In Spagna la crisi continua. Precipitevolissimevolmente
Dopo la Grecia pare che anche in Spagna la situazione stia precipitando.
L’andamento negativo dell’economia reale, l’esplosione della pustola immobiliare e l’alta disoccupazione (il 23%, la più elevata dei paesi della zona euro) ha avuto un impatto parecchio sfavorevole sui conti pubblici.
Il ministro delle Finanze, Cristobal Montoro, pur specificando che il dato è ancora temporaneo, ha annunciato che il rapporto deficit pubblico/pil nel 2011 è stato dell’8,5% quando il precedente governo Zapatero aveva previsto di ridurre al 6% del prodotto lordo il deficit nel 2011.
Il ministro dell’Economia, Luis de Guindos, ha la speranza di riuscire a contrattare con la Commissione Ue un obiettivo meno impegnativo per il deficit/pil di quest’anno.
Quello corrente è del 4,4%, ma per renderlo concreto il governo guidato da Mariano Rajoy, dovrebbe attuare una nuova manovra da 25 miliardi, dopo quella da 15 miliardi di poco tempo fa: allucinante in un paese dove la disoccupazione è del 23%.
Adesso bisogna attendere Bruxelles; qualora dovesse preponderare la linea rigorosa, la Spagna piomberebbe nel dramma greco: obiettivi non rispettati, manovre più dure che aumentano la recessione, stagflazione.
I prossimi paesi candidati a cadere in questa spirale sarebbero Portogallo e Italia.
Scenderemo nel gorgo muti...?
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