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La pagella online per rilanciare l’economia italiana

Dalle prime anticipazioni sul decreto sviluppo si comprende che la direzione presa dal Governo Berlusconi è davvero quella giusta! Il titolone del Corriere sotto riportato dimostra infatti una verità che tutti i ragazzini non proprio brillanti a scuola hanno sempre, sebbene in forma selvaggia e de-teorizzata, compreso: vi è un rapporto di causa-effetto tra pagella e depressione. 

E' vero che in questo contesto "depressione" è inteso anche, se non soprattutto, in senso psicologico, ma il giovane zuccone a cui, per i pessimi voti, non viene comprato il motorino potrà appunto con la sua infelice esperienza testimoniare incontrovertibilmente come la pagella impedisca la crescita economica.

E a ciò si aggiunga la paghetta ridotta al minimo, i soldi negati per la discoteca, il nuovo Call of Duty non comprato etc...
Insomma una catastrofe sociale, a cui il Ministro Mariastella Gelmini ha cercato fieramente e generosamente di opporsi favorendo, anche oltre ogni decenza, la proliferazione di "università telematiche" (decidete voi se nell'espressione abbia più bisogno di virgolette l'università o la telematica) e "diplomifici", ma con un successo ancora non pieno, purtroppo.

In tali istituti la "pagella di carta" è sì sussunta nel titolo finale, nel "pezzo di carta" a carissimo prezzo acquistato e certificante gli studi compiuti (o nel caso personale di Mariastella l'abilitazione alla professione di avvocato raggiunta in sede calabrese con il 95% di ammessi agli orali), ma la materialità reietta della pagella è ancora presente.

In questo momento supremo il Governo, che già, in materia economica, così numerose e brillanti prove ha dato di sé, raccoglie però la sfida della crisi e attacca appunto il problema sviluppo alla radice. La pagella di carta viene abolita per legge, relegata tra le ignominie di un triste passato, redenta per sempre dalla iPagella.
 
Anche se poi, a ben riflettere, non essendovi alcuna disposizione che imponga ai genitori italiani di avere una connessione Internet, un indirizzo email, un'alfabetizzazione informatica tale da riuscire ad aprire una mail e scaricare un allegato, i malintenzionati già vaticinano che qualche difficoltà il geniale provvedimento sarà destinato a incontrarla.
E nessuno si azzardi a pronosticare quanta spesa richiederanno i nuovi sistemi per analisi conoscitiva, consulenze, progettazione, realizzazione (se arriverà mai, dato che, come da tradizione, si fanno le cose un po' troppo facili in queste dichiarazioni di intenti), manutenzione, aggiornamento.
 
E quanta carta, perché, come sa già bene la Pubblica Amministrazione, tra le particolarità del "paperless office" italiano vi è la produzione di un'enorme quantità di carta dettagliante l'importanza del senza carta... (Aggiornamento: l'amica Sweepsy in un commento qui sotto e numerosi servizi di Report fanno notare che le famiglie italiane devono pagare di tasca propria la carta igienica per le scuole pubbliche. Che appunto, nonostante ogni mia vergognosa calunnia, implementano già brillantemente il "paperless", non con la poco frequente pagella ma proprio con il prodotto di uso quotidiano atto a favorire l'igiene intima. E il risparmio, per lo Stato, non stiamo a spaccare il capello con la spesa per i genitori dei pupetti, è notevolissimo.)
 
In altro paese, diranno i malintenzionati e incontentabili, una roba come la pagella non più di carta meriterebbe tre righe dentro una leggina tra le tante. Ma nell'amata Italia, capace di sfruttare al meglio ogni risorsa, diventa il punto saliente e immaginifico del decreto sviluppo, che, per le restanti "promozioni", punta sui soliti grandi classici e offre pure qualche baldanzosa novità. Gli immancabili professori universitari in pensione a 68 anni, salvo, probabilmente, alcune poche eccezioni valide solo per i professori universitari che stanno per compiere 68 anni.
 
Le irrinunciabili "infrastrutture", che nell'idioletto berlusconiano significano Ponte sullo Stretto e "con gli appalti, le commesse e le consulenze si placano molti mal di pancia". L'inedita copertura assicurativa obbligatoria "del rischio calamità naturali nelle nuove polizze che garantiscono i fabbricati privati destinati a uso abitativo contro l'incendio", misura che da queste prime righe pare, a voler fare i pignoli, sviluppare soprattutto la tassazione. E ancora, i sempre benvenuti "meno controlli per le imprese", dove "controlli" può indicare teoricamente la più perversa idiozia burocratica e praticamente la più necessaria vigilanza su legalità e sicurezza... 
 
Con coraggio pari alla pagella si attaccano pure i biglietti dell'autobus cartacei; anche qui largo all'elettronica e all'innovazione ("sistemi di bigliettazione elettronica e di pagamento interoperabili a livello nazionale"), appunto "su carta", almeno nel senso metaforico dell'espressione: i dubbi sulla realizzabilità in tempi non biblici di questo progetto sono infatti fortissimi.
Infine compare pure un articolo a favore delle "giovani coppie sposate" senza contratto a tempo indeterminato: potranno avere un mutuo per la prima casa garantito dallo stato.
 
A parte la finezza di "coppie sposate", che doverosamente dimentica le convivenze etero e omo (le seconde, si sa, non accedono nemmeno alla marcia nuziale, figuriamoci al mutuo), fa piacere sapere che due giovani del Nord con possibilità di risparmio comune di 300€ al mese potranno farsi un comodo mutuo 60ennale per comprare piccolo appartamento al costo di 8000€ al metro quadro.
 
Tutte queste misure sono però solo contorni, il vero volano del nuovo boom italiano è, lo ripetiamo con forza, la pagella su Internet, ovvero l'unica versione dell'"economia digitale" di cui abbiamo bisogno. Gli esperti comeStefano Quintarelli non devono quindi lamentarsi per il recentissimo taglio dei fondi alla banda larga (i.e. il "tesoretto" dell'asta frequenze 4G), affermando: "il problema è che (i ministri di questo governo ndr) non capiscono e quindi non credono che l'ICT (Information Communication Technology) sia fonte di sviluppo e di occupazione".
 
Riflettete un attimo: davvero si vuol mettere sullo stesso piano economico una misura (certo di grande importanza culturale e di alto valore democratico) come il superamento del "digital divide" con la iPagella? Analizziamo solo una parte, piccola ma significativa, della questione: per fare il consulente sulla banda larga ci vogliono competenze, non troppo facilmente acquisibili o falsificabili; per fare il consulente sulla pagella elettronica vanno benissimo i più alti in classifica, i primi dieci, i primi cento...
E questo si chiama vero sviluppo all'italiana, se permettete! E, nei casi più onesti, effetto Dunning-Kruger; nei più numerosi altri, paraculaggine.

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