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 Home page > Tribuna Libera > Isaac Asimov in visita all’Expo 2014

Isaac Asimov in visita all’Expo 2014

Nel titolo di questo post probabilmente avrete notato che ci sono due cose che non vanno. Se non lo avete notato, ve lo faccio notare io: Isaac Asimov, il grande scrittore di fantascienza, è morto nel 1992. E questa è la prima cosa. La seconda è che l’Esposizione Universale – che vi ricordo si terrà a Milano – non è nel 2014, bensì nel 2015.

Mi è capitato sott’occhio un articolo del 16 agosto 1964, in cui Asimov si immagina come sarà l’Esposizione Universale del 2014, 50 anni dopo al momento in cui sta scrivendo. Presente alla Expo di New York del 1964, Asimov si descrive divertito dal padiglione che mostra l’evoluzione della tecnologia dal 1900 al 1960, ma anche un po’ deluso, perché non c’è niente che riguardi il futuro – a cui, come sapete, lui teneva molto. Allora si chiede “come sarà l’Esposizione Uniersale tra 50 anni? Non lo so, ma posso provare ad indovinare”.

Il dono che Asimov aveva nell’immaginare il futuro l’ha fatto spaventosamente avvicinare al nostro presente. Non ha indovinato su tutto, ma è comunque impressionante il numero di previsioni corrette. La prima cosa che colpisce è l’attenzione che pone sull’agricoltura.

Dice che lo stand della General Motors "will be given over to large-scale agriculture, grazing and parklands, with less space wasted on actual human occupancy". 

L’agricoltura è esattamente il tema dell’Expo a Milano del 2015, tanto che lo stesso pay-off è “nutrire il pianeta, energie per la vita“. La sfida globale dei prossimi decenni sarà proprio quella del cibo. Nel 1964 questo problema non era nemmeno lontanamente immaginato. Era il periodo della Guerra Fredda, del terrore nucleare, e le preoccupazioni dei leader mondiali erano altre, non per nulla l’Expo a cui partecipò Asimov era dedicato al tema de “La Pace attraverso la Comprensione“.

Secondo Asimov nel futuro – il nostro presente – l’uomo si ritirerà sempre più dalla natura, creando un proprio ambiente artificiale pieno di comodità, ci saranno sempre più gadget che allevieranno le nostre fatiche, le cucine saranno sempre più tecnologiche: macchine prepareranno automaticamente il caffé, i pasti non si dovranno più cucinare ma conservare già pronti. Gli apparecchi elettrici ovviamente saranno senza fili, e le macchine saranno sempre più autonome nello svolgere i loro compiti. Ci saranno trasporti che non necessiteranno della guida umana, e si studierà come far viaggiare i mezzi staccandoli dalla superficie.

Nel 2014 non saremo ancora giunti su Marte, ma ci avremmo già mandato delle navi senza equipaggio, anche in previsione di instaurare lì delle colonie in futuro. Sulla Terra vivranno probabilmente 6 miliardi e mezzo di persone, negli Stati Uniti circa 350 (ci è andato vicino, siamo 7 miliardi e negli Usa vivono circa 320 milioni di persone). Nel 2014 sarà possibile attraverso i satelliti, parlare con persone dall’altra parte del mondo e le comunicazioni saranno sempre più visive. Ci saranno televisioni a tre dimensioni, e le aziende – e fa l’esempio della General Electric – offriranno servizi educativi in cui il processo di apprendimento sarà aiutato dalla tecnologia.

Il lavoro si modificherà, le macchine faranno i lavori di routine, l’uomo dovrà gareggiare per vincere “l’appalto” per la gestione delle macchine, e la noia diventerà un problema sociale. I veri privilegiati saranno quelli che faranno lavori creativi, e che quindi non dovranno solo “servire” le macchine.

Ed è sul lavoro che si concentra la sua chiusa. Asimov scrive infatti che in un’epoca dove ci sarà una sorta di “ozio forzato – e questa crisi in qualche modo, con i suoi altissimi tassi di disoccupazione giovanile e non, ne è una esemplificazione - la parola più gloriosa del vocabolario diventerà ‘Lavoro!’”.

 

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