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L’odore di Napoli

Sono stato ultimamente a Napoli. Una tre giorni di full immersion, tra i vicoli e le stradine di Forcella, Spacca Napoli, via Toledo, via Roma, piazza del Plebiscito via del Mercato. Via Caracciolo e le bancherelle del Mercato. Ho visto una città senza Stato, senza ordine, né legalità, così come si intende nel resto dell'Italia. Molto più caotica di qualche anno fa. E il caos non è solo nel traffico.

Se riesci a guidare uno scooter nel traffico di Napoli puoi affermare che puoi guidare dappertutto! Portare il casco è come andare nudo in giro per la città. Ed io che avevo l'integrale ero visto e guardato a vista!. Poi in una pizzeria - la migliore mi hanno detto - parlando con una avventrice come me, ma lei indigena, mi ha spiegato gesticolando, come solo il popolo meridionale sa parlare, che non si poteva andare con il casco a Napoli. E' vietato, perchè i killér con l'accento sulla e, lo usano ed è facile essere sparato, con la mausèr, con l'accento sulla e.

A nulla è valso spiegare che se è pericoloso portare quello integrale, nulla vieta di portarne uno non di quella tipologia. Ed allora mi sono affrettato a comprarne un altro di casco, ma questa volta uno di quelli a volto scoperto. E' consentito invece viaggiare in scooter in tre marito moglie e piccoletto in piedi fra i due, per mancanza fisica di spazio sul sellino. Tutti rigidamente senza casco, naturalmente! Ho visto come nessuno mai zigzagare con lo scooterone in due (anche qui senza casco) fra il traffico a tutta velocità e quando dico velocità intendo velocità pura. Son rimasto incantato ed allibito. E tutto questo tra i vigili e carabinieri, polizia e guardia di finanza. Ma senza che questi, di fronte alle infrazioni si girassero da un'altra parte. No! Con tutta naturalezza continuavano a fare ciò che stavano facendo come se la cosa non li riguardasse. A Napoli lo legalità è un concetto tutto locale. Lo Stato è un optional. Esercito, polizia, e quant'altri li vedi a pattuglie nel centro cittadino a fare che non si sa. E persino i poliziotti di quartiere ho visto. In tre. Due maschi ed una donna.

A stazionare, ma se ti addentri nei vicoletti della Napoli del malaffare (ma anche questo termine non ha valore qui a Napoli), di forze dell'ordine manco a parlarne. Qui è zona off limits. "Jatevenne" è scritto sui muri, scritte invisibili per lo straniero ma stampate a caratteri cubitali per i locali. Mi son fermato in un parcheggio per camper, autorizzato e certificato. Ex villa appartenuta alla camorra ed ora data in gestione ad una cooperativa. Dodici euro, ma poi si è avvicinato una donna napoletana con un bimbo in braccio ed un altro attaccato alla gonna e mi voleva rifilare un depliant. O il depliant o non si entra. Al mio rifiuto mi ha fatto cadere le braccia al suo "A signuri, ma pure nuj amma campà!".

La sera, alle 18 ho visto, incomprensibilmente, le saracinesche dei negozi, le bancherelle degli ambulanti e non, chiudere i battenti. Mi son fermato ad una di esse, e al mio stupore mi ha svelato. "Stasera giuoca o Napoli contra u Liverpùl!" Basta la parola. A questo evento tutto è consentito. E la monnezza! In ogni dove ed in ogni luogo. Nei pressi del Duomo (bellissimo monumento al barocco napoletano) le montagne di monnezza e di puzza facevano da cornice. La puzza, quell'odore caratteristico della monnezza umida andata in putrefazione è ormai diventato l'odore caratteristico di Napoli.

Ogni città, ho imparato, ha un suo odore caratteristico. Firenze, Milano, La Spezia, Pescara, Ancona, Bari, Taranto. Ho imparato a riconoscere quegli odori. Sanno di quegli abitanti, si integrano perfettamente con i loro palazzi e monumenti con le loro bellezze locali, con i loro abitanti. Il Duomo di Milano o palazzo della Signoria non sarebbero loro senza l'odore della loro città. Avrebbero un altro aspetto, l'architettura stessa sarebbe diversa. Napoli ha l'odore della monnezza. Passeggiando per via Toledo o per via dei Tribunali o per piazza Dante o piazza D'alba senza l'odore della monnezza sarebbe come viaggiare in un altro luogo, in una altra città. E tutti convivono con quella puzza.

Ed io, straniero, con vergogna buttavo il mio sacchetto di spazzatura timidamente, con vergogna tra la montagna di altri sacchetti. Con indifferenza guardato, non visto, dai napoletani Napoli. Napoli è un'altra terra, senza legalità dove ognuno ha la sua di legalità, il suo di ordine. E' uno Stato a parte, a sé. Napoli è il confine fra la terra ed il cielo, fra il mare e la montagna. E' terra di confine. Poi c'è la camorra che detta la sua di legalità , che mette ordine e dà i suoi ordini. A quella legalità tutti si attengono e tutti, nessuno escluso, sottostanno.

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