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Il velo delle donne: l’Islam si vuole "svelare"? Lo studio

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 L’Istituto per la ricerca sociale dell’Università del Michigan ha condotto uno studio sul modo di vestire in pubblico delle donne nei maggiori paesi a maggioranza mussulmana (Arabia Saudita, Egitto, Iraq, Libano, Pakistan, Tunisia e Turchia).

Gli intervistati incoronano la Shayla come il copricapo muliebre più appropriato da indossare in pubblico. La Shayla, una lunga sciarpa rettangola avvolta intorno alla testa e fermata con una spilla sulla spalla, si aggiudica il primo posto della classifica, seguita dall’al-Amira, velo in due pezzi. A chiudere la classifica chador, niqab e burqa. Ecco il quadro della situazione.

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 Lo studio “svela” come le preferenze degli intervistati dei 7 paesi non vadano verso una copertura totale del viso della donna; infatti la Shayla e l’al-Amira coprono solo i capelli. A preferire questi due indumenti sono la Tunisia (57% Shalya, 23% al-Amira) e l’Egitto (52%, 13%). In contro tendenza l’Arabia Saudita di Sua Maestà Abdullah, che preferisce (63%) di gran lunga un abito che copra interamente la donna quale è il Niqab, lasciando però gli occhi scoperti. Situazione intermedia in Pakistan, dove a spartirsi la torta delle preferenze sono il Niqab (32%), Chador (31%) e la Shayla (24%).

Di rilevante importanza è la Turchia dove il risultato vede sì il 46% degli intervistati preferire la Shalya, ma il 32% preferisce vedere donne senza il velo in pubblico. In Libano la situazione è a vantaggio delle donne senza velo: qui infatti il 49% degli intervistati ritiene che una donna possa liberamente uscire in pubblico senza alcun tipo di velo.

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 L’ultimo dato apre un’altra domanda che lo stesso studio si è posto: le donne dovrebbero scegliere liberamente cosa indossare? Non ci sarebbe nulla di male secondo gli intervistati di Tunisia (56%), Turchia (52%) e Libano (49%). In Arabia Saudita il 47% degli intervistati ritiene che una donna debba scegliere cosa indossare in pubblico: confrontando il dato con quello della domanda precedentemente posta (il 63% degli intervistati preferiva il niqab, che copre interamente la donna), si registra una leggera frizione di opinione.

Il quadro generale dell’indagine permette di captare alcuni segnali positivi: la maggioranza degli intervistati ha espresso un’opinione favorevole per quell’abbigliamento che non copre interamente la donna, come il niqab, il burqa o lo chador.

Come rileva il Pew Research Center, che si è anch’esso occupato dello studio con un post, non sono stati pubblicati quanti effettivamente abbiano risposto all’intervista e se siano questi donne o uomini o entrambi.

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