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La croce di Lorena

Se quando ero piccola mi avessero preso sulle ginocchia per darmi la pappa e detto: "Lo vedi quel signore lì alla tivù, il Mago Silvan? Un giorno diventerà un pericoloso sovversivo ed un emblema della Resistenza", penso che avrei tirato in faccia al malcapitato una cucchiaiata di stelline con il formaggino a mo’ di fionda. Ai bambini non piace essere presi in giro.

Eppure, quella che una volta si chiamava la realtà romanzesca, ha colpito ancora. Il Mago Silvan, uno dei muri portanti della televisione italiana, di età sconosciuta, probabilmente mummificato già all’età di vent’anni e conservatosi quindi meglio dell’uomo di Similaun, (ho quasi mezzo secolo e lui faceva già i prestigi quando andavo ancora in triciclo), è il protagonista dell’ennesimo episodio di censura, in questo caso preventiva antifurto e antincendio, responsabilità civile verso terzi, accaduto nella trasmissione soporifera di mezzo pomeriggio "Domenica In(guardabile)".

Aldo Savoldello intento a compiere il solito prestigio settimanale, come da contratto, sguaina una bacchetta magica all’uopo.

Memorabile l’espressione di Lorena Bianchetti (d’ora in poi sarà Gianchetti in omaggio alle mie origini genovesi). All’inizio osserva il fazzoletto con un’espressione rilassata e sorridente ma appena Silvan nomina, associandolo alla sparizione di un anello sotto il fazzoletto, il nome dello statista joker, affermando che farà dono a costui della stessa bacchetta magica (si suppone per risolvere i tanti problemi di questo paese), Lorena Sbianchetta.

La vediamo osservare schifata lo stesso fazzoletto.

Silvan non solo insiste con la bacchetta e si fa decisamente inquietante quando invita i bambini a "strofinarla bene nella tasca se no non si alza" (Gianchetti è ormai in Defcon 2), ma se ne esce con una delle più geniali espressioni della comicità classica: la supercazzola. Che cos’è altrimenti quel "ecco, ecco, guarda la bacchetta che si alza da sola"?



Involontario o meno, si è trattato di un momento di satira politica geniale, da far impallidire il miglior Luttazzi coprofilo, ma ovviamente oggi si parla, più che dell’inedito Silvan satirico, della reazione avuta dalla conduttrice cara alle "curie", la Lorena Gianchetti, scattata come un salvavita nel momento in cui è stato nominato Berlusconi (pur se opportunamente bippato in regia) e prodottasi, finita la supercazzola magica, in un’accorata arringa a difesa delle istituzioni che così tanto stanno facendo per i terremotati ed i bisognosi.

Una vera Giovanna d’Arcore in difesa dell’impegno concreto, con tanto di mani giunte e sudorazione profusa.

Si ignora se Silvan sia stato in seguito tradotto in qualche prigione segreta della CIA e torturato con la visione di ore ed ore di numeri del Mago Binarelli, ma intanto la Lorena la sua croce al merito se l’è proprio meritata.

Un’excusatio in piena regola e proprio non petita.

Pare intanto che la bacchetta, terrorizzata di dover cadere in mano al mago Silvion, si rifiuti da allora di alzarsi, per quanto la si strofini, fuori o dentro i pantaloni. Come si conviene in questi casi, siete invitati a non ridere di lei.

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