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Libia: il tesoro da dividere

La tragedia in atto in Libia si presta non solo alla semplice cronaca della cinica fine di un Rais e delle sofferenze di un Popolo, ma bensì a qualcosa di più. Corsi e ricorsi storici si affermano ancora una volta. Al largo delle coste Libiche c’è un grande fermento di mezzi potenti da combattimento, navi di ultimissima generazione. Sono questi gli "aiuti umanitari?" Mostro i miei dubbi. La Libia è un Paese dalle risorse non certo indifferenti e il pensiero non può non correre all’interesse che ci può essere dietro a questo fermento "umanitario". Si tratta forse di navi mercantili? C’è un piano concordato di aiuti ben definito? Vediamo e riflettiamo. Non senza scetticismo.

La notizia per eccellenza riguarda la tragedia Libica e non potrebbe essere che così. E’ stato detto e riportato di tutto, ma non forse qualcosa sul futuro di questa Regione del Medio Oriente così vicina all’Europa. Capeggiano le immagini dei raid aerei ordinati da Gheddafi, la drammaticità viene avvertita in tutta la sua portata; ed è giustificata. Attenzione però a non pensare a quello che potrebbe essere l’imminente futuro di questo Popolo; sorvolare sulle grandi manovre che sono in corso di fronte alle coste libiche sarebbe quanto mai da sprovveduti o da struzzi! Portaerei, navi di ogni tipo, approntate per qualsiasi funzione, ingenti mezzi che trasportano numeri altrettanto rilevanti di soldati, non possono essere spacciati come strumenti umanitari a salvaguardia di un Popolo martoriato e quasi alla fine. Mostri da combattimento, i cui nomi sono già conosciuti, mezzi navali statunitensi, inglesi, canadesi, francesi e ovviamente qualche nave Italiana seppur irrilevante rispetto alle prime citate, tutti comunque armati fino ai denti, sembrano più che altro tanti falchi in attesa di azzannare la preda.

Il rais libico non è giustificabile, lungi da me sfiorare questo intento, ma non si parli di queste dinamiche in corso come di “azioni umanitarie” perché non lo sono! Le grandi potenze sono in agguato per l’oro nero e tutto il grande serbatoio energetico su cui poter posare le avide mani, questa è la realtà… Abbiamo bisogno di navi che trasportino i civili al sicuro, che permettano ai Paesi Europei tutti, o quanto meno in proporzione alla loro reale capacità di dare rifugio a queste persone defraudate di case ed esistenze e prospettive di vita, di offrire una reale accoglienza. Questa è un’opera umanitaria, questo deve esser fatto. La Libia deve rimanere ai libici e dovrà essere gestita dai libici, e non da chi si arrogherà il ruolo del salvatore di turno. Corsi e ricorsi storici; la storia si ripete ogni volta svelando l’antro più viscido dell’animo umano.

Due sole cose vengono trasmesse a tambur battente, l’attacco e le sfide lanciate da un Gheddafi che sa ormai di avere le ore contate e la parola immigrato. Ma che cosa significa immigrato in questo caso? Qui si parla di persone che per un motivo reale, vero, contingente rischiano di morire da un momento all’altro!" Qualcuno forse crede che un cittadino libico lasci la propria casa con piacere? Si pensa ad una corsa all’oro? Smascheriamo questa farsa ipocrita e chiamiamola una volta tanto con il suo vero nome: dramma umanitario da risolvere attraverso la collaborazione internazionale che dovrebbe vedere la vicina Europa in prima fila. Di questo si tratta e non di flussi migratori tradizionali. Non permettiamo che qualcuno si nasconda dietro a questo per coprire altri e ben più meschini propositi.

Sappiamo bene quanto l’ONU non sia altro che uno dei mezzi al servizio dei Grandi e non quella Forza di pace e solidarietà che dovrebbe essere realmente. Il Governo Italiano si assuma le proprie responsabilità visto che oltretutto è reo di essere il primo paese europeo fornitore di armi del regime Libico. Cerchi di rifarsi una faccia, almeno ora… L’operazione “accoglienza” potrebbe essere gestita adeguatamente solo se il nostro Ministero degli Esteri saprà coinvolgere organizzativamente tutta l’Europa. Non è sufficiente stigmatizzare a parole l’intervento militare quanto affermare con forza la contrarietà all’agghiacciante risposta della UE che sta facendo il giro delle agenzie di stampa. Mi sembra più che palese la disumana indifferenza che viene mostrata mentre si fanno le corse per arrivare all’oro nero. Prima di tutto salviamo la Popolazione e poi pensiamo al resto. Ma sia chiaro la Libia ai libici e la rinascita di quel Paese deve passare dall’intoccabilità delle sue risorse.

