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Le conseguenze dei pagamenti in oro della Cina per il petrolio iraniano

Nel mese in cui in Francia si svolgono le elezioni presidenziali (dove è assolutamente esclusa dai dibattiti la problematica di una ri-organizzazione del sistema finaziario) gli avvenimenti geopolitici internazionali che si stanno susseguendo mostrano sempre più come il ritorno dell'oro come unica base monetaria internazionale sia la strada inevitabile e questo indipendentemente dal valore assunto dall'oro negli ultimi 7 mesi.

Nonostante il parere contrario di alcuni detrattori, ormai la crisi finanziaria è davanti a noi (crisi che peserà anche nel sistema monetario internazionale con il potere d'acquisto della moneta che verrà ridotto a zero).

Il ritorno ad un sistema multipolare in cui si fronteggiano (spesso anche indirettamente) tre grandi potenze: gli Usa, la Cina e la Russia che garantiscono dal loro canto l'evoluzione verso tale nuovo sistema monetario, questo perché le grandi potenze esportatrici rifiutano notoriamente di ricevere altra carta moneta per i propri interscambi internazionali.

Le conseguenze dei pagamenti in oro da parte della Cina per il petrolio iraniano rappresentano l'evento più importante della storia moderna del metallo giallo, ha sentenziato recentemente Jim Sinclair, leggendario investitore americano:

1) Come prima cosa si può ragionevolmente affermare che la Cina abbia temuto di essere esclusa dal sistema internazionale SWIFT nel caso in cui avesse continuato a pagare le importazioni di petrolio dall'Iran.

2) Quindi la Cina ha deciso di regolamentare con l'oro i vari acquisti a livello internazionale, liberandosi così dai legami rappresentati dal sistema SWIFT.

3) Altri paesi asiatici e del Medio Oriente hanno cominciato a considerare le riserve d'oro in loro possesso come unica fonte di moneta, libera dalle influenze occidentali che scaturiscono dal sistema SWIFT.

4) L'oro non è soltanto l'unica moneta in grado di escludere possibili rischi di default in contropartita, moneta che allo stesso tempo resiste a qualsiasi influsso occidentale.

5) Il sistema SWIF (in cui transitano tutti i movimenti internazionali) diventa sempre più  un'arma al servizio di interessi politici occidentali (ricordiamo che l'Iran è stato recentemente escluso dal sistema SWIFT).

6) In caso di guerra, l'oro diventa l'unica moneta in grado di permettere la regolazione degli acquisti di materie prime vitali. Il sistema SWIFT rappresenta invece dal canto suo l'unica carta moneta purtoppo non convertibile.

7) Lontano dall'essere una reliquia storica, l'oro è l'unica moneta in grado di risollevare le sorti di uno stato in caso di conflitto.

8) È quasi certo che l'esigua quantità di oro fisico disponibile, rende impossibile la copertura delle posizioni short detenute dalle banche occidentali. Queste posizioni short non potranno essere coperte dato che nessuno col corso corrente vorrebbe vendere il proprio oro: coloro che conoscono l'implicazione di queste posizioni short sul corso dell'oro (tenuto basso in modo artificioso) non venderanno sulla base del valore attuale per non compromettere l'investimento fatto.

9) Non sarà poi verosimilmente possibile ricorrere ad analisi tecniche tradizionali per fare una stima del futuro valore legale dell'oro. Se gli USA decidessero, in un contesto di mercato di oro totalmente illiquido, di intraprendere una guerra economica contro la Cina escludendola dal sistema SWIFT, l'oro attingerebbe un valore che non possiamo neanche immaginare.

Un altro studio di R.Peter M. Willar conferma che il ritorno storico dell'oro come moneta di pagamento, oltre a fondamenta del sistema monetario, è in atto. Millar spiega come la rivalutazione dell'oro in cicli periodici sia necessaria per contrastare una depressione deflazionistica del debito alla fine di un ciclo economico.

Fase 1: fase stabile fino al 1914 con il sistema gold standard.

Fase 2: inflazione fino al 1921 con un aumento considerevole del debito.

Fase 3: lieve deflazione che permette un ritorno alla stabilità ma non sufficiente per non provocare la riduzione dei debiti che continuano ad aumentare e con essi aumentano i prezzi di certi actifs fino al 1929.

Fase 4: Instabilità a partire dal 1929 dovuta ad una deflazione greve su tutti gli attivi finanziari che hanno attinto livelli di super valutazione a causa di un debito troppo ingente, a cui si aggiunge una instabilità che porta ad una depressione economica.

Fase 5: riforma del sistema monetario, resa possibile da una rivalutazione dell'oro per raggiungere la spirale deflazionistica.

Nella seconda metà del XX secolo assistiamo ad una ripetizione delle prime tre fasi di questo ciclo:

Fase 1: stabilità economica con il sistema gold standard dal 1944 al 1968.

Fase 2: dal 1968 al 1981: inflazione causata da un aumento forte del debito.

Fase 3: diminuzione dell'inflazione dal 1981 fino alla fine del XX secolo, e forse fino al 2006/2007.

Sembra che dal 2007, la Fase 4 (instabilità et deflazione causata da debiti ingenti) sia cominciata come si deve. Eventualmente, la Fase 5 (nuova valutazione dell'oro per aumentare la base monetaria mondiale e dunque ridurre l'ammontare dei debiti) diventa probabile se non inevitabile.

Ricordiamoci che il peso del debito si accresce in fase di deflazione.

L'importo di tale rivalutazione, che rispetto alla quantità astronomica di moneta in circolazione dovrebbe essere ingente, è all'incirca da 7 a 20 volte tanto il valore attuale dell'oro (conviene usare come base di calcolo il valore dell'oro registrato nel maggio 2006, 800 dollari l'oncia > 4800 a 16 000 dollari l'oncia).

I domino cadono uno dopo l'altro e portano verso un ritorno all'oro.

Ultima nota da registrare, lo Stato dell'Utah ha riconosciuto legalmente l'oro e l'argento come moneta, accettata regolarmente per le transazioni finanziarie.

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