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Simboli politiche 2013 clonazione in corso

L’11 gennaio è la data per la presentazione dei simboli elettorali al palazzo del Viminale, ma già il Movimento associativo italiano all’estero (Maie) è arrivato ai cancelli lunedì scorso alle 8,30, lasciando che i sostenitori si alternassero giorno e notte per non perdere la priorità acquisita: è il loro il primo simbolo esposto.

Risulta al secondo posto quello “Movimento 5 stelle” ma non è quello di Beppe Grillo ma un fake (un simile), quasi identico ma senza il sito beppegrillo.it in basso.
 
Quello di Beppe Grillo vero risulta al 6 posto di presentazione

Al secondo posto risulta un Movimento 5 stelle ma non è quello fondato e guidato da Beppe Grillo, anche se ne riprende quasi esattamente la scritta con la V in rosso e le 5 stelle di un giallo leggermente più scuro. L’autentico simbolo del Movimento 5 stelle con la scritta Beppe Grillo.it risulta al sesto posto. Nonostante tutto questo non turba Grillo e i suoi, nonostante non è ancora chiaro chi vi sia dietro, e Grillo inscena una farsesca azione di ribalta della posizione. Infatti l’articolo 14 delle legge elettorale impone il divieto di presentare contrassegni “identici e confondibili” con quelli usati tradizionalmente da altri partiti, e chiaramente il M5S non è più un novellino.

Non è invece tutelato Ingroia con il suo simbolo e nemmeno il premier uscente Mario Monti, i quali saranno alla prima corsa con i loro simboli.
Il simbolo clone di Rivoluzione Civile capeggiato dall’ex pm palermitano Antonio Ingroia è al terzo posto, ma ciò non sembra minimamente preoccupare, evidentemente non è il simbolo che identifica le qualità e le capacità degli arancioni. Analogamente il simbolo clone ripropone la scritta Rivoluzione Civile e l’immagine stilizzata del quadro del Quarto Stato, ad esclusione del nome del magistrato che non compare nel simbolo.
 
Quello originale di Rivoluzione Civile occupa l’ultimo posto alla Camera, il 22 esimo, seguito da un’altro clone subito dopo, ma non si ha notizia ufficiale.
 
Quarto posto figura il Partito pirata con il teschio e due spade incrociate e al quinto quello dell’MSI con la fiamma verde, bianca e rossa (Movimento sociale italiano destra nazionale).
 
Si aggiungono altri tre simboli del partito dei Pirati: “Il Movimento Pirata” ha come simbolo una vela nera, lo stesso che compare nel simbolo del “Partito Pirata” però in piccolo su fondo arancione e sormontato da un teschio con due spade incrociate. C’è poi un Partito Pirata con la vela del simbolo su fondo arancio.
E ancora PPL, Pane Pace Lavoro con una zattera con cinque tronchi verdi e una vela rossa
 
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Al nono posto c’è il partito di un omonimo di Monti, Samuele Monti di Venaria in provincia di Cuneo, con il simbolo “Per l’Europa Monti presidente”. L’originale di Monti alla Camera risulta al 9 posto e si chiama Scelta civica con Monti per l’Italia. Aneddoto simile mi ricorda tanto quando, nel lontano 1970 il sig. Salvatore Cavallaro con un omonimo Giustizia e Libertà dalla provincia di Catania, Fiumefreddo di Sicilia, si presentò alle elezioni nazionali con in lista un signore dal nome identico ad un politico di spicco in quelli anni, al fine ottenne numerosissime preferenze, ma quello era un sistema elettorale più meritocratico.
 
Il Samuele Monti replica: “Non è una lista civetta: mi chiamo Monti” - “Chiamarmi Monti un problema? La definite una fortuna? Io sono oggetto di scherno e di offese”, risponde così Samuele Monti davanti ai cronisti che chiedono come sia nata l’iniziativa di presentare una lista che ha un altro Monti candidato. “Non l’ho presentata io ma un delegato”. Alla domanda dei giornalisti se teme un ricorso risponde: “Ricorso per cosa? Mi chiamo Monti!”. 
 
A seguire il partito di La Russa e la Meloni (Fratelli d’Italia centrodestra nazionale) e ancora Fermiamo le banche e le tasse, Movimento europeu rinascida sarda, e ancora Sacro Romano Impero (si presenta dal 1992 per proporre una monarchia costituzionale) e ancora Liberal democratico, Casapound.
Il Pd, Democratici di sinistra – Partito del socialismo europeo, con tanto di Quercia e Rosa è il 43 esimo esposto.
 
 
È anarchico o un simpaticone è il 26 simbolo del palermitano Carlo Gustavo Giugliana con il simbolo Io non Voto, palerminata di origine ma da trent’anni residente a Belluno? “Sembra un ossimoro ma non lo è - spiega Giuliana -. ‘Io non voto’ è il primo partito d’Italia se si considera che l’area dell’astensionismo rappresenta oltre il 40% degli elettori. Perché non dare visibilità a chi non vota?”. Giuliana ha spiegato che il movimento lista civica nazionale che ispira questo simbolo nasce nel 2005: “Prima del Movimento 5 Stelle e prima di Grillo. Siamo però, a differenza del M5S, per la rinuncia totale ai rimborsi elettorali”
 
In fila questa mattina c’erano anche i rappresentanti del Movimento poeti d’azione, che vorrebbero la fantasia al potere, e ancora il Movimento italiano per i disabili e i meno abbienti.
 
Compare un’altro partito dei pensionati e invalidi che dichiara: “Non abbiamo nulla a che vedere con Fatuzzo, il quale ha quattro pensioni; questa gente deve andare a casa e prendere per quello che ha pagato. Noi ci battiamo perché i giovani in futuro possano avere una pensione”.
 
Lunedì e martedì (14 e 15 gennaio) l‘ufficio elettorale nazionale valuterà i casi di simboli“civetta” per le prossime elezioni politiche. È prassi di legge che i simboli presentati vengano verificati per appurare la conformità con quanto è previsto dall’art.14 della legge 361 del 30 marzo 1957 (testo unico delle leggi elettorali). “Non è ammessa la presentazione di contrassegni, sia che si riferiscano a candidature nei collegi uninominali sia che si riferiscano a liste, identici o confondibili con quelli presentati in precedenza ovvero con quelli riproducenti simboli usati tradizionalmente da altri partiti”, questo è quello che fondamentalmente viene verificato nella presentazione delle liste, oltre la descrizione del medesimo.
 
Altri simboli sono stati depositati nel corso della giornata e presto metteremo in aggiornamento.
 
Il 21 gennaio è il termine ultimo per la presentazione delle liste, concludendosi le consultazioni dei partiti e gruppi entro il 20 gennaio. Dalle 8 alle 21 del 21 gennaio si dovranno presentare le liste dei candidati nelle cancellerie delle Corti d’Appello, corredate dagli atti di accettazione delle candidature e dalle firme richieste dalla legge. La successiva verifica di regolarità si concluderà entro il 22 gennaio e i ricorsi ammessi entro le prossime 48 ore dalla decisione di eliminazione di liste o candidati.
 
Nell'immagine i simboli presentati per le elezioni 2013 oggi in Viminale
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