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In quegli anni mancando il pane mancava tutto

Intendo rievocare una originale forma di lotta operaia, molto frequente agli inizi degli anni 50 del secolo scorso in Romagna....lavoratori che vengono malmenati mentre svolgano attività lavorativa,ne seguono diversi arresti, ma alla fine prevale il buon senso di un giudice

Rocca San Casciano. ... - L’immediato dopo guerra nella nostra provincia aveva portato ad un accumulo di oltre 40mila disoccupati che dalla pianura cesenate e forlivese si riversavano a macchia d’olio fin su tutte le vallate circostanti.Le lotte contadine su questa grande questione sociale e politica cominciarono ad organizzarsi su un piano denominato ”piano del lavoro” a metà dell’anno 1947. Ne vale per tutti l’esempio di Cesena dove un consistente gruppo di lavoratori disoccupati diede atto ad un programma di lavori pubblici che la stessa CGIL aveva elaborato.

Una “tumultuosa" invasione al comune di Cesena per la elaborazione ed anche esecuzione di importanti lavori pubblici, come recitano alcuni documenti dell’epoca che diede atto ad un intervento delle forze di polizia le quali eseguirono tantissimi arresti di quei lavoratori che guarda caso, esercitavano quanto sancito qualche mese dopo da uno dei primi articoli della nostra Costituzione, pur con modalità non del tutto legittime, che oggi oseremmo definire da Cobas, ma penso
giustificate allora, dal particolare momento . Nacquero così i famosi scioperi a rovescio di cui anche Rocca San Casciano in provincia di Forlì, ne fu protagonista nella primavera del 1951.

Qui, un centinaio di operai e braccianti, tutelati dall’allora Federterra (sindacato di estrazione Cgil), andarono compatti muniti di badili, zappe e picconi a dare inizio ai lavori della strada che conduce alla frazione di Santo Stefano ed alla frazione di Budria.


Abbiamo tentato una ricostruzione dei fatti con una persona che allora ne fu anche protagonista; il Sig. Laghi I. del luogo; infatti l’interessato ci conferma che in quel periodo "era tutto allo sfascio, mancava da mangiare, le strade di comunicazione con i poderi nei dintorni, di fatto non esistevano e lo Stato era assente”. Allora i lavoratori esasperati per questa situazione si riunirono in assemblea decidendo spontaneamente di iniziare la ricostruzione della strada di cui sopra .

I lavori procededettero per un paio di giorni, poi questa irregolarità venne segnalata alla prefettura di Forlì, non si sa bene da chi ,per cui al terzo giorno di lavoro, giunse a Rocca San Casciano una compagnia di celerini unitamente ad un plotone di carabinieri, che irruppero in questo cantiere dissuadendo i lavoratori con manganelli sfollagente ed altro..Durante le cariche qualcuno rimase ferito se pure in modo lieve.

Da buoni romagnoli questi lavoratori, non si rassegnarono al pestaggio difendendosi fino allo strenuo. La meglio la ebbe però la polizia arrestando diverse decine di lavoratori, che furono immediatamente processati e condannati al carcere.

Per i non recidivi la pena fu di gg.15, mentre per coloro che avevano subito in precedenza condanne la pena inflitta fu di un mese. Poi si risolse il tutto con la condizionale. I disoccupati in paese,si aggiravano tra le 400 e 500 unità decisero di andare a lavorare in Francia nelle campagne del nord alla raccolta delle barbabietole da zucchero. Tutto questo costò immensi sacrifici fisici e morali a questi lavoratori, purtuttavia portò nelle loro case preziosa valuta estera, fondamentale a risolvere i bisogni più essenziali di queste famiglie.

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