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 Home page > Tribuna Libera > La disinformazione di massa e il ruolo dei nostri servizi segreti

La disinformazione di massa e il ruolo dei nostri servizi segreti

Sull'argomento della cosiddetta "manipolazione del consenso"ne parlai tempo fa per spiegare come ancora una volta hanno preparato la strada per la guerra in Libia. Con questo articolo vorrei mettere in evidenza l'attore principale, colui che opera proprio per mettere in atto queste operazioni: il servizio segreto.

Bisogna precisare che i servizi segreti non sono solamente dei grandi ricettori di flussi informativi, ma sono soprattutto diffusori di notizie. Anzi, sono le principali agenzie informative di una società. Tra l'altro premetto che un giorno cercherò di spiegare come essi intervengono tramite i giornali, magari facendo trapelare delle inchieste in corso e prego i miei lettori di scrollarsi per un attimo di dosso la propria idea politica e soprattutto di analizzare con profondità ciò che dico: i servizi segreti utilizzano molto spesso i principali giornali che fanno presa sulla massa e quindi anche e soprattutto quelli che nell'immaginario collettivo sono considerati progressisti.

Le notizie che acquisiscono e poi diffondono non sono sempre false o totalmente vere: a loro è indifferente, purché servino per raggiungere uno scopo prefissato.

Molto spesso la loro regola fondamentale della disinformazione è ricorrere al minor tasso possibile di notizie false, soprattutto per evitare di spendere un ulteriore lavoro per nascondere la verità e quindi spendere tempo per fare la contro disinformazione, magari tramite i giornali e sopratutto nella vasta babele che è internet. Sia chiaro, ho precisato che cercano di farlo il meno possibile, non che non lo facciano.

La prima grande disinformazione di massa contemporanea è avvenuta riguardo la Prima Guerra del Golfo. Gli USA in quel caso avevano un doppio problema: trasformare l'alleato Iraq in avversario.

Il Paese dell'allora Saddam Hussein era stato sostenuto per la guerra contro l'Iran. Allora tutti i giornali occidentali, riforniti dalle notizie dalle varie agenzie americane (rifornite a sua volta dalle informative dei servizi segreti), iniziarono ad ingigantire la potenza bellica dell'Iraq. Addirittura si giunse a far credere all'opinione pubblica che l'Iraq era diventata la quarta potenza bellica del Mondo: dopo quella degli USA, URSS e CINA. In pratica addirittura più forte di Israele.

Non potevano mancare i politologi, gli esperti di politica internazionale e analisti, come quel personaggio di Edward Luttwak, che compaiono negli schermi televisivi.



L'Iraq era diventato un pericolo, quindi un nemico da abbattere. Curioso notare anche la strategia della cultura di massa (altra specialità dei servizi) come si mise in moto: casualmente nelle librerie comparvero romanzi ispirati a oscuri complotti di un qualche dittatore mediorientale e il riferimento era chiaramente Saddam Hussein.

La seconda ed ultima guerra del Golfo invece fu giustificata grazie alla famosa campagna sul possesso di armi di distruzione di massa. Iniziò tramite l'inchiesta giornalistica sul New York Times nella quale si parlava di tubi di alluminio utili a fabbricare armi atomiche che Saddam avrebbe acquistato: la breccia della disinformazione di massa era avviata.

Ma la famosa "pistola fumante" che avviò la preparazione finale per ottenere il consenso sulla guerra fu "mostrata" da Colin Powell il quale dichiarava che la CIA confermò che Saddam era in procinto di dotarsi di armamento atomico. Più tardi,anzi qualche anno più in là a cose ormai fatte si scoprì che tutto questo si basò su un falso dossier che era fondato sullo pseudo protocollo di intesa tra fra il Niger e l'Iraq per una fornitura di uranio.

Indovinate da chi fu trasmesso quel dossier? Da un certo Rocco Martino appartenente ai nostri servizi segreti. E si scoprì di più. Nonostante il fatto che l'allora capo del SISMI, Niccolò Pollari, sapeva che il dossier fosse un falso, lui decise di dargli lo stesso credito e la stessa cosa lo fece la CIA. 

Per inciso: il fascicolo di Martino presentava evidenti incogruenze per cui la CIA diffidò. Tuttavia il direttore dei servizi segreti americani, George Tenet, decise di tenere ugualmente conto del dossier, anche perché era stato avvallato a sua volta dal generale capo SISMI Pollari giunto il 9 settembre 2002 negli USA. Non serve precisare che i nostri servizi segreti collaborano molto spesso con la CIA per fare operazioni illegali, basti citare il rapimento Abu Omar.

Tutta un'operazione con la quale si era raggiunto lo scopo finale di condizionare l'opinione pubblica. Tra qualche anno usciranno fuori anche i falsi dossier e informative per manipolare il consenso per questa guerra in Libia, ma non servirà perché puntualmente la massa, di qualunque orientamento, ci ricade.

Prossimamente cercherò di spiegare invece come i nostri servizi utilizzano i vari quotidiani per passare inchieste o le cosiddette veline per fare operazioni mirate.

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