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Intervista a Tiziana Marrone, vedova dell’artigiano che si diede fuoco

Tiziana Marrone, vedova dell’artigiano che il 28 marzo si diede fuoco davanti all’Agenzia delle Entrate in via Nanni Costa a Bologna.

L’Italia è segnata dalla crisi economica e dai suicidi, oltre 1000 solo nel 2011, di lavoratori e imprenditori che ne sono stati travolti. Come fronteggiare questa drammatica emergenza sociale?

E’ una crisi che non abbiamo voluto noi italiani, ma una crisi che ha creato un sistema sbagliato, che ha pensato, solo ed esclusivamente, alla classe politica, ai loro agi, a tutti i “manini” fatti in questi anni a loro favore, a leggi sbagliate che sono servite solo a danneggiare la nostra nazione! 

A questo proposito, credo che sia opportuno che la classe politica faccia delle rinunce, che si metta la mano sulla coscienza e che inizi a pensare a quelli che sono i veri interessi di questo paese, che inizi a fare delle leggi che diano possibilità all’economia di ricominciare a girare, che dia possibilità agli imprenditori di investire, per far crescere le fabbriche e creare posti di lavoro. Che dia delle possibilità ai piccoli imprenditori e agli artigiani, che sono (erano, visto che stanno chiudendo tutti) la colonna portante di questo paese, di cui però il nostro sistema ha pensato bene di non tenere conto.

Il nostro sistema, con le tasse che chiede, ha distrutto questo paese, la gente non ce la fa più, la gente ha paura, la gente non sa più come fare per andare avanti.

 Tiziana, Lei ha dichiarato: “Giuseppe è una vittima del lavoro che non c’è, ma anche il bersaglio di uno Stato che non ascolta e sa solo chiedere”, “i nostri mariti sono morti di Stato, non hanno scelto di morire: qualcuno ha lasciato loro una sola scelta”. Cosa chiede alle Istituzioni?

Io, in quanto vedova, che, grazie a questo sistema, si ritrova nei guai, pur non avendo commesso nulla, chiederei alle Istituzioni di fare meno chiacchiere e agire in modo di fare qualcosa per le persone in difficoltà, come lo sono io oggi. Come me, ci sono altre donne che hanno figli, figli che sono rimasti senza un padre, grazie ad un Sistema che li ha portati all’esasperazione, arrivando a togliersi la vita per dignità. Una dignità che loro non hanno.

 Il 18 aprile la fiaccolata “SilenziosaMente”, organizzata a Roma da associazioni, confederazioni e sindacati; il 4 maggio la manifestazione il “Corteo delle vedove bianche”, promossa da Lei ed Elisabetta Bianchi, a Bologna, in memoria delle persone che si sono tolte la vita a causa della crisi economica. Come sta reagendo l’opinione pubblica nazionale?

L’opinione pubblica ha reagito e sta reagendo bene ... sono con noi! Questo significa che, purtroppo, la situazione è grave. I cittadini hanno bisogno di una svolta, la gente ha bisogno di riacquistare fiducia nello Stato, cosa che allo stato attuale dei fatti… non c’è!

 Tiziana, al termine della manifestazione di Bologna del 4 maggio, ha incontrato il presidente della Commissione tributaria dell’Emilia Romagna, Aldo Scola. Ha avuto delle risposte in merito alle pendenze fiscali di suo marito?

Il Dott. Aldo Scola mi ha ricevuto nel suo studio, è vero, ma non ha potuto darmi delle risposte, in quanto non è di sua competenza; pertanto ci siamo confrontati, ma nulla di più.

 A Suo avviso è possibile recuperare un rapporto più umano tra contribuenti e Fisco? 

Se cambiassero le leggi sì, e se agli sportelli ci mettessero persone competenti, forse sarebbe un piccolo passo per tranquillizzare il cittadino che si vede arrivare a casa una cartella esattoriale - com’è successo a mio marito, Giuseppe Campaniello - e, magari, avere il coraggio e la forza di parlarne in famiglia, senza il timore di perdere la propria dignità.

Tiziana, Lei è impegnata in diverse iniziative, a partire dalla costituzione dell’associazione “La casa di Giuseppe Campaniello”; in progetto c’è anche un libro.  Ce ne parla?

Sì, l’Associazione “La casa di Giuseppe Campaniello” sta nascendo e faremo in modo che cresca sempre più, sperando di avere tante adesioni. Di iniziative… io e la copresidente dell’associazione, Elisabetta Bianchi, promotrice della manifestazione del 4 maggio, abbiamo in mente cose interessanti, per il bene di tutte le persone che si trovano nella mia stessa situazione, di vedova … abbandonata dallo Stato e, quindi, dalle Istituzioni.

Per quanto riguarda il libro, è ancora in cantiere, pertanto, per scaramanzia, ne parleremo più avanti.

 La Sua vita è stata sconvolta. Cosa le dà la forza di andare avanti? 

Sì, la mia vita è stata letteralmente sconvolta; la mia vita è cambiata radicalmente. Ma come ho già detto, non si è fatto vedere e sentire nessuno. Non ho un lavoro, e vado avanti grazie alla mia famiglia, che purtroppo non è benestante.

Provengo da una famiglia umile, di lavoratori, di genitori che sono emigrati in Australia (dove io sono nata e dove sono cresciuta fino all’età di dodici anni), per lavorare e andare avanti. Vivo in questa casa, sola. Mi ritrovo a fare i conti con una vita che non mi sarei mai aspettata di dover vivere.

Avrei voluto invecchiare insieme a mio marito, ma il sistema me lo ha portato via. Qualcuno ha detto che sono una donna forte… si, è vero, ma fino a quando potrò reggere? Se non trovo un lavoro, cosa ne sarà di me? 

In altri paesi del mondo, lo Stato dà un sussidio alle persone che si trovano in difficoltà economica perché non hanno un lavoro. In altre parole: “lo Stato, chiede scusa, retribuendo il cittadino (anche un minimo), perché non è in grado di dare un lavoro”. Il nostro Stato cosa fa???

 Tiziana, un ricordo di Giuseppe. 

Giuseppe era una bravissima persona; era una persona per bene, era una persona umile, era un grande lavoratore, era una persona dedita alla famiglia, era un uomo che amava la sua famiglia, che non avrebbe lasciato per nessun motivo al mondo!

Era un amico sincero, era un uomo che si prodigava per gli altri, Giuseppe. Era così. Ma qualcuno ha fatto in modo che lui si desse fuoco. Qualcuno ha fatto in modo che lui lasciasse la sua famiglia per sempre, qualcuno ha fatto in modo di calpestare la sua dignità, e questo Lui non l’ha sopportato ed è così che uomini come mio marito decidono di fare un gesto estremo, come quello di togliersi la vita.

Giuseppe era una persona molto equilibrata, e questo lo dico e lo sottolineo per quegli psicologi che dicono che questi uomini sono depressi.

 

Intervista di Luchino Galli

 

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