebbe indurre alcune nazioni del Vecchio continente a valutare seriamente un futuro fuori dall’eurozona. In Italia la possibilità di smarcarsi dall’euro era già stata ventilata da Grillo, e recentemente anche da Berlusconi. Tuttavia un ritorno alla lira potrebbe risultare nefasto per gli Italiani, almeno quanto lo fu il passaggio alla moneta unica, avvenuto nel 2002.
 
Alcuni istituti di credito europei avrebbero preventivato un eventuale fallimento dell’eurozona, al punto da mettere allo studio, già da diversi mesi, piani economici per un’eventuale riconversione. Nonostante le prospettive di salvezza per l’euro siano ormai ridotte al lumicino, sarebbe opportuno che i leader europei si consultassero prima di prendere decisioni unilaterali che solo a sentirle gettano nel panico gli operatori finanziari e affondano le borse europee; come fatto da Berlino per gli eurobond.
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares