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La tragedia dei morti sul lavoro

Dall'inizio dell'anno sono documentati 369 lavoratori morti per infortuni sui luoghi di lavoro e oltre 730 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere. Dal 1° gennaio 2008 giorno d'apertura dell'Osservatorio sono stati registrati 3420 morti sui luoghi di lavoro comprese le vittime morte anche molto tempo dopo a causa dell'infortunio. Con le morti sulle strade e in itinere si arriva a superare i 6860 morti complessivi (stima minima). Un’autentica carneficina, mentre le statistiche "ufficiali" danno molto meno morti. La politica potrebbe fare moltissimo, e con poche risorse, per far diminuire drasticamente questo fenomeno che ci vede primi in Europa in questa triste classifica e dove i morti sono mediamente un terzo di quelli italiani. 

L'Osservatorio registra tutti i "morti sul lavoro" e non solo quelli che dispongono di un'assicurazione. Moltissime vittime lavoravano in "nero" e alcune categorie non sono considerate "morti sul lavoro" solo perchè hanno assicurazioni diverse.

Quest'anno Il 38.3% sono morti in agricoltura dei quali la maggioranza schiacciati dal trattore che guidano, il 24,6% in edilizia, il 16,6% nei servizi, il 5,6% nell'industria (compresa la piccola industria e l'artigianato), il 4,6% nell'autotrasporto, molti altri morti sono in altre categorie che sono percentualmente più basse.

Nel 2012 sono morti 1180 lavoratori (stima minima) di cui 625 sui luoghi di lavoro (tutti documentati). Si arriva a superare il numero totale di oltre 1180 vittime se si aggiungono i lavoratori deceduti in itinere e sulle strade che sono considerati giustamente, per le normative vigenti, morti per infortuni sul lavoro a tutti gli effetti. L'Osservatorio considera "morti sul lavoro" tutte le persone che perdono la vita mentre svolgono un'attività lavorativa, indipendentemente dalla loro posizione assicurativa e dalla loro età.



Non sono segnalati a carico delle province i lavoratori morti sul lavoro che utilizzano un mezzo di trasporto e i lavoratori deceduti in autostrada: agenti di commercio, autisti, camionisti, ecc.. e lavoratori che muoiono nel percorso casa-lavoro / lavoro-casa. La strada può essere considerata una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente più di tutti gli altri della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi, dello stress e dei turni pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire, tutti gli anni sono percentualmente dal 50 al 55% di tutti i morti sul lavoro.

Purtroppo è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari sud-centro nord, centro-nord sud, soprattutto edili meridionali che muoiono sulle strade percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa. Queste vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come del resto sfuggono tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio che muoiono sulle strade. Tutte queste morti sono genericamente classificate come "morti per incidenti stradali"

Dati tratti da http://cadutisullavoro.blogspot.it/

 

Foto: moosealope/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.234) 17 agosto 2013 22:44

    Ho cliccato "articolo interessante", ma qui devo aggiungere "analisi insufficiente e inaffidabile".
    Non è una colpa dell’autore, ma dei vari enti che non analizzano bene i dati e che non gestiscono affatto i controlli.
    Io ho conosciuto coltivatori più o meno diretti che, essendosi infortunati in moto o a cavallo hanno denunciato il trattore, del tutto innocente; in altri casi il trattore era colpevole ma il lavoratore irregolare, per cui credo che sia usato il silenzio o data la colpa ad un inesistente pirata della strada.
    Che alcuni incidenti stradali possano essere collegati a stress di lavoro non c’è dubbio, ma molti altri vengono provocati da guidatori ubriachi, drogati, prepotenti e arroganti. Dividere gli uni dagli altri (e punirli) lo dovrebbero fare polizia e altri che invece non lo fanno, perchè sanno bene che così facendo "disturberebbero" e si renderebbero la vita -soprattutto- professionale insopportabile.
    Se in Italia ci sono tanti più incidenti che in altri paesi, io credo che si possa affermare che ciò dipenda dal fatto che in Italia ci sono le leggi ma clamorosamente mancano i controlli e le sanzioni sono ancor più clamorosamente insufficienti.
    Ricordo un ispettore del lavoro che intimidiva padroni e direttori con leggi antiinfortunistiche ma che segretamente mi confidava: "se quelli sapessero quanto poco rischiano a trasgredire (pochi soldi, niente carcere), non mi ascolterebbero".
    Io sono italiano e guido da oltre cinquant’anni: in Italia non ho mai subito un alcool test; un mio coetaneo (di età e di guida) scandinavo ne avrà subito almeno un migliaio. Secondo me , la differenza sta lì.
    GeriSteve

  • Di Zag(c) (---.---.---.104) 18 agosto 2013 08:28
    Zag(c)

    Chi mastica di statistica o di analisi comparata sa che queste sono basate su una maggioranza dei casi analizzata. Se su cento casi il 90% va in una direzione allora il restante 10% rappresenta la conferma di quel 90%. Non che non esiste quel 10% ma la linea di tendenza, la maggiornaza va in direzione opposta.
    Certo ci sarà pure il dipendente che ubriaco sale sull’impalcatura, ma chi è piu criminale chi sale o chi lo fa salire?
    Riguarda poi ai controlli che non si fanno , occorre capire il perchè e come mai. Tutte le cose umane hanno una ragione ed una causa , niente avviene per stupidità o per caso. Se, p. es. è stato reintrodotto la possibilità di dichiarare l’assunzione di un proprio dipendente, fino a una settimana dopo che questa è avvenuta vi sarà una ragione che non sia solo burocratoica o no? E se a questo si aggiunge che l’80% degli incidenti in edilizia avvengono il giorno prima dell’assunzione del malcapitato ci sarà una ragione o no? E l’esempio dell’ispettore che tu stesso dununci ne è la conferma.
    Pensa solo per un attimo alla possibilità di introdurre una clausola che obbliga l’ispettore a controllare e denunciare pena una sua responsabilità , naturalmente per dolo o per incuria non certo per colpa( nel senso che se all’ispettore è fisicamente o materialmente impedito a fare diligentemente il suo lavoro sarà l’amministrazione a pagarne le conseguenze non certo l’ispettore) pensi che si continuerebbe ad avere una evasione nei controlli?

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