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Commento di

su L'arroganza di Alfano: no all'identificazione degli agenti


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28 aprile 2014 13:56

Scusa ma continuo a non vedere nessi tra la possibilità di essere identificati dalla magistratura e il rischio di subire rappresaglie solo per aver portato un numeretto su un casco.


Razionalmente parlando: ci sono agenti che hanno commesso atti discutibili, alcuni dei quali vagliati dalla magistratura. Non entro nel merito della veridicità delle accuse, fa parte del lavoro di chi si occupa della giustizia, ma il senso è che ci sono degli agenti che per il comune sentire si sono comportati in modo discutibile, diciamo che la "piazza" li ha condannati. Di alcuni di essi si conosce il nome e cognome da anni. Per caso qualche loro parente è stato aggredito? A me non risultano casi. 

Le rappresaglie possono essere svolte al momento, perché se una folla inferocita becca un agente che ha "abusato" (o reputano abbia abusato) del proprio potere, possono linciarlo al momento, specie se resta isolato. A volte capita.

Il numero identificativo non è necessariamente un dato pubblico, in altre parole verrebbe reso noto alla magistratura solo a seguito di ipotesi di reato, e soprattutto non neanche necessario che sia un dato statico. In altre parole, volendo tutelare maggiormente le forze dell’ordine, niente vieta che il numero identificativo cambi ad ogni azione ma esista un archivio di corrispondenze relative ad ogni singolo giorno, un po’ come per gli ip dinamici, che cambiano sempre ma si è in grado di risalire a quale utenza telefonica temporaneamente lo utilizzasse.

Qui non si stanno difendendo i facinorosi che vanno a guastare nelle manifestazioni di piazza, ma si punta il dito sull’ECCESSO di contenzione, quando avviene. Calpestare una ragazza inerme, a terra, non ha alcuna giustificazione. La forza fisica può avere un senso se motivata, necessaria, e limitatamente al tempo necessario per immobilizzare un riottoso, ma nel momento in cui lo si blocca, impedendone eventuali eccessi, bisogna fermarsi invece di continuare ad aggredirlo a calci o manganellate. Questo per chi è violento, figuriamoci per i manifestanti pacifici che a volte finiscono caricati senza motivo.

Manifestare è un diritto e le forze dell’ordine non stanno lì solo a tutelare le istituzioni (g8 di genova o simili) ma anche e soprattutto l’incolumità DEI MANIFESTANTI. Sono pagati anche per fare in modo che Pinco Pallino possa andare in piazza, esprimere il proprio dissenso pacifico, e tornare a casa senza un osso rotto. 

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