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In Sicilia sciopero Comitato Forza d’Urto

Nella mezzanotte di domenica sera è partito lo sciopero dei trasporti in Sicilia che ha mobilitato i trasportatori e i “padroncini” in particolare.

Questa volta hanno aderito i pescatori, gli imprenditori agricoli, i trasportatori (in particolare quelli aderenti all’Aias) e il noto movimento dei Forconi e il neo comitato Forza d’Urto.

Altre organizzioni hanno aderito alla protesta bloccando i punti cardini di acceso e uscita autostradale, impedendo e congelando i trasporti su ruota su grossi Tir e mezzi pesanti. L’iniziativa “Operazione Vespri Siciliani” è promossa dal movimento Forza d’Urto, nato pochi mesi prima a Roma e conta numerosi volti noti tra i fondatori come il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini.

Come lo definisce egli stesso è “un movimento per la gente”. Nasce con lo scopo di tutelare i cittadini e difenderli dalla burocrazia e dalle tasse. Continua Zamparini: “Chi è ai vertici della politica non conosce i veri problemi della gente. Noi abbiamo permesso questo e noi adesso dobbiamo dare all’Italia una nuova impronta, riprendere in mano lo Stato, che siamo noi. Lo Stato che io immagino è quello della giustizia sociale, del lavoro, della serenità”.

Un movimento nato tra la gente e per la gente non dovrebbe essere qualcosa che nasce da volti meno noti e senza magari trascorsi politici rilevanti nelle file dell’UDC? Nonostante ciò la protesta incontra il Movimento dei Forconi e diverse categorie sociali, facilmente per qualcuno identificabili nella destra “irrequieta”.

La questione è importante e la Sicilia chiaramente non può rimanere inerte al continuo aumento delle accise sui carburanti e allo stato di povertà in cui ci siamo calati. “Occuperemo luoghi strategici e simbolici in tutta la Regione: snodi autostradali, porti, raffinerie, aeroporti, banche e sedi della Serit”, annuncia Mariano Ferro, 52 anni di Avola, che ha smesso di coltivare ortaggi in serra ed è divenuto uno dei leader del Movimento dei Forconi in Sicilia.

“Vogliamo scrivere una pagina nella storia della Sicilia. Siamo stanchi di false promesse. Della politica che non dà risposte. Vogliamo che la gente torni a manifestare la propria indignazione e la voglia di cambiamento. E che il governo di Palermo ci ascolti”.

La vicenda potrebbe ricordarci i “Fatti di Avola” dove il 2 dicembre del ’68, la polizia sparò su un blocco stradale di braccianti agricoli in sciopero, 48 feriti e due morti. Avola sino a qualche hanno fa era il centro dell’economia agricola ma oggi moltissime sono le aziende che hanno chiuso i battenti. Il blocco ha interessato l’intera area, con maggiore rilevanza nella parte Occidentale della Regione, nonostante non manchino i blocchi stradali nell’area Orientale dell’isola.

Sino a stamani erano numerosissime le stazioni di servizio che sono senza carburante e potrebbe durare per giorni tale sciopero, complice il fatto che sino a stamani erano in centinaia le persone in fila per fare il pieno prima dell’interruzione dei trasporti, inclusi quelli dei carburanti.

I giorni a seguire saranno cruciali per le sorti della protesta, intanto le autorità non abbassano la guardia sulla protesta, nonostante qualche lieve focolaio di tensione, la situazione appare sotto controllo.


GUARDA I VIDEO DELLA PROTESTA

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