Crisi nera: in 10 anni solo 29 euro di aumento sugli stipendi
Inizia bene la settimana: Piazza Affari patisce delle tensioni finanziarie dell’area, non si arresta la corsa degli spread, il differenziale tra Btp e Bund è salito a 520,3 punti con il rendimento del decennale italiano al 6,339%.
Le retribuzioni medie reali nette dei dipendenti, dal 2000 al 2010, sono aumentate di solo 29 euro, passando da 1.410 a 1.439 euro; rilevante il divario tra centro-nord e sud-isole e tra gli uomini e le donne. È quanto emerge dalle tabelle contenute nella relazione della Banca d’Italia elaborate dall’Adnkronos.
L’Italia ha il record mondiale della pressione fiscale effettiva che si attesta al 55% del Pil, il dato risulta da una ricerca effettuata dall’Ufficio studi di Confcommercio. Quello che il complesso finanziario-mediatico-politico-economico va imponendo, ossia quelle che chiamano “liberalizzazioni/privatizzazioni/euro” sta giungendo al termine:
- Un primo stadio si occupò della svendita del Credito italiano, Eni, IRI, Telecom Italia, ENEL, Comit, IMI, INA, Autostrade, dell’industria siderurgica e alimentare pubblica;
- Un secondo stadio, tuttora in esecuzione ma giunto alla conclusione, che punta al settore della sanità, della previdenza, dei trasporti (ferrovie, trasporto pubblico di linea, trasporto navale, taxi), a quello delle utilities (aziende municipalizzate nei settori acqua, elettricità, gas) e ad altre funzioni di pubblico interesse;
- Per l’eventuale terzo stadio, rimane solo il fondo del barile, ma lo stanno/stiamo raschiando...
Intanto Mario Draghi, Presidente della Banca centrale europea, in un'intervista a “Le Monde” dice che per uscire dalla crisi, "serve più Europa".
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