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 Home page > Tribuna Libera > L’arroganza di Alfano: no all’identificazione degli agenti

L’arroganza di Alfano: no all’identificazione degli agenti

E’ insopportabile l’arroganza del Ministro degli Interni, Angelino Alfano.

Uno che tempo fa ha dimostrato, come sappiamo bene tutti, la sua totale incapacità di gestire un caso delicato come quello di Alma Shalabayeva (per non dire che forse ha avuto una sua responsabilità nell’esito ampiamente illecito di quel caso, con l’espulsione di una signora che aveva tutti i diritti riconosciuti dalla legge italiana e dagli accordi europei per rimanere nel nostro paese).

Sabato il nostro se ne è uscito con una polemica a tutto campo sulle ultime manifestazioni violente di Roma: «Per noi la libertà di manifestare è sacra, ma tirare razzi non è manifestare. Sono contrario al codice identificativo per le forze dell’ordine. Se questi sono i manifestanti, l’identificativo ci vorrebbe per loro, non per la polizia».

In questa semplice frase - che ripete e sintetizza concetti già espressi nella sua sfuriata a braccio durante la conferenza stampa - c’è tutta la summa del suo pensiero.

Siccome i violenti devastano la città non si può dire né fare niente contro i comportamenti illeciti di agenti in ordine pubblico quando agiscono in violazione della legge che loro stessi devono far rispettare. Che, detta in altri termini significa che se un teppista attacca lo Stato, lo Stato ha il diritto di farsi teppista e mettersi sul suo stesso piano. Logiche che sono qualcosa in più che discutibili.

Lo stesso giorno un agente molto “furbo” si è messo a camminare su una dimostrante, una giovane ragazza inerme a terra, schiacciandola con tutto il suo peso. Ma, essendo molto “furbo”, non si è accorto di non essere in divisa. Grazie agli abiti borghesi è stato riconosciuto, identificato e definito “cretino” dal capo della polizia. Ma se non fosse stato così “furbo” nessuno sarebbe mai stato in grado di individuarlo.

E’ questa l’impunità che si vuole? E’ per difendere questi gesti che il ministro responsabile dell’illegale espulsione nel caso Shalabayeva si scalda tanto?

Nel frattempo in buona parte del mondo - dove si contrastano moti di piazza non sempre più tranquilli dei nostri (vedi Istanbul, vedi le periferie parigine, vedi quelle inglesi) - la polizia ha adottato il codice identificativo. Ne parlavo già oltre un anno fa per dire che è una misura di banale civiltà - anche a tutela degli stessi agenti - promossa e sollecitata anche dal Parlamento europeo:

“Il Parlamento (...) esprime preoccupazione per il ricorso a una forza sproporzionata da parte della polizia durante eventi pubblici e manifestazioni nell'UE; invita gli Stati membri a provvedere affinché il controllo giuridico e democratico delle autorità incaricate dell'applicazione della legge e del loro personale sia rafforzato, l'assunzione di responsabilità sia garantita e l'immunità non venga concessa in Europa, in particolare per i casi di uso sproporzionato della forza e di torture o trattamenti inumani o degradanti; esorta gli Stati membri a garantire che il personale di polizia porti un numero identificativo”.

“Ce lo chiede l’Europa” è uno slogan che va bene solo quando c’è da tartassare i cittadini o può essere usato anche per imporre a politici e istituzioni recalcitranti, l’adozione di mentalità e modalità più democratiche?

 

Foto: PPE/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.157) 26 aprile 2014 09:01

    Esprimo il mio consenso su l’articolo .In un paese civile non è ammissibile che le forze dell’ordine si comportino cosi’ . Il "cretino " è un caso limite e andrebbe espulso immediatamente .
    Due considerazioni a margine :
    La prima . E’ un dato di fatto che la polizia ,in specie quella addetta a reprimere le manifestazioni di piazza, è l’erede e la continuità della famigerata "celere " . I criteri di selezione con i quali vengono reclutati i "celerini " sappiamo quali sono e a quale area politica si ispirano.
    La seconda .Non commettiamo però l’errore di cadere nell’indulgenza pelosa ,che diventa complicità anche a livello politico . Manifestare in maniera civile è un conto , mettere a ferro e fuoco una città con tanto di volti travisati è un’altra cosa . In questi casi io ,come cittadino contribuente ,pretendo forze dell’ordine ferocemente decise nella repressione .
    Ripeto ferocemente decise , senza tuttavia trascendere in atti gratuiti come nell’episodio citato che ,oltretutto non ha alcun senso logico ( da li’ giustamente il "cretino " ) .

