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L’angusto sentiero della riduzione del debito

Rimane ancora in sospeso il tema iniziato nel post “Domande che fan rizzare i capelli“, sto lavorando ad una “finanziaria aliena” (e al numero doppio di Mese Alieno che vi ho promesso), nel frattempo -giusto perché possiate intuire quale sia la difficoltà di affrontare un simile progetto- facciamo insieme un esercizio numerico.

Un Paese con 2000 mld€ di debito pubblico, che ha un PIL di 1650 mld€ (dunque ha un debito/PIl al 120%), un deficit annuo di 80 mld vorrebbe fare un piano -diciamo pure esagerando- ventennale per rientrare ad un debito/PIL del 60% allo scopo di essere credibile.

Significherebbe portare il debito da 2000 a 1000 mld. 1000 mld€ in vent’anni significano 50 mld€ all’anno di riduzione del debito.

Dunque quel Paese dovrebbe trovare il modo di non avere più il deficit annuo di 80 mld€ E avere un surplus di 50 mld€. In altre parole, rispetto alla situazione attuale quel paese dovrebbe trovare il modo di aumentare le Entrate e ridurre le spese fino ad avere un attivo, rispetto alla situazione odierna, di 130 mld€ annui.


Si tratta di una manovra pari a quasi l’8% del PIL ogni anno per vent’anni.
Una ipotesi insostenibile e impraticabile, il solo modo di arrivare a livelli di sostenibilità di quell’insanabile debito diventerebbe la ristrutturazione (leggi default).

Ipotesi che con tutte le forze il sistema non vuole. Un default su un debito da 2000 miliardi di euro sarebbe una catastrofe. Col fuoco non si scherza: nell’ipotesi che il fuoco si estenda, infatti, il trend iniziato da qualche settimana -con i CDS della Germania che oggi hanno superato quelli della UK- finirebbe per avvitarsi.
E allora come fare?

Beh… Lo stretto sentiero potrebbe portare le cose in una direzione da cui potrebbe derivarne una interessante opportunità per i vostri portafogli…

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