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Rivoluzione Civile rinuncerà al Senato? Desistenza sì, desistenza no

Desistenza, che significa desistere da qualcosa. Quel qualcosa sono le quattro grandi regioni, ora tre, dell’Italia per il Senato, chiedendo alla lista Rivoluzione Civile di desistere e non presentare liste al Senato in Sicilia, Lombardia e Campania (prima c’era anche la Calabria inclusa).

La notizia ha destato il dissenso di militanti, movimenti e partiti che sostengono Ingroia, considerando errato anche il solo pensare di essere una stampella elettorale al Pd nelle tre grosse Regioni. Bersani rincara la dose: “Non facciamo nessun patto, ma voglio dire una cosa che va nelle diverse direzioni. Oltre alla politica, c’è la matematica della legge elettorale. Chi non sostiene il Pd, in particolare al Senato e in alcune regioni, fa un regalo a Berlusconi”. Ciò è stato chiaramente tradotto come il rinunciare a presentare le liste per il Senato in Sicilia, Lombardia e Campania, i luoghi dove il Pd sembra essere più debole rispetto agli avversari.

Ingroia, con il suo self-control, ha saputo subito rispondere “Parliamone”, lamentando chiaramente il fatto che non ci sia stato un confronto con il Pd, senza risposte del medesimo. D’altro canto il PD pensa a politiche liberali, ad escalation politiche e a conquistare terreno: numeri e non qualità. Di questo rimangono totalmente contrari i big come De Magistris e Paolo Ferrero, che hanno sottoscritto e sostengono il progetto politico di Ingroia. Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc: “Nemmeno morti. Se vuole i nostri voti molli Monti” - continua il segretario - “il Pd vuole i nostri voti per governare insieme a Monti. Ma nemmeno morti. O il Pd rompe con Monti, e allora si discute oppure dove si è visto mai che per governare con la destra si chiedono voti alla sinistra?”

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“Noi siano per la resistenza e per la riscossa e non per la desistenza. Se uno fa la lista che si chiama Rivoluzione Civile ha le idee ben chiare”. Il sindaco di Napoli De Magistrisrappresentante del Movimento Arancione, chiarisce che se ci fosse un accordo simile eliminerebbe immediatamente l’appoggia ad Ingroia, sostenendo che la lista di Rivoluzione Civile “è l’unica vera novità nel panorama nazionale. E facendo la desistenza la novità diventa qualcosa di ammuffito”.

Il dissenso è ampio nei vari ambienti politici: rinunciare al Senato è una strategia matematica che potrebbe premiare matematicamente, ma castigare la coerenza di chi partecipa a Rivoluzione Civile.

“Caro Pierluigi, vuoi il voto utile? Il nostro è il voto utile. Parliamone. Perché a proposito di voto utile senza di noi il tuo voto diventa inutile”. Conclude Ingroia su Rai2 ad Un giorno da Pecora.

Non sarà semplice andare in giro a testa alta per i Rivoluzionari Civili, se questo accordo venisse concluso. Intanto molte aree del PD fanno la corte ad Ingroia in nome di una possibile vittoria di Berlusconi. Come se il nemico si chiamasse Berlusconi e il Pd fosse l’alleato ideale.

Nella foto: Paolo Ferrero segretario Nazionale del PRC

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.254) 16 gennaio 2013 17:54

    Di solito gli appelli al voto utile si fanno qualche giorno prima del voto, Bersani ha cominciato già da adesso. Anche in questo sta dimostrando tutta la sua incapacità a condurre una campagna elettorale. Appellarsi adesso al voto utile da tutto il tempo possibile ai dirigenti della formazione politica coinvolta di mettere in atto strategie di recupero.

    Questa è la seconda stronzata che fa all’inizio della campagna elettorale (la prima è sull’IMU) che Dio ce la mandi buona con questo emulo di Occhetto !!!

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