    Quindi il termine "sproporzionato " che si utilizza in casi di questo genere deve essere limitato unicamente al caso specifico o a casi simili ,mentre è tutto da riconsiderare in rapporto ai comportamenti "sproporzionati " di chi protesta .Chiamiamolo pure pricipio di "azione e reazione " .
    ciao

    • Di (---.---.---.160) 27 aprile 2014 09:41

      Paolo, lo Stato non può mai farsi teppista per contrastare i teppisti, farsi violento per contrastare i violenti, farsi illegale per contrastare chi viola la legge. Questa è la base fondamentale di uno stato civile e democratico. Al di là di questo ci sono tendenze inaccettabili.

      Non parliamo poi quando ammazza la gente per la strada, come è successo troppe volte, o quando organizza delle violenze golpiste come a Genova 2001.

      In tutto ciò non c’è alcuna condiscendenza verso chi commette reati nelle manifestazioni di piazza che, fra l’altro, sono ben più nocive ai manifestanti che altro.

      ciao, FDP

  • Di paolo (---.---.---.115) 27 aprile 2014 22:04

    caro FDP ,guarda che io chiedo non che lo Stato diventi teppista o commetta atti illegali , golpisti ecc.., e ci mancherebbe !
    Ma fermo e deciso si’ . E siccome in questo ameno paese esiste una cultura della tolleranza che spesso sconfina in complicità politica , bisogna stare bene in campana , perché spesso si cade nell’eccesso opposto ,colpevolizzando le forze dell’ordine anche quando fanno il loro assoluto dovere .

    Riguardo alla identificazione del milite o del poliziotto ,mediante un codice visibile dal quale si possa risalire alla sua identità , sarebbe oltremodo auspicabile ed in linea con i paesi a civiltà più avanzata .
    Ti faccio tuttavia notare che la nostra immatura democrazia vanta primati mondiali nel campo del terrorismo di matrice politica e quattro o cinque mafie organizzate militarmente che non mi risulta abbiano riscontri in nessuna altra parte del mondo (forse Colombia a parte ) . Aggiungo che almeno un terzo del territorio nazionale sfugge al pieno controllo dello Stato ,con pesanti infiltrazioni malavitose a tutti i livelli ,fino ad arrivare alle massime istituzioni , per non parlare di servizi segreti deviati ecc..

    Quindi ,capisco l’invito rivolto dalla UE agli stati membri , ma purtroppo ho seri dubbi che ci siano da noi le condizioni ambientali per attuarlo . Pensa alle ritorsioni dirette e sui famigliari . Ci sono comunque i mezzi tecnici per smascherare gli autori di violenze gratuite (come nel caso in questione ) .
    ciao

    • Di (---.---.---.160) 28 aprile 2014 09:54

      Non sono in disaccordo, ma parlare del codice identificativo paventando le ritorsioni della mafia, mi sembra una forzatura. Il codice serve nella manifestazioni di piazza, non nella cattura dei latitanti o simili. E la mafia non manifesta in piazza (almeno finora).
      Argomenti di questo tipo servono solo a mantenere il deficit di democrazia che esistono in Italia ben più che ion altri paesi. Perfino la Turchia ha il codice identificativo, e non è certo un paese a democrazia consolidata!
      Ciao, FDP

    • Di (---.---.---.164) 28 aprile 2014 11:38

      Non sai di cosa parli, Paolo, e ogni volta lo evidenzi.


      Innanzitutto, l’italia non è per un terzo nell’illegalità, ma a livello geografico è completamente illegale, in modo uniforme. A meno che tu non consideri reati cose tipo gli omicidi trasversali e peccatucci veniali l’evasione fiscale massiva o le aggressioni con motivazioni razziali... 

      Inoltre parlare di rappresaglie da parte di mafiosi nel caso che un poliziotto sia identificabile significa che non hai idea di cosa parli, perché quello che temi già avviene anche senza numero identificativo. O meglio, non avviene, perché in certe parti di italia le forze dell’ordine, con numero identificativo o senza, guardacaso evitano accuratamente di dare fastidio a determinate persone, lasciando fare e chiudendo occhi, ed è il motivo per cui certi comportamenti restano impuniti. Non a causa dei magistrati, ma per il lassismo di chi dovrebbe sottoporre gli atti ad un magistrato ed evita rogne.

      Ci sarà un motivo per cui si scopre che il latitante tot, ricercato da decine di anni, andava ogni domenica a messa nell’indifferenza generale, non nascondendo minimamente la propria identità, ma muovendosi alla luce del sole. Così come credo sia molto inverosimile immaginare che il grosso della cittadinanza sia a conoscenza di quali strade siano invase di notte da lucciole spesso costrette a prostituirsi, ma le forze dell’ordine ne ignorano la presenza. Altrimenti dovrebbero intervenire, o no? Oppure parcheggiatori abusivi, la cui presenza è stranota alla cittadinanza, ma fanno il loro mestiere indisturbati, salvo qualche raro e sporadico controllo. Per non parlare di chi fa il pacco ai turisti in determinate zone di determinate città, di chi spaccia la droga agli angoli delle strade... gli extracomunitari costretti a vendere materiale protetto da copyright in pieno giorno sui marciapiedi pubblici...son cose note a tanta tanta tanta gente, ma le forze dell’ordine non sanno niente, altrimenti interverrebbero.

      Ma al di là del fenomeno mafioso, certi lassismi valgono per i potenti in genere, per cui il vigile non fa la multa o i controlli a determinate persone... perché c’ha famiglia, come i poliziotti, e non vuole rogne. 

      Parlare di necessità di tutelare l’anonimato dei poliziotti per salvaguardarli da eventuali rappresaglie mafiose significa immaginare un mondo in cui le forze dell’ordine solertemente e quotidianamente sono impegnate alla repressione dei reati. Non sai di cosa parli e non capisci che il motivo per cui la gente non parla, ha paura a denunciare, è perché le rappresaglie non le subiscono le forze dell’ordine, ma i cittadini che restano indifesi e sovraesposti, perché alle loro denunce non segue niente.
    • Di paolo (---.---.---.115) 28 aprile 2014 11:57

      Nelle manifestazioni di piazza (tipo Roma o Genova ) probabilmente non ci vanno i mafiosi ma gruppi dell’estremismo rosso o nero nostrani e/o di importazione si che ci vanno ,eccome se ci vanno !! E poi dipende , perché dietro certe manifestazioni (vedi Napoli) ..........

      Comunque sono soprattutto questi gruppi politicizzati ,queste formazioni dell’estremismo antisistema che troverebbero maggiore facilità nel colpire i tutori dell’ordine e le loro famiglie .

      Insomma è un punto da valutare attentamente , non credo che il nostro deficit di democrazia si acceleri con queste forme di trasparenza . Prima bisogna consolidare (step dopo step ) i fondamentali , altrimenti si espongono i tutori dell’ordine a rischi inacettabili . Come ti dicevo ci sono sistemi alternativi (per es. come la piena certificazione della catena di comando) che consentono di arrivare ad individuare eventuali responsabili di determinate azioni .
      Lascio spazio ad altri che vorranno intervenire .
      ciao ,ti leggo sempre con piacere.

    • Di (---.---.---.174) 28 aprile 2014 13:56

      Scusa ma continuo a non vedere nessi tra la possibilità di essere identificati dalla magistratura e il rischio di subire rappresaglie solo per aver portato un numeretto su un casco.


