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Mai con Barabba Netanyahu!

Gesù e Barabba. Chi sono e cosa rappresentano?

Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro e Benjamin Netanyahu alla cerimonia di apertura della missione commerciale Brasile-Israele, 2 aprile 2019

L'episodio della scelta degli ebrei tra Gesù e Barabba è una metafora fondativa del nascente cristianesimo. Non casualmente è riportato in tutti e quattro i vangeli.

È chiaramente una metafora, perché si tratta di un evento storicamente impossibile. Un rappresentante dell'autorità romana di occupazione, infatti, non avrebbe mai consentito il rilascio, a furor di popolo, di un terrorista sovversivo come Barabba. Avrebbe piuttosto disperso la folla e impalato il terrorista sovversivo.

La scelta tra Gesù e Barabba, descritta nei quattro vangeli, esemplifica la scelta che gli ebrei fecero tra un messia trasformato dal nascente cristianesimo in Salvatore universale di anime e il messia politico-militare della tradizione giudaica.

Gli ebrei, all'inizio del II secolo d.C., continuarono a scegliere il secondo e si attirarono l'ira devastatrice dell'impero romano. L'ultimo di una lunga serie di Barabba, un certo Bar Kokheba, venne sconfitto dai romani nel 135 d.C. e, dopo la sua sconfitta, l'imperatore Adriano decise di radere al suolo Gerusalemme e di edificare, al suo posto, Aelia Capitolina.

Il popolo ebraico pagò a carissimo prezzo il suo estremismo e la sua volontà di non sottomettersi all'impero romano. Nessuna popolazione, tra quelle sottomesse all'impero, subì la violentissima repressione che subì il popolo ebreo. Da allora iniziò la loro diaspora. 

Poco meno di duemila anni dopo, sembra non essere cambiato niente in Terra d’Israele/Palestina!

Il popolo d'Israele continua a farsi sedurre dal Barabba di turno, tale Benjamin Netanyahu.

Chi è Benjamin Netanyahu? È innanzitutto il mandante morale dell'assassinio di Yitzhak Rabin, il primo ministro israeliano che, 30 anni fa, avviò, insieme al presidente palestinese Arafat, il processo di pace destinato a concludersi con la nascita dello Stato di Palestina. Quel processo di pace fu stroncato dall'assassinio di Rabin da parte di un ultranazionalista israeliano accanitamente contrario alla nascita dello Stato di Palestina.

Sull'assoluta contrarietà alla nascita dello Stato di Palestina, Benjamin Netanyahu ha impostato tutta la propria carriera politica. E’ così riuscito a sintonizzarsi sugli umori profondi ed estremistici del popolo israeliano, da cui è stato ricompensato con un ampio e duraturo consenso elettorale, grazie al quale è diventato il primo ministro israeliano più a lungo in carica.

Netanyahu è anche riuscito a sconfiggere politicamente un grande generale israeliano, Ariel Sharon, saggiamente convertitosi, alla fine della sua esperienza politica, all’idea dei due Stati per due popoli in Israele/Palestina.

Come tutti i populisti, Netanyahu è sempre e solo stato interessato a fare incetta di voti e umori plebei, senza mai offrire una soluzione al secolare conflitto israelo-palestinese, ossia al principale problema d’Israele. E’ arcinoto che le soluzioni di quel conflitto, se si vuole rimanere nel perimetro della Civiltà, possono essere solo due: o la nascita di uno Stato palestinese accanto allo Stato d'Israele, o la concessione del diritto di voto ai palestinesi all'interno dello Stato d'Israele. Per essere ancora più sintetici: o due Stati, o uno Stato binazionale (come il Belgio).

Evidentemente, nel perimetro della Civiltà, il signor Netanyahu non vuole rimanere, visto che vuole perennemente tenere i palestinesi in una condizione di schiavitù, sottomissione e segregazione. Anzi, sfruttando l'occasione offerta dai recenti e orrendi attentati di Hamas, sta provando a giocare la carta della pulizia etnica con l'esodo, a suon di bombardamenti aerei, della popolazione palestinese di Gaza.

Il mondo civile, che si fonda sul riconoscimento della dignità di tutti i popoli e di tutti gli individui, non può accettare questa "soluzione" del conflitto israelo-palestinese, incredibilmente simile alla hitleriana soluzione finale della questione ebraica.

Continuando ad accordare la propria fiducia a Benjamin Netanyahu, il popolo d'Israele continua ad essere vittima del suo atavico estremismo, cinicamente cavalcato dal Barabba di turno.

Quasi duemila anni fa, Israele rifiutò di sottomettersi all'impero romano e pago' questo rifiuto con la distruzione e la diaspora. Oggi rifiuta di sottomettersi al diritto internazionale e ai principi della Civiltà occidentale, trasposti negli innumerevoli pronunciamenti delle Nazioni Unite sulla questione palestinese.

Dubito che ci possa essere un rinsavimento.

Il pessimismo spadroneggia e la preparazione al peggio continua.

Foto Palàcio do Planalto/Wikimedia

Commenti all'articolo

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.177) 19 ottobre 2023 10:34
    Fabio Della Pergola

    Sono d’accordo in buona misura con l’articolo. Salvo che per un particolare che sembra sfuggire sempre nelle analisi su questo conflitto: le soluzioni indicate sono sempre e solo due. O i due stati per i due popoli o lo stato unico e binazionale (a parità di diritti per entrambi). Che corrispondono a una sorte di lucidità razionalista tipicamente occidentale. In realtà esiste anche una terza possibilità. Quella che, stabiliti e concordati i confini tra Israele e i Territori occupati dal 1967 e finalmente liberati, si ricominci daccapo con la lotta per la "liberazione" dei territori occupati dal 1948 e ancora da liberare. Con la stessa strategia, ma con una prossimità molto maggiore (una ventina di km) alle aree più densamente popolate di Israele. Dopotutto Hamas sembra essere la formazione maggioritaria fra i palestinesi e nel suo statuto fondativo non ha mai contemplato alcun accordo, se non temporaneo e funzionale al proseguimento della "lotta di liberazione", con lo stato ebraico. L’obiettivo è, nero su bianco, "porre nel nulla l’entità sionista". Cioè annullare, con l’aiuto di dio e nei tempi e modi stabiliti dalla disparità di forze sul campo, l’esistenza stessa di lsraele.