Il Medio Oriente è ora veramente a rischio, ma ciò è dovuto alla consapevolezza che questi popoli hanno maturato da tempo sulle intenzioni sfruttatrici di questi Grandi della Terra. In Sicilia si stanno costruendo “luoghi” che assomigliano più a campi di concentramento che a punti di accoglienza. Maroni pensa a gestire l’emergenza come se il pericolo fosse quello di una invasione degli Unni piuttosto che di una catastrofe di massa. La risposta non può essere quella “pilatesca” della UE con la quale dovrà trattare a muso duro non per togliersi dalle mani una patata bollente ma per un principio di solidarietà che deve essere assunto da tutto il Vecchio Continente che continua invece a pensare in base a interessi economici e basta.

Commenti all'articolo

  • Di fulviob55 (---.---.---.143) 8 marzo 2011 11:48

    Il petrolio é il solo obbiettivo, inutile nasconderselo. Delle popolazioni non interessa a nessuno, politicamente parlando.
    Il problema per USA, ONU e UE é, secondo me, l’alt ad ogni attacco militare internazionale che, principalmente, da dato l’Unione degli Stati Arabi giorni fa.
    Speriamo bene.

    • Di Franco Frediani (---.---.---.176) 8 marzo 2011 16:29
      Franco Frediani

      Innanzitutto grazie del commento che ritengo sia un elemento essenziale per dare completezza ad un articolo... Difficile fare previsioni ma credo che gli Stati Arabi non abbiano poi tanto interesse a creare ancora più disordine se non quello di fare alzare il prezzo del petrolio; non conviene neppure a loro andare oltre... Vedo invece importante e da non sottovalutare quella che potrebbe diventare un’ingerenza vera e propria, magari cronicizzata nel tempo, da parte delle Grandi potenze. L’autodeterminazione dei Popoli è irrinunciabile e sono preoccupato che, nel "silenzio" della UE, possano trovare spazio azioni furbesche e interessate come quella degli States o di altri loro "vassalli" che hanno tutto l’interesse, in questa drammatica fase storico-economica, di sfruttare ogni tipo di "debolezza" per cercare benefici economici. Questo potrebbe allora far scattare il pericolo di una ulteriore spaccatura tra Mondo Occidentale e il resto; uno scontro tra culture diverse che è assolutamente da evitare e che sarebbe comunque solo una strumentalizzazione mossa da mero interesse economico. Vorrei spendere una parola sull’importante funzione e occasione che potrebbe avere, ma che ahimé non avrà, l’Italia... Tralasciando in questo momento ogni tipo di responsabilità, che pur sarebbe attribuibile, un Governo serio dovrebbe, vuoi per la vicinanza, vuoi per la storia che ci lega a dinamiche ben precise con la Libia, farsi carico di tracciare e indicare con autorevolezza e dignità un percorso diplomatico e politico attraverso il quale la stessa UE potrebbe trovare una nuova dimensione e un nuovo ruolo autonomo.
      In questa fase storica se l’Europa non riuscirà a trovare questo ruolo indipendente potrebbe perdere l’ultima occasione per non "sparire" dallo scenario geo-politico mondiale. 
      Credo che l’Italia debba sentire il peso di questa condizione e valutarla in chiave opportunistica che le consentirebbe, oltre che a dare un grosso contributo a questi Popoli martoriati, anche di assumere un ruolo autorevole che fino ad oggi non è mai riuscita ad ottenere. La tragedia Libica può essere una spartiacque per il futuro... A tanti livelli.
      Buone cose.

  • Di Vito Enzo Salatino (---.---.---.245) 9 marzo 2011 16:49

    Il tesoro della Libia.

