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Terrorismo islamico: "Allah Akbar" trionferà?

Nel lungo termine l'Occidente sembra destinato a perdere la sua guerra al terrorismo islamico. La buona notizia è che il nostro Paese non sembra coinvolto direttamente da questo conflitto di civiltà. Le Nazioni interessate, invece, sono quelle che depredano e sfruttano impunemente proprio quei popoli, che poi in forma di rappresaglia applicano la strategia del terrore. Il ruolo dell'Italia è marginale come sempre, tuttavia, questo ci consente di rappresentare un obbiettivo di secondo piano per i terroristi. 
 
Tutti i recenti attentati hanno, infatti, interessato esclusivamente certi Paesi perché considerati rei di una politica particolarmente aggressiva e interventista nelle zone petrolifere del Medio Oriente. Destabilizzare i Governi, armare i ribelli di turno per poi bombardare anche quelli, sono le classiche tecniche occidentali per mantenere cinicamente l'egemonia su questi territori. Risultato: le popolazioni che vivono in questi luoghi sono sottoposte sistematicamente alla guerra, s'impoveriscono in maniera cronica ed emigrano verso l'Europa col "dente avvelenato".
 
Inutile negarlo, gli obiettivi primari nel contesto europeo sono: Regno Unito, Germania e Francia. Oltreoceano anche Stati Uniti si trovano nel mirino di "Allah Akbar", tuttavia, la loro collocazione geografica in qualche modo li preserva dalla guerriglia continua. Come abbiamo visto per colpire gli Usa è necessario pianificare un attentato pianificato modello 11/9. Più semplice e meno dispendioso, invece, colpire il Vecchio continente. E' sufficiente prendere possesso di un'automobile entrare nel centro urbano di una città e iniziare a falciare passanti come se stessimo giocando a GTA 5 (a quanto pare Isis utilizzerebbe la piattaforma di questo noto gioco per diffondere video informativi di prossimi attentati). Se poi il mezzo di trasporto fosse farcito di esplosivi, agenti chimici o ancora peggio radioattivi, allora un singolo terrorista potrebbe mietere centinaia di vittime in un colpo solo.
 
La prima soluzione che viene in mente, per arginare una simile strategia, sarebbe quella di blindare i centri storici della città maggiormente interessate. Sbarrare tutte le vie d'accesso carrabili attraverso e utilizzare passaggi a livello con posti di blocco militari nei punti di accesso. Se oggi queste considerazioni potrebbero apparire esagerate domani potrebbero rappresentare la nuova quotidianità. Nonostante queste eccezionali misure di difesa, la maggiore determinazione (imbottita di rabbia) da parte di quei popoli che da oltre un secolo sono succubi e impotenti di fronte al colonialismo occidentale, potrebbe risultare decisiva. Non dimentichiamo che questa persone sono abituate, loro malgrado, a soffrire, combattere, fino a immolarsi per la propria causa.
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