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Lode alla FIAT

Ma vi ricordate lo spot di circa un anno fa della nuova FIAT 500? Una di quelle pubblicità fatte apposta per emozionarci, quella con quel bambino che con un aria di sorpresa vede al cinema lo scorrere delle immagini che rappresentano la nostra storia recente.

Si sono permessi di usare le immagini di tante persone morte come Arturo Toscanini, Philippe Noiret, James Dean, i giudici Falcone e Borsellino, e anche Antonio De Curtis in arte Totò.

Vi giuro che vedendo quello spot ho avuto la stessa espressione di quel bambino, si proprio di sorpresa. Che poi inevitabilmente si trasforma in una grossa incazzatura.

Immagino la faccia degli operai che fanno turni massacranti o che magari sono finiti in cassa integrazione quando vedevano quello spot così emozionante.

Ma mi piacerebbe immaginare la faccia di Falcone o di Borsellino se dovessero vedere la loro immagine prestata per pubblicizzare un’automobilina destinata ai fighetti falliti. Oppure quella di James Dean, proprio lui che è deceduto schiantandosi con l’auto. Totò non so, forse se ne uscirebbe con un "Perbacco".

La pubblicità esordisce con "La Fiat è nostra", si è uno slogan che dovrebbe corrispondere alla realtà visto che è ormai un secolo che lo Stato, e quindi noi, sborsa fior di quattrini per rimpinguare le casse perennemente svuotate della Fiat dovute dalla incapacità imprenditoriale della dinastia Agnelli.

Dopotutto se uno come Lapo preferiva spendere i nostri soldi in festini privati saranno cazzi suoi, no?

Tra sovvenzioni, incentivi, sgravi fiscali e cassa integrazione, la Fiat in un Paese normale, dovrebbe essere da tempo nostra, cioè da chi finora lo ha mantenuta, e quindi nazionalizzata.



"Ma no incarcerato! Cosa cazzo dici? Bestemmi?". Si perchè nel nostro anomalo Paese la nazionalizzazione è tabù, noi diamo i soldi a sbafo, ma guai a pretendere qualcosina, nemmeno una azione, per carità.

In Europa, importanti case automobilistiche, come la Renault, sono a partecipazione statale: sarebbe una pratica logica prevedere "tanto di do, tanto mi prendo in azioni". Ma il nostro non è un Paese normale. Se siamo gli unici che regaliamo i soldi alle Banche pur di salvarle, mi dite cosa pretendiamo?

E intanto la Fiat ci regala emozioni con le sue belle pubblicità, sembra che sia democratica e addirittura progressista. Si proprio quella che aveva appoggiato con grande vigore il Fascismo, quella che ha sperato nelle due guerre mondiali. La prima guerra mondiale era stata una manna dal cielo, e se l’Italia è entrata in quella trucida guerra forse lo zampino ce lo aveva messo proprio la grande famiglia Agnelli. Quanto erano contenti di vendere autocarri, autoblindo, aerei, mitragliatrici, bombe. E quando era bello guadagnare sullo sfruttamento della manodopera, tanto è vero il giornale socialista Avanti già scriveva : "Entrando alla Fiat gli operai devono dimenticare nel modo più assoluto di essere uomini per rassegnarsi a essere considerati come utensili".

Poi la seconda guerra mondiale che con grande orgoglio sosteneva i golpisti di Francisco Franco oppure le sanguinose battaglie di El Alamein.

E vogliamo parlare della "modernità" portata da Agnelli subito dopo il fascismo, e precisamente nel 1966 quando venne decretato l’affossamento del trasporto pubblico e l’avvallamento del trasporto privato? E così l’Italia si apprestava a diventare il Paese più inquinato del mondo.

Tanto è vero che oggi se io dico a qualcuno che non ho l’auto, ti guardano con gli occhi che escono fuori dalle orbite, rimangono così allibiti, automaticamente diventi un uomo del ’700, uno fuori dal mondo. Ma cosa protendiamo, viviamo in una società dove il ragazzino appena compiuto 18 anni ha subito la macchina. Viviamo in posto dove per fare dieci metri di strada si prende la macchina.

E intanto ogni giorno e ogni notte qualcuno muore per incidenti di auto, e ogni maledetto giorno si muore lentamente con i gas che emettono.

E intanto la Fiat ci regala delle belle emozioni con le sue pubblicità, in cambio della nostra stessa esistenza.

Commenti all'articolo

  • Di mabo (---.---.---.59) 17 febbraio 2009 16:38

    Bello e interessante.
    Un saluto.
    Mauro Bonaccorso

    • Di Paolo Praolini (---.---.---.82) 17 febbraio 2009 22:51

      Un concetto espresso bene e limpidamente come non mai!
      E’ stupido ripeterlo ma dobbiamo farlo e ragionarci sopra, siamo soci nelle perdite mentre con gli utili qualcuno organizza anche dei bei festini con travestiti, e magari un giro di cocaina.
      Il problema è sempre lì, della politica che è totalmente subalterna alle lobbies del potere economico.
      Forse accade in tutto il mondo, ma da noi sicuramente di più.

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