    Il significato di fondo sull’azione militare internazionale prospettata in Libia e la prossima "defenestrazione definitiva" di Gheddafi, descritto nell’articolo, è condivisibile.

    Ma la ragione economico-strategica dell’intervento internazionale non è condivisibile.

    Non sembra affatto il petrolio o "l’oro nero", che notoriamente non è più oro da un pezzo, perchè è noto che il picco domanda / disponibilità di petrolio è superato, il petrolio è in fase produttiva calante verso la carenza e l’esaurimento, sorgente di guai e problemi enormi conseguenti, ambientali, economici e finanziari, tant’è vero che tutti i paesi avanzati ne auspicano e procurano la radicale sostituzione, al punto che l’opinione internazinale considera il petrolio non più oro, ma fuffa temporaneamente necessaria, da cui uscire però al più presto.

    E’ anche noto per esperienza che la caccia accanita a qualcosa che si sta dileguando non dà frutti, non ha senso e alla fine lascia in mano con ogni probabilità solo un pugno di mosche, come si suol dire.
    E quando si apre la mano, dopo tanto sforzo, non c’è più nulla, se non qualche escremento.

    E poi la Libia come fornitore internazionale di petrolio conta molto poco, se non nulla. 

    La posta in gioco è presumibilmente un’altra, ben più importante e fondamentale del petrolio.

    Quesito proposto ai lettori:
    quale potrebbe essere il tesoro materiale, fondamentale della Libia, su cui si gioca anche il futuro economico dell’Italia ?

    Vito Enzo Salatino

    • Di Franco Frediani (---.---.---.231) 10 marzo 2011 01:04
      Franco Frediani

      Al momento sarei più realista, il petrolio tira ancora; tuttavia, se posso ricordarle le parole riportate nell’articolo, ho fatto cenno ad un "grande serbatoio energetico su cui posare le mani" che non si limita al solo oro nero. Credo non sia da sottovalutare il gasdotto che parte da Tripoli e raggiunge Gela, il Greenstream (il tubo più lungo, 520 chilometri, e profondo, oltre mille metri, del Mediterraneo) che ammortizza notevolmente la Nostra ormai cronica dipendenza da metano. Comunque sono piu di uno i "tesori" presenti in Libia, e tutti appetibili. Per non parlare del ruolo strategico e geopolitico che riveste quel Paese. Qualunque possa essere l’incentivo di spicco è pur sempre rappresentato da un motivo di interesse economico e non certamente umanitario; questa è la riflessione che ho posto all’attenzione e che mi premeva far risaltare.

      Buone cose
      Franco Frediani

    • Di Vito Enzo Salatino (---.---.---.245) 10 marzo 2011 12:59

      Le vere ragioni dell’intervento in Libia.

      Non condivido completamente con lei le ragioni materiali dell’intervento massiccio contro Gheddafi per eliminarlo dalla faccia della terra.
      Com’è che quel rais nomade, abitatore di tende, armato fino ai denti e pieno di denaro, si è fatto sorprendere da un quasi-esercito via terra agguerritissimo, spuntato all’improvviso dal nulla dalle sabbie del deserto, fino quasi a farsi sbattere a mare in quattro e quattr’otto ?
      Ma chi sono costoro, così forti e organizzati, evidentemento con adeguato armamento e vettovagliamento alle spalle, per combattere, e che ora aspettano, fatta la loro parte, l’intervento alleato via mare ed aria per concludere la rissa ?

      Perchè ora e per che cosa ?
      Il petrolio calante, rimasto importante solo per l’ENI che si inventa imperterrita la scoperta di giacimenti a destra e a sinistra che non servono a nulla, giacchè di petrolio non ce n’è a sufficienza comunque, mentre i prezzi dei carburanti vanno alle stelle lo stesso, e un’altra bella crisi energetico-finanziaria con il barile nuovamente a ca. 100 $ si prospetta subito come poco fa, non basta a giustificare tutto questo trambusto internazionale di mezzi bellici, compreso naturalmente, e ci mancava, l’intervento delle solite Russia e Cina, a "sfruculiare", come in Iran.
      Secondo me non basta nemmeno a giustificare tanto movimento il piccolo gasdotto dalla Libia all’Italia, che probabilmente non interessa granchè a nessuno, perchè non determinante di nulla.
      Come possiamo in una situazione con fortissime motivazioni materiali, ma non chiarite a fondo per il grande pubblico, parlare solo di azioni umanitarie, per l’Italia che in questi contesti conta sempre come il due di briscola, perchè è effettivamente uno scartino senza valore ? 
      L’Italia in questa situazione è destinata solo ad ospitare, priva di testa per ragionare com’è, una marea di profughi, rimetterci i soldi regalati a Gheddafi (per pagare i danni di guerra, sic !), rimetterci i soldi investiti in Libia, e restituire quelli investiti da Gheddafi in Italia, altrimenti pagherà altri danni per aver trattenuto soldi non suoi.