      Razionalmente parlando: ci sono agenti che hanno commesso atti discutibili, alcuni dei quali vagliati dalla magistratura. Non entro nel merito della veridicità delle accuse, fa parte del lavoro di chi si occupa della giustizia, ma il senso è che ci sono degli agenti che per il comune sentire si sono comportati in modo discutibile, diciamo che la "piazza" li ha condannati. Di alcuni di essi si conosce il nome e cognome da anni. Per caso qualche loro parente è stato aggredito? A me non risultano casi. 

      Le rappresaglie possono essere svolte al momento, perché se una folla inferocita becca un agente che ha "abusato" (o reputano abbia abusato) del proprio potere, possono linciarlo al momento, specie se resta isolato. A volte capita.

      Il numero identificativo non è necessariamente un dato pubblico, in altre parole verrebbe reso noto alla magistratura solo a seguito di ipotesi di reato, e soprattutto non neanche necessario che sia un dato statico. In altre parole, volendo tutelare maggiormente le forze dell’ordine, niente vieta che il numero identificativo cambi ad ogni azione ma esista un archivio di corrispondenze relative ad ogni singolo giorno, un po’ come per gli ip dinamici, che cambiano sempre ma si è in grado di risalire a quale utenza telefonica temporaneamente lo utilizzasse.

      Qui non si stanno difendendo i facinorosi che vanno a guastare nelle manifestazioni di piazza, ma si punta il dito sull’ECCESSO di contenzione, quando avviene. Calpestare una ragazza inerme, a terra, non ha alcuna giustificazione. La forza fisica può avere un senso se motivata, necessaria, e limitatamente al tempo necessario per immobilizzare un riottoso, ma nel momento in cui lo si blocca, impedendone eventuali eccessi, bisogna fermarsi invece di continuare ad aggredirlo a calci o manganellate. Questo per chi è violento, figuriamoci per i manifestanti pacifici che a volte finiscono caricati senza motivo.

      Manifestare è un diritto e le forze dell’ordine non stanno lì solo a tutelare le istituzioni (g8 di genova o simili) ma anche e soprattutto l’incolumità DEI MANIFESTANTI. Sono pagati anche per fare in modo che Pinco Pallino possa andare in piazza, esprimere il proprio dissenso pacifico, e tornare a casa senza un osso rotto. 
    • Di paolo (---.---.---.115) 29 aprile 2014 20:46

      Sei grillesco . Mi attribuisci cose che non dico ,supponi di sapere cosa penso ,dici cose inesatte ,insomma ciurli nel manico .

      Un terzo del paese è ufficialmente illegale ma questo non esclude assolutamente che gli altri 2 terzi stiano molto meglio . Cosa sia la situazione della giustizia italiana non me lo devi insegnare tu .Io ho una causa civile che dura da 37 anni ( hai capito bene 37 anni !! ) ,mi danno ragione ma non becco un cent malgrado Angelino Alfano (allora ministro della Giustizia ) sia stato condannato a risarcirmi 30.000 euro .
      Ma un paese che celebra 4 papi ( i francesi li hanno cacciati da Avignone nel xiv secolo !! ) ,ha un pregiudicato in libera uscita che imperversa con le sue balle su tutti canali tv ,un’altro pregiudicato urlatore che spera di portarci in fondo al barile e un pinocchio democristiano che promette la luna nel pozzo .
      E tu mi devi suggerire ancora qualcosa ? !
      ciao

  • Di (---.---.---.36) 30 aprile 2014 12:20

    Sei grillesco . Mi attribuisci cose che non dico ,supponi di sapere cosa penso ,dici cose inesatte ,insomma ciurli nel manico .

    Tu addirittura mi attribuisci una fede politica, non so se mi spiego. Se io ciurlo nel manico, te neanche scherzi.

    Un terzo del paese è ufficialmente illegale ma questo non esclude assolutamente che gli altri 2 terzi stiano molto meglio .