    • Di Rocco Di Rella (---.---.---.87) 19 ottobre 2023 12:12
      Rocco Di Rella

      Quindi, ogni scusa è buona per non far nascere lo Stato di Palestina o per non concedere pari diritti ai palestinesi all’interno dello Stato d’Israele!!! Hamas non rappresenta i palestinesi; è solo una delle fazioni del campo palestinese. I legittimi rappresentanti dei palestinesi vanno fatti scegliere dai palestinesi con libere elezioni, che non si tengono, se non sbaglio, dal 2005! Dopo le elezioni, da tenere quanto prima, si avvii un vero negoziato tra le parti e si sottopongano i suoi esiti a due referendum da tenere nei due Stati. Io non vedo altre vie d’uscita CIVILI! Le altre sono tutte scorciatoie della stessa bassezza dei più spregevoli persecutori degli ebrei.

  • Di paolo (---.---.---.149) 19 ottobre 2023 14:04

    Io con Fabio da anni ci dialogo. Spesso mi trovo d’accordo. Altre volte no. Da buon radicale filo atlantista lui parte da un postulato : Il mondo arabo (generalizzo) vuole il reset di Israele. Sulla base di questa premessa, peraltro anche storicamente tutta da dimostrare, quello che fanno gli israeliani (sempre meno tali e sempre più ebrei integralisti) non conta. Tutto è giusto e tutto è lecito sulla paese del principio di sopravvivenza. A corredo di questo modus operandi, per esempio, Israele non ratifica il trattato che riconosce la corte internazionale penale contro i crimini di guerra. Che viceversa era stato ratificato dall’autorità palestinese. Passo dopo passo cosi si è arrivati a Netanyahu, che è il vero creatore di Hamas con tutto l’occidente a corredo. Creato il mostro a questi punti tutte le ragioni umanitarie, storiche e politiche dei palestinesi non valgono più. Ergo l’unica soluzione è quella di fare il reset totale dei palestinesi ( a prescindere), occupare tutti i territori compresa la Cisgiordania e operare una sostituzione etnica. Non due popoli due stati (ONU ), ma un solo stato (Israele) e un solo popolo (ebraico). E cosi il cerchio si chiude. Con il beneplacito di USA, EUROPA, RUSSIA e persino TURCHIA che se trae qualche vantaggio non pone limiti.

    Questo è il futuro prossimo. E gli integralisti arabi faranno fuoco e fiamme che finiranno nel nulla (come sempre).

  • Di paolo (---.---.---.59) 19 ottobre 2023 14:06

    errata corrige "base" e non paese.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.228) 20 ottobre 2023 15:41
    Fabio Della Pergola

    Definire "scusa" quello che sta scritto nello statuto di Hamas, che è declamato a gran voce dai barbuti iraniani o libanesi e che è stato ripetuto per l’ennesima volta, ancora oggi, da un alto esponente della Jihad islamica, sinceramente mi sembra un’analisi quantomeno superficiale. Oltretutto Hamas non è una formazione fra le altre, ma quella che alle elezioni del 2006 prese la maggioranza dei voti. Poi di elezioni non si è più parlato (chiedete a Abu Mazen il motivo) ma nei sondaggi è sempre in testa, salvo se dall’altra parte si dovesse presentare Mustafà Barghouti.

    • Di Rocco Di Rella (---.---.---.134) 20 ottobre 2023 16:36
      Rocco Di Rella

      La superficialità è di chi non si rende conto di teorizzare la pulizia etnica ai danni del popolo palestinese.

      Hamas è stata creata dall’estremismo di Barabba Netanyahu, che ha tagliato le gambe alle fazioni palestinesi dialoganti.

      Gli israeliani rimpiangeranno Arafat. Anzi, lo stanno già rimpiangendo.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.184) 20 ottobre 2023 15:47
    Fabio Della Pergola

    Difficile rispondere invece a Paolo che, come spesso gli accade, manipola la storia per aggiustarsela un po’ come gli pare. Qui addirittura si inventa che Netanyahu sarebbe il vero creatore di Hamas, con tutto l’occidente a corredo. Che a me fa un po’ ridere, ma un palestinese potrebbe pure incaxxarsi, visto che gli dà implicitamente del decerebrato manovrato dagli israeliani. Vabbè, lo so, è un polemista, non uno studioso di storia e fa analisi un po’ così. 

  • Di paolo (---.---.---.86) 22 ottobre 2023 10:57

    Caro Fabio, io ti capisco. Quando il collo è girato sempre dalla stessa parte non si può avere una visione completa. Certo che Netanyahu è uno dei responsabili della nascita di Hamas e lo ha ben capito l’autore di questo articolo. Lo sa anche un pollo che se tu applichi l’estremismo (nazista e razzista) in cambio ricevi la stessa moneta. Chi pensi che abbia prodotto l’ISIS? Tua nonna?. Si chiama principio di azione e reazione. La risposta all’estremismo è l’estremismo, non un segnale di amorosi sensi.

    Purtroppo quando si è fanaticamente schierati da una parte si perde il senso dei fatti e della storia. Sei rimasto un radicale, ma purtroppo per te nel senso peggiore del termine. 

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