      Mi permetto di dire che il suo articolo, per quanto ben fatto, non c’entra bene o non completamente il problema e le cause materiali degli eventi, anche se puntualizza correttamente le problematiche umanitarie conseguenti.
      Non può essere sempre e solo l’aspetto umanitario, a favore della miriade di associazioni umanitarie che percorrono in lungo e in largo l’Italia e che prosperano tutte a carico del contribuente, ed il resto chi si è visto s’è visto, compresi quelli che ci hanno rimesso i soldi del proprio lavoro.
      L’umanità va bene, però almeno capire che cavolo sta succedendo, perchè e percome, o è chiedere troppo sapere perchè ci si deve rimmettere una valanga di quattrini portati a casa sgobbando per niente ? Non è anche questo un aspetto umanitario e di giustizia ?

      A mio parere, lei che ha iniziato a studiare il problema libico così bene e che dovrebbe conoscere la situazione meglio di altri, dovrebbe, se ne ha la possibilità, completare l’analisi e sviscerare la questione, perchè secondo me quì si gioca con le risorse degli italiani e probabilmente anche il futuro economico dell’Italia, che con i ministri stralunati e sbandati che si ritrova sta contando appunto, come si diceva sopra, come il due di briscola. 
      Al solito senza capire nè farci capire un’emerita mazza su cause, risorse ed evoluzioni future a nostro carico (e/o vantaggio ?, sic !), oltre a quello dei libici che andrebbero protetti, come noi, non solo umanamente ma anche materialmente, giacchè non si vive di solo spirito.

      Saluti
      Vito Enzo Salatino

    • Di Franco Frediani (---.---.---.133) 10 marzo 2011 15:05
      Franco Frediani

      Signor Salatino,
      ho sempre sostenuto e continuo a farlo, che il commento rende piu ricca la notizia o l’articolo che dir si voglia. Le sono grato soprattutto di aver seguito e aggiunto argomentazioni allo stesso; il sale della democrazia sta proprio nel pluralismo di idee e nella diversità di vedute. Mi permetta però di mostrarmi un pò perplesso di fronte ad argomentazioni che, pur non mettendo in discussione, trovo stranamente contraddittorie. Per essere piu preciso riporto quanto da Lei sopra scritto nel primo commento:
      "Il significato di fondo sull’azione militare internazionale prospettata in Libia e la prossima "defenestrazione definitiva" di Gheddafi, descritto nell’articolo, è condivisibile."
      Alla luce di quanto scrive con queste sue affermazioni mi resta difficile capire il seguito dei suoi commenti; ma non insisto, soprattutto perchè non mi piace monopolizzare l’attenzione restringendola ad un fraseggio "a due" che rischia di togliere spazio (e forse interesse..) ad Altri.

      La ringrazio dell’attenzione
      Franco Frediani

       

    • Di Vito Enzo Salatino (---.---.---.245) 10 marzo 2011 17:02

      Guardi che " il significato di fondo" si riferische al contenuto del suo articolo e alle richieste e perplessità umanitarie da lei manifestate, su cui concordo, e non all’azione militare in Libia, su cui appunto non ho elementi e notizie adeguate per valurtarne il significato, come ho ripetuto molte volte.
      Forse non mi sono epresso bene, o lei non ha capito il significato dei miei interventi sull’articolo.
      La contraddizione esce fuori solo interpretando male o travisando per difetti epressivi i testi.

      Distinti saluti

      Vito Enzo Salatino 

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