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 Home page > Attualità > Cronaca Locale > La rivoluzione delle commesse parte da Treviso... di domenica

La rivoluzione delle commesse parte da Treviso... di domenica

Aperture domenicali sì oppure no? La liberalizzazione totale delle aperture domenicali può aiutare il commercio o è solo un teorema ben applicato ma senza effetti reali sull'economia? Che tipo di società abbiamo in mente, una pura società consumistica oppure ci sono dei valori e delle giornate non negoziabili in nome di questo?

Domenica 7 ottobre, a Treviso, le commesse e i commessi, quelli che non lavorano, sciopereranno contro le aperture domenicali decise nel decreto Salva Italia del Governo MontiCosa c'è di strano in questa frase? Ben due cose. La prima è uno sciopero di domenica, qualcosa di veramente inusuale. La seconda è che a scioperare saranno quelli che non lavorerannoMa allora che sciopero è? La spiegazione sta nel fatto che in piazza vi saranno i familiari e coloro che sono addetti nel commercio, che per questa domenica saranno a riposo. Una protesta singolare. Eppure l'iniziativa sta facendo parlare di sé nel mondo del commercio e trova un appoggio trasversale a molte categorie. Perfino la Chiesa si è schierata a più riprese contro questa decisione di rendere libere al 100% le aperture domenicali. In nome del teorema che i consumi, ormai asfittici, potrebbero risollevarsi e per mezzo di questo provvedimento creare nuova occupazione. Sarà ma io non ne sono tanto convinto...

Spesso durante la settimana può capitare che per qualche esigenza mi reco in qualche ipermercato o centro commerciale dopo il lavoro. Nulla di strano fino a qua. Quello che noto è che invece questi templi del commercio dove trovi ogni cosa sono spesso desolati a causa della contrazione dei consumi. Su una trentina di casse presenti ne trovi al massimo cinque o sei aperte. Ho notato anche che il personale si è più rarefatto in questi ultimi tempi. Evidentemente con più aperture i dipendenti vengono diluiti su più turni sfatando il mito della creazione di nuovi posti di lavoro. Se qualcuno ha dati più scientifici in suo possesso mi smentisca ora o mai più! Non farò nomi di catene ma mi sto riferendo alla zona del trevigiano. Noto - rilevazioni del tutto empiriche basata su percezioni personali - che la grandi catene specializzate in elettronica e computer reggono bene ma per quanto riguarda alimentari e abbigliamento non ci siamo.

Non credo allora che il problema siano il numero delle aperture. Il problema semmai è che non ci sono soldi da spendere. No ghe xe schei come diciamo a Treviso. Neanche i saldi sembrano aver avuto questo successo negli ultimi tempi. In Veneto la regione aveva già stabilito se non erro quattordici aperture domenicali più che sufficienti direi prima dell'intervento del Governo Monti. Credo che già queste aperture rappresentassero il giusto compromesso tra le esigenze del libero mercato e quelle delle persone. Aggiungo che aperture straordinarie le posso comprendere nelle città d'arte, dove il turismo è presente in ogni periodo dell'anno ed effettivamente i consumi possono aumentare. Passi per Firenze o Roma ma non per Spresiano o per Paderno Dugnano!


no alla aperture domenicali

Perché qui non è il problema di aver voglia di lavorare oppure no. Secondo me oltre il dato economico, riflettiamo su che modello di società questo provvedimento di legge ha in menteUna società dove più che cittadino intanto sei un consumatore, acritico nella maggioranza dei casi. Un essere non pensante che per soddisfare il proprio ego consumistico a qualsiasi ora del giorno, festivo o non deve consumare per stare bene. Ti sei dimenticato quell'ingrediente ed è domenica? Nessun problema è tutto aperto. Una volta invece magari bussavi alla vicina e con la scusa magari facevi anche due parole. Ma questo non è tanto in sintonia con il libero mercato. Poi c'è il fattore più importante: alcuni paletti devono essere fissati. Ci sono delle giornate simbolo o festive in cui non si lavora. Stop. Queste giornate servono a rifiatare, a dedicarle alla propria famiglia o gli amici, ai propri hobby o al volontariato, al proprio culto religioso oppure a qualche celebrazione civile. Anche solo a dormire tutto il giorno, perché cosa ci sarebbe di strano? Una scelta come le altre.

Basterebbe poco per far saltare il sistema. Basterebbe che tutti non andassimo nei negozi di domenica dove spesso in molti girano e girano ma non comprano, magari poi il museo dietro casa lo scopri attraverso internet. Basterebbe che la smettessimo di girare tutti affollando questi centri commerciali di domenica come alla ricerca del Sacro Graal e forse lì ai piani alti non vedrebbero più la convenienza di tenere la serranda alzata. Piuttosto in accordo con i lavoratori del settore, si potrebbero tenere aperti di più i negozi di settimana, favorendo quella clientela che per esigenze lavorative non ha tempo di fare la spesa. Cosicché anche questi alla domenica potrebbero andarsene a pescare senza intasare i parcheggi degli ipermercati alla ricerca forsennata di un posto auto. Con tutti i benefici in salute.

