La guerra afghana fa più morti negli Usa che in Afghanistan. E noi che ci facciamo ancora lì?
Non sono i talebani a decimare le truppe americane ma i suicidi: nei primi 155 giorni del 2012 ben 154 membri delle Forze armate statunitensi si sono uccisi.
In pratica ogni giorno un suicidio.
Cifre sbalorditive.
I soldati Usa oltre all’elevato tasso di suicidi, svelano gli specialisti, sono anche alle prese con ulteriori problemi quali l’aumento delle violenze sessuali, l’abuso di alcol, la violenza domestica e veri e proprio raptus di follia.
Le cause sono da ricercarsi nel logorio psicofisico derivante dalla continua esposizione ai combattimenti, il disturbo post-traumatico da stress, l’abuso di farmaci, i problemi economici personali (molti veterani una volta rientrati in patria hanno difficoltà a trovare un lavoro).
Iniziata nel 2001, dopo l’11 settembre, la guerra in Afghanistan è divenuta anche la nostra guerra.
Ufficialmente siamo in Afghanistan perché “Sosteniamo il Governo afgano nello svolgimento delle attività di sviluppo e consolidamento delle Istituzioni locali affinché lo Stato dell'Afghanistan diventi stabile e sicuro e non sia più un rifugio sicuro per il terrorismo internazionale e forniamo assistenza umanitaria alla popolazione”.
È arduo capire quali interessi italiani siano in gioco in Afghanistan, tali da giustificare la più importante missione militare del nostro paese (e la relativa ingente spesa) o forse sì...
Non è stata maestra per agli americani la storia recente, quando l’allora Unione Sovietica invase l’Afghanistan il 24 dicembre 1979 e lì rimase fino al 15 febbraio 1989 rimettendoci le penne.
La storia è un grande presente, e mai solamente un passato.
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