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Io leggo perché: forse non ci avevo mai pensato

E' naturale. E' facile. E' un'azione quotidiana. Leggere. Ma perché leggo? Perché non posso farne a meno. Perché senza leggere non sarei la persona che sono. Perchè voglio vivere mille vite. Io leggo perché devo farlo.

Io amo leggere. Lo amo da sempre. Eppure, ogni volta che mi è stato chiesto perché leggo, ho sempre dato la più banale, la più scontata delle risposte: perché mi piace. Ovvio, no? Se una persona fa una cosa, si suppone che gli piaccia farla. Forse non sempre, ma qui si aprirebbe un capitolo a parte, su tutto ciò che siamo obbligati a fare, e decisamente non è questo l’argomento del giorno. L’argomento clou in questo periodo, infatti, complice la Giornata del Libro, è “Perché leggere?”. Appunto. Perché?

Mi rendo conto solo ora che non ho mai riflettuto sul perché io legga. Per me è sempre stato naturale, fin da quando ho imparato, alle scuole elementari. Non c’è una ragione che sta dietro al mio prendere un libro, leggere la trama, guardare la copertina, sfogliarlo leggendo pagine a caso, percepire l’atmosfera, sentire il suo odore. Io leggo perché l’istinto di farlo è più forte di me. Non c’è, e mai c’è stato, un motivo razionale che mi ha spinto a circondarmi di libri, a comprarne, a scambiarli, a chiederli in regalo in ogni occasione possibile. Non leggo per sembrare intellettuale; non leggo perché “Non so che fare, mi cerco un libro”; non leggo per attirare l’attenzione di un bel ragazzo nei miei quotidiani pendolarismi verso Milano; no, la mia non è stata una decisione ponderata o volontaria. Io leggo perché amo i libri in maniera viscerale, autentica, istintiva, naturale. La mia libreria è un bene sacro e inviolabile, i miei libri, oh i miei libri! Quanto bene voglio ai miei compagni di vita, alle innumerevoli pagine che mi hanno accompagnata fin da quando ne ho memoria? Alle parole che mi hanno fatta piangere, a quelle che mi hanno fatta ridere, a quelle che mi hanno fatta riflettere e crescere, ma anche incazzare, a quelle che sembravano scritte per me e a quelle che mi hanno fatto pensare “Ma esattamente dov’eri con la testa quando hai comprato questo libro?”. Sì, voglio bene anche a loro. A quei parallelepipedi di carta e inchiostro nero io devo molto di ciò che sono, e sicuramente gli devo anche ben più di un grazie, per tutti gli insegnamenti che mi hanno trasmesso, spesso senza che io me ne rendessi conto.

Io non leggo perché “mi piace”; ora l’ho capito. Io leggo perché è la mia stessa natura a chiedermelo. Leggere è per me un’attrazione, un impulso che non posso sopprimere, una spinta che non posso contrastare; leggere è calmare la mia fame, la mia bulimia di conoscere, scoprire, sapere. Io leggo per ridere, piangere, innamorarmi, combattere, perdere, vincere, cadere, rialzarmi, crollare e ricominciare, perché la protagonista del libro sono io, io che leggo perché vivere una vita sola non mi basta.

Foto: Wikimedia (Information |Description=de|1=die aufgeschlagene Engadinerbibel, die Soncha Scrittüra |Source=own |Author=Xenos |Date=2011-01-09 |Permission= |other_versions= Category:Bible Category:Engadin)

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