Questo articolo è stato pubblicato qui

I commenti più votati

  • Di (---.---.---.193) 7 ottobre 2012 21:42

    Lavoro in un negozio di ottica in un centro commerciale in provincia di Monza. Nel 2012 e’ prevista la chiusura solo il giorno di Natale, di Pasqua e il 1 gennaio. Avete letto bene: lavoreremo il 26 dicembre, e abbiamo gia’ lavorato il lunedì dell’Angelo, il 1 maggio, il 25 aprile , Ferragosto, il 2 Giugno e ovviamente tutte le domeniche. I risultati: fatturato inferiore al 2011 nonostante 30 giorni di lavoro in piu’ ed il poco che si fa la domenica e’ a detrazione dell’incasso del sabato precedente. Trovare personale specializzato che lavori solo le domeniche e’ impossibile , quindi la conclusione e’ che il lavoro festivo cade tutto sulle spalle dei dipendenti del punto vendita. Queste aperture indiscriminate sono solo causa di un aumento dei costi del personale, riducono pesantemente la marginalita’ e sopratutto peggiorano le condizioni di vita di chi lavora in un centro commerciale. Ci risulta che anche la grande distribuzione non faccia grandi affari la domenica ma nessuna di queste si azzarda a chiudere perchè teme la concorrenza del vicino centro commerciale aperto i giorni festivi. Qualcuno deve porre rimedio: altro che liberalizzazioni ! Questo e’ liberismo puro e alla fine ci si farà solo male tutti ....  Guardate un po’ quante vetrine di negozi non hanno riaperto questo settembre... alla faccia del commercio di vicinato e della rivitalizzazione dei centri storici!!!!!

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.130) 5 ottobre 2012 10:18
    Damiano Mazzotti

    La soluzione migliore non sarebbe fare un contratto supplementare a un’altra persona e far lavorare chi per motivi suoi vuole lavorare solo le domeniche? Ad esempio degli studenti o chi a già un lavoro a mezza giornata. Con un contratto di 4 giorni al mese a tot. ore giornaliere.

  • Di (---.---.---.193) 7 ottobre 2012 21:42

    Lavoro in un negozio di ottica in un centro commerciale in provincia di Monza. Nel 2012 e’ prevista la chiusura solo il giorno di Natale, di Pasqua e il 1 gennaio. Avete letto bene: lavoreremo il 26 dicembre, e abbiamo gia’ lavorato il lunedì dell’Angelo, il 1 maggio, il 25 aprile , Ferragosto, il 2 Giugno e ovviamente tutte le domeniche. I risultati: fatturato inferiore al 2011 nonostante 30 giorni di lavoro in piu’ ed il poco che si fa la domenica e’ a detrazione dell’incasso del sabato precedente. Trovare personale specializzato che lavori solo le domeniche e’ impossibile , quindi la conclusione e’ che il lavoro festivo cade tutto sulle spalle dei dipendenti del punto vendita. Queste aperture indiscriminate sono solo causa di un aumento dei costi del personale, riducono pesantemente la marginalita’ e sopratutto peggiorano le condizioni di vita di chi lavora in un centro commerciale. Ci risulta che anche la grande distribuzione non faccia grandi affari la domenica ma nessuna di queste si azzarda a chiudere perchè teme la concorrenza del vicino centro commerciale aperto i giorni festivi. Qualcuno deve porre rimedio: altro che liberalizzazioni ! Questo e’ liberismo puro e alla fine ci si farà solo male tutti ....  Guardate un po’ quante vetrine di negozi non hanno riaperto questo settembre... alla faccia del commercio di vicinato e della rivitalizzazione dei centri storici!!!!!

    • Di Andrea Prati (---.---.---.246) 8 ottobre 2012 07:17
      Andrea Prati

      Ti posso esprimere la mia solidarietà da lavoratore (altro settore completamente) e nel mio piccolo evitare assolutamente di andare alla domenica a comprare. Servirà a poco ma se iniziamo a essere in tanti magari qualcosa può cambiare. Credo che la grande distribuzione abbia fatto questo ragionamento: tanto vale tenere aperto visto che i costi fissi li abbiamo lo stesso (luce, dipendenti, etc). Nella speranza di ragranellare qualcosa in più. Da quello che hai scritto però confermi il contrario. Il tutto poi va contro la piccola distribuzione che non può già competere con quella grande e adesso ancor di più. 

  • Di (---.---.---.70) 8 ottobre 2012 00:24

    Era ora che si cominciasse a dar voce a questa categoria,del commercio che per colpa delle domeniche mette in crisi la famiglia,e poi vengono a parlarci di valori della famiglia..chiesa dove sei?difendete la famiglia il matrimonio o sbaglio.?.la domenica cristiana non dovrebbe esser impiegata per la famiglia?stiamo uccidendo tutto..il professore,che brillante idea questa liberalizzazione...io mi sentire in offeso a fare certe leggi,in nome della mia laurea e del mio titolo...Convengo con l’altro lettore sul disertare...Ma i media dove sono?date voce a queste p[overe persone a volte ricattate e costrette a lavorare x mandare avanti la famiglia ,anche lasciando marito e figli a casa ...provate a mettervi nei loro panni...tutti capirete cosa vuol dire.

  • Di Renzo Riva (---.---.---.96) 11 ottobre 2012 20:03
    Renzo Riva

    Tanto per dire.
    .
    Il giornale locale del Friuli ovvero il Messaggero Veneto tempo addietro menò una campagna contro il gioco d’azzardo e segnatamente contro le macchinette mangiasoldi "slot machine".
    .
    Non passano le due settimane che con fotografie e titoli a quattro colonne
    non venga reclamizzata qualche vincita consistente.
    .
    Bel modo di fare pubblicità contro il gioco d’azzardo.

    Renzo Riva
    Buja - UD

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