    E allora basterebbe dire che i 3/3 del paese sono nell’illegalità, così nessuno fraintende. Che poi l’illegalità sia ufficiale in 1/3 del territorio italiano è una tua illazione. Mi risulta che esistano municipi in ogni comune d’italia e caserme di carabinieri e polizia, tribunali etc etc... in ogni regione italiana. "Ufficialmente illegale" proprio per niente. 

     Cosa sia la situazione della giustizia italiana non me lo devi insegnare tu .Io ho una causa civile che dura da 37 anni ( hai capito bene 37 anni !! ) ,mi danno ragione ma non becco un cent malgrado Angelino Alfano (allora ministro della Giustizia ) sia stato condannato a risarcirmi 30.000 euro . 

    Evvabbè, ma non si parlava di giustizia civile qui. E’ indecente la durata della tua causa, ma magari è dovuta anche alle capacità del tuo avvocato? La giustizia penale, non dovrei dirtelo io, ha procedure diverse, finalità diverse e soprattutto l’azione penale in italia è obbligatoria e l’azione inquirente è condotta da organi dello stato, a differenza del processo civilistico che è ad azione di parte non solo nella nascita ma anche nella produzione di atti necessari allo svolgimento. Ripeto: vergognoso che una causa civile duri tanto, ma che c’entra con la ragionevole richiesta di poter processare agevolmente appartenenti delle forze dell’ordine nel caso essi abusino palesemente del loro potere?

    Ma un paese che celebra 4 papi ( i francesi li hanno cacciati da Avignone nel xiv secolo !! ) ,ha un pregiudicato in libera uscita che imperversa con le sue balle su tutti canali tv ,un’altro pregiudicato urlatore che spera di portarci in fondo al barile e un pinocchio democristiano che promette la luna nel pozzo .
    E tu mi devi suggerire ancora qualcosa ? ! 
    ciao

    Si, di considerare che tutto quello che hai elencato - che non contesto - non c’entra niente con la richiesta di poter, almeno in linea teorica, identificare gli esponenti delle forze pubbliche quando queste commettano un abuso.

    Altrimenti da grillesco argomenti tu, perché se si pone un problema circoscritto e serio, come in queto caso, non si può rispondere.... e i papi... e l’urlatore... e il pregiudicato... non so se ti rendi conto che hai risposto esattamente con un grillino al quale si contesta magari la mancanza di democraticità interna ed egli comincerà con la casta.... il PDmenoL.... le scatolette di tonno e gli scontrini...

  • Di paolo (---.---.---.115) 2 maggio 2014 20:59

    Ero impegnato nel subire una aggressione verbale su altro post e quindi rispondo solo ora .
    La mia causa ,è durata in due tranche 37 anni , ma non per colpa del mio bravissimo avvocato che è riuscito pure a far condannare il Ministro di Grazia e Giustizia ( legge Pinto ) ,ma perché per anni era finita all’ "ufficio stralcio " (per errore ! ? ) . Insomma se l’erano dimenticata .
    E guarda che la giustizia civile è lo specchio di quella penale . Invece dello "stralcio " c’è la prescrizione ma se non è zuppa è pan bagnato.

    Ma chi ha detto che i poliziotti che commettono reati non sono punibili ? E dove sta scritto che non sono identificabili ? Li hanno beccati tutti , da Genova a Cucchi ad Aldrovandi . Il problema è che non gli fanno un piffero , gli fanno una tirata d’orecchi o poco più .
    Manca la certezza del diritto e l’applicazione della pena . Punto.

    Secondo te la targhetta è il tocco magico che risolve tutto ?
    dimmelo -ciao

  • Di (---.---.---.33) 3 maggio 2014 19:14

    Se la targhetta non mette e non toglie, come a leggerti; se vengono beccati tutti come dici, non capisco quale problema crei la sua introduzione, dato che sarebbe un’informazione comunque secretata e non conoscibile per terzi, e comunque potrebbe anche essere un dato volatile e non statico, come da me ipotizzato.


    Se i poliziotti sono già ora identificabili, qual è il problema? Se non cambia più di tanto le cose, qual è il problema?

    Dimmelo.
    Ciao.

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