• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > L’Aquila, la ricotrustizone e i sub appalti: tra pietà ed omertà

L’Aquila, la ricotrustizone e i sub appalti: tra pietà ed omertà

La Pietà Rondanini è incompiuta per cause accidentali (la morte di Michelangelo), oppure è “non finita” ad arte? I critici dibattono il dilemma da lustri, decenni, secoli.

Il collasso delle strutture in cemento armato è dovuto a cause naturali (il terremoto), ovvero è “non definita” maestria progettuale e costruttiva? Per quanti mesi, anni, lustri, decenni continuerà l’assordante silenzio sui motivi dei crolli di case a L’Aquila?

Negli ultimi anni della vita, Michelangelo modificò più volte la composizione, già iniziata nel 1552. Il corpo esanime di Cristo non è più adagiato in grembo, come in altre precedenti versioni della Pietà, ma “sostenuto” dalla Vergine. Il corpo del figlio è quasi incassato nel corpo della madre che pare strapparlo dalla postura precedente, di cui permane parte del braccio destro nudo e con la muscolatura celante radio ed ulna. Assieme al resto del corpo emaciato, l’omero è sollevato dall’amore materno, come per vincere la morte e trasfigurarla. Trattasi d’insoddisfazione per il lavoro predente, abbandono del compimento totale dovuto a circostanze estrinseche, oppure tappa finale del percorso creativo dell’anziano artista che contempla la sua morte, ma allo stesso tempo guarda agli errori della propria vita (a progetti errati od a concezioni superate) e che, con soddisfazione, “ce ne indica la corretta collocazione nel percorso orientato dalla speranza”. Incidente o testamento spirituale? Col tempo si capirà.
 
Non commettono errori i cottimisti regolari ed “in nero” che non riposano né la Domenica delle palme né la domenica delle salme dovendo ultimare in tempo lavorazioni spesso sub appaltate. Mai utilizzano erroneamente materiali impropri in opere strutturali, essenziali per la sicurezza degli edifici. Giammai interpretano distrattamente indicazioni progettuali, norme e prescrizioni finalizzate a garantire l’incolumità delle persone. Se proprio risulta, l’errore umano non ha mandanti. Per nulla al mondo il dolo può emergere dalla fatalità. Solo il sisma ha ridotto in questo stato certe costruzioni. Sembra che, per la divaricazione della tibia e del perone, il femore sia sceso trascinando a terra l’intera struttura ossea soprastante. La rotula non ha retto alle immani sollecitazioni esterne: per difetto di fabbricazione? Figuriamoci! Non si perda tempo per rispondere a simili domande. Così disse il Santo Ricostruttore.
 
Pertanto, il silenzio appare omertà. Per ora, solo indizi e sequestri di macerie, analizzate e sottoposte ad accertamenti strutturali che né confermano né smentiscono quello che le immagini denotano, con estrema evidenza, solo a profani malpensanti.
 
Intanto, al premiato dipartimento di Meccanica Strutturale della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Pavia opera il prof. Gian Michele Calvi che ha collaborato alla progettazione ed alla valutazione antisismica di più d’un centinaio di ponti e di strutture. Non sappiamo se la procura de L’Aquila s’avvalga della Sua esperienza e competenza per la valutazione dei danni alla “Casa dello studente”, al San Salvatore, alle “palazzine” aquilane. Tuttavia, pare che la Protezione civile abbia immediatamente commissionato al docente-professionista la progettazione delle famose piattaforme antisismiche atte a sorreggere le case del c.a.s.e.. Durante il G8, egli affiancò il Ricostruttore (sedicente non santo) nell’illustrar opere faraoniche da realizzare, a tempo di record, nel più grande cantiere del mondo. A Bazzano, il bianco “per antico pelo” ingegnere aiutò il giovane e mondano Ricostruttore a “spiccare il volo” con un elevatore idraulico giallo e ad issare il Tricolore (con la bandiera della Protezione civile) sulle prime costruzioni che daranno tetto, televisore al plasma ed autorimessa ai futuri 15mila abitanti residenti nella Sua policentrica New Town. Acciocché, in un batter d’occhio, l’esaltato cantor d’epiche gesta promise di trarne più del doppio dalle tendopoli e dall’altre sistemazioni coatte, le lanose gote del traghettator d’anime prave (e/o parve) restaron immobili: “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole”.
 
Altro non dimandiamo e cadiam “come l’uom cui sonno piglia”. Alla fine, accettiamo il perdurar della “non finita” inchiesta sulle cause di molte innaturali fin di vita, cosi come abbiamo accettato i tempi infiniti (trent’anni?) ed i modi indegni (con Fintecna) d’una ricostruzione delle case vere dei centri storici, nonché il perdurar, nei luoghi del sisma, di un’economia assistita per fini - naturalmente - solo politici.
 
Tanto, a breve, anche della prima antinomia avremo la versione ufficiale del Capo della Protezione civile che, esperto in pietas per i sudditi ed in indulgenze verso il sovrano, avrà cura anche di tutti i principali beni culturali del … Paese delle Libertà.
 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares