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Le assistenze elettrodomestici con garanzia a pagamento

Domenica sera, dopo una bella cena fra amici e parenti, mi accorgo che la lavastoviglie Ariston Hotpoint (venduta come qualità media) ha un problema: lo sportello si apre di scarsi 10 cm e poi si blocca. L’elettrodomestico ha solo 7 mesi di vita ed è in garanzia.

L’indomani alle 10 effettuo la prima chiamata. L’operatore mi dice di fare un numero verde per l’assistenza, invece una voce metallica spiega a chiare lettere che per poterla richiedere c’è da fare un 199, quindi a pagamento: sono scarsi 50 centesimi al minuto con 15 centesimi di scatto alla risposta. Sono consapevole di avere poco credito, ma mi sono detta: “Se l’operatore è veloce dovrei farcela". Invece più di un euro se ne va per ascoltare un’altra registrazione: “I nostri operatori sono occupati”. Ricarico 10 euro e ancora speranzosa richiamo. Il solito ritornello: “I nostri operatori sono occupati. Rimanga in linea per non perdere la priorità acquisita”.

Invece l’unica cosa che si perde è la pazienza, dopo circa 5 minuti che non avviene la risposta (alla modica cifra di euro 1,80 circa) siccome si è atteso tanto si invita a lasciare il proprio numero dopo il segnale acustico per essere richiamati. Lascio il numero e dopo verifico sul sito della Indesit è se è possibile inviare una mail, è possibile la mando ed attendo ancora. Alle 14 ancora non chiama nessuno e tanto meno qualcuno ha risposto alla mia mail. Riprovo a chiamare l’199 e dopo un minuto qualcuno risponde.

L’operatrice non sembra molto esperta, mi rivolge più volte le stesse domande, le do il mio numero di telefono, poi la via, lei dice di non capire... ad un certo punto cade la linea ed io ho speso euro 1,53. Attendo qualche minuto nessuno richiama. Tocca a me ricontattarli ed ora le linee sono nuovamente occupate, spendo altri scarsi due euro per non avere risposta. Richiamo immediatamente e dopo un minuto di attesa risponde un’altra operatrice dalla voce squillante, mi rincuoro perché forse ho speranze. La sua collega aveva avviato la pratica, dal mio numero di telefono riesce a trovarla: aveva sbagliato il cognome ed il comune di residenza. Quest’operatrice è più svelta, ma comunque tende a perdere tempo, nonostante le dica che ho speso 10 euro per parlare con loro e non ho credito, cerca di allungare la conversazione.

La saluto anche sgarbatamente perché non posso aspettare che mi restringa l’orario di appuntamento le dico: “Va benissimo dalle 9:00 alle 13.30.” Alla luce di quest’episodio mi rendo conto che l’assistenza gratuita è solo un’utopia. La mia curiosità va oltre e mi chiedo se all’estero l’assistenza si paga. Per l’Italia c’è un’informazione parziale perché l’asterisco riporta che la telefonata è a pagamento 0,14 centesimi al minuto da telefono fisso, non c’è menzione del costo differente se si chiama da cellulare.

In Russia chi chiama da rete fissa non paga, in Spagna la chiamata costa 0,0673 più Iva al 21 per cento arriviamo a 0,0805 centesimi, in Polonia da rete fissa è gratuito, in Inghilterra c’è scritto sul sito: “Le chiamate verso i numeri 0844 costano 5p al minuto da rete fissa BT , mobili ed altre reti potrebbero variare”.

Come al solito l’Italia è carente nelle informazioni verso il cliente, l’importante è che paghi, poi il resto lo si affida alla sorte.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.119) 23 settembre 2014 13:55

    c’era la possibilità di portarla nel negozio dove l’aveva comprata?

  • Di (---.---.---.167) 28 settembre 2014 13:10

    Rispondo anche se non sono Samanta Di Persio.

    NO! NO! Assolutamente e definitivamente NO!
    Negli anni ’70 - ’80 potevi (e dovevi) rivolgerti al negoziante: oggi il negoziante può riprendersi la merce ( e non è neppure vero per tutti), in caso di difetti evidenti solo nei 7 giorni successivi all’acquisto (diritto di recesso).
    Poi interviene il servizio "Customer Care" della Casa (se ti fregano con queste belle espressioni inglesi, fa meno male!), al quale ti indirizza le stesso negoziante, se richiesto, cioè ti dice di telefonare ad un certo numero che fino a pochi anni fa era un numero verde e oggi è un numero a pagamento, con il quale tirano su i soldi per pagare il "Call Center" (altra bella espressione inglese!) che risponde in genere dalla Romania.
    Bisogna dire, tuttavia, che l’Assistenza non sempre è così becera e truffaldina come nel caso in esame.
    Comunque, forse non tutti sanno che, ad esempio, se ti trovi in difficoltà durante un soggiorno all’estero, per metterti in contatto con l’Ambasciata o il Consolato italiano devi fare un numero a pagamento: in altre parole, se ad esempio ti fregano il portafoglio con tutti i tuoi averi, non riesci neppure a contattare il tuo Consolato perchè non hai i soldi per pagare la telefonata (costosa!). Quindi, se anche l’amministrazione statale ricorre a questi mezzucci, perchè stupirsi che lo facciano i privati?
    • Di (---.---.---.58) 7 aprile 2015 23:40

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