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Libia: repressione sanguinosa. 285 morti a Bengasi. Bahrain cede il governo

Escalation brutale della rivolta libica, Gheddafi ha scelto la strada della strage. Le notizie parlano dell'uso di armi automatiche e mortai sui ribelli, che nella regione orientale di Bengasi e nel resto del paese stanno giocando il tutto per tutto, tra defezioni dall'esercito e dalla polizia e rapporti sempre più confusi sull'intervento di mercenari e ogni genere di violenza.

Il tutto è reso ancora più confuso e inquetante dal mix di minacce e riforme annunciate da Gheddafi ora per ora, dallo spegnimento di internet in tutto il paese e dal flusso di annunci ed appelli che giunge dalle opposizioni in Libia. Il fatto che la capitale sia ancora assolutamente tranquilla rende l'immagine della differenza tra la capitale dove Gheddafi ha ancora il controllo e il resto del paese che sembra sfuggirgli un pezzetto alla volta. Il silenzio del nostro governo assume il tono della complicità in una strage.

Intanto in Bahrain per ora ha vinto l'opposizione. Dopo la brutale repressione disapprovata da quasi tutte le cancellerie e soprattutto dagli Stati Uniti, il re ha offerto un dialogo agli oppositori, che hanno rifiutato fino a quando non fosse ritirato l'esercito dalle strade. Il re ha dato ordine all'esercito di ritirarsi e annunciato colloqui che porteranno a "una nuova era". Migliaia di abitanti di Manama hanno allora ri-occupato la rotonda chiamata Pearl. A quel punto è intervenuta la polizia in assetto antisommossa, ma i dimostranti hanno resistito ai lanci di lacrimogeni e sfidato la polizia fino a che questa non si è ritirata.

Inutile dire che la situazione ha reso ancora più forte la rivolta e provocato grandi manifestazioni di gioia, anche se non mancano le perplessità e l'ipotesi più probabile in questo caso è che la monarchia stia ricorrendo a una tattica dilatoria e non sia per niente disposta a farsi da parte o a cedere il potere assoluto.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di fernanda cataldo (---.---.---.162) 20 febbraio 2011 21:01
    fernanda cataldo

    temo che Gheddafi non abdicherà spontaneamente, è un pazzo sanguinario, la sola chance che al momento il popolo libico ha è che l’esercito gli si rivolti contro, auguriamoci che in gran parte non siano dei mercenari e che la comunità internazionale denunci questo ennesimo orrore, rimettendo anche in questione se stessa.

    ferni

  • Di Claudio Cilli (---.---.---.72) 20 febbraio 2011 22:09
    Claudio Cilli

    Machiavelli diceva che il popolo ha la memoria corta, è attaccato alle proprie tasche ed è individualista. Evidentemente c’è un fondo di verità in tutto questo, se ci sorprendiamo del silenzio del nostro ineffabile governo dopo aver assistito alle sceneggiate di Gheddafi con la sua tenda, le bestie ammaestrate e la sua corte accampati durante la loro recente visita a Roma. Con tutta questa dichiarazione d’amore da parte nostra verso la Libia, ci sorprendiamo del silenzio del nostro governo? E’ una fortuna che non invii delle truppe per appoggiare le milizie fedeli al colonnello.

  • Di Alfonso C. (---.---.---.46) 21 febbraio 2011 00:03

    L’indifferenza italiana.

    Permettetemi una metafora. Se ad una festa dei vostri conoscenti iniziano a litigare, alzando i toni fino ad arrivare ai primi spintoni e se magari uno di questi è un vostro socio di lavoro, non fate, non dico un tentativo serio, ma almeno l’atto formale di separarli e mettere una parola di pace? Fosse nient’altro che per evitare l’accusa di essere stati spettatori indifferenti.
    E se per estrema conseguenza il vostro socio colpisse l’avversario ferendolo gravemente o uccidendolo, le conseguenze non ricadrebbero anche sul vs. businnes?

    In questo caso un invito alla ragionevolezza al "socio" Gheddafi sarebbe stato un atto dovuto per le elementari regole della diplomazia oltre che un minimo e lungimirante segno di apertura all’avversario in caso di inaspettati cambiamenti di scenario.
    Leggendo in diversi forum e commentari, ho letto che diversi si preoccupavano dell’eventuale chiusura dei "rubinetti" energetici da parte di Gheddaffi, le ultime notizie ci dicono che i veri padroni dei rubinetti, le tribù berbere del sud Libia hanno minacciato loro di chiudere i rubinetti se il Rais non la finisce con i massacri.

    Gli affari con la guerra si fanno bene quando la guerra è in casa altrui mica nella propria e questi "beduini" (termine usato con affettuosa ironia) saranno anche beduini ma non sono tanto scemi e ignoranti da non saperlo.
    Loro sanno benissimo che esistono tre Libie (Cirenaica, Tripolitania e Fezzan) e frantumare l’unità attuale, per una difesa ormai improponibile di Gheddafi, vuol dire scovolgere gli assetti faticosamente trovati dopo il colonialismo.
    Ma questo l’ho può capire un beduino ignorante, un idiota come me ma è troppo pretenderlo dai cervelloni che ci governano.

  • Di (---.---.---.230) 21 febbraio 2011 15:50

    speriamo che la rivoluzione si estenda anche qui e si riesca a sbudellare lo psiconano e i suoi manutengoli. ma da questo paese di servi è difficile che possa mai scaturire una rivoluzione.

    W IL MAGREB LIBERO. Da oggi dovremmo andare a prendere lezioni di democrazia da loro.

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