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Il martire della casta: Marco Pannella

La casta italiana tra folklore e tragedia non si fa mancare nessun personaggio: c’è il politico di professione, quello di lotta e di governo, l’idealista, l’indipendentista,c’è qualche onesto, ci sono molti ladri e c’è il martire, ruolo perfettamente ricoperto da Marco Pannella.

Il leader radicale da giorni porta avanti - con esiti molto rischiosi per la sua esistenza - uno sciopero della fame e della sete per spingere lo stato italiano ad occuparsi dell’emergenza delle carceri rese invivibili dal loro sovraffollamento.

Nonostante la lotta radicale per l’amnistia sia sacrosanta e degna di un paese civile, resta il fatto che gli atti plateali di Giacinto detto Marco, hanno stancato, sono passati di moda, e sono utili solo per accendere un piccolo riflettore sul moribondo partito di Via di Torre Argentina.

Gli scioperi di Pannella sono entrati nell’immaginario collettivo, come il festival di Sanremo ed il calcio della domenica pomeriggio. Fanno però parte del triste show della politica italiana. Come le donne del Cavaliere, la barca di D’Alema, il suocero di Casini, la gobba di Andreotti il digiuno semestrale di Marco Pannella è un appuntamento cult della nostra storia contemporanea. Peccato però che a forza di moltiplicarsi e ripetersi nel corso degli anni lo sciopero radicale ha perso lo smalto originario, lasciando il grande pubblico freddo ed indifferente all’evento.

Un velo di ipocrisia inoltre avvolge sempre di più il rito della protesta estrema che si svolge da anni secondo lo stesso copione: i ricoveri in clinica, i bollettini medici, i cappuccini al mattino, l’esposizione del corpo smunto ed emaciato, gli interventi fiume a radio radicale, l’assunzione delle proprie urine e tutto il resto. Poi quando il vecchio leader, osa troppo, e si avvicina alla morte, parte il coro di dichiarazioni a favore della proposta radicale, ed inizia il bombardamento di solidarietà. In Italia infatti tra le poche certezze ce ne sono alcune che stentano a scomparire, tra queste una è che Il Capo dello Stato ha sempre ragione e l’altra e che Marco Pannella se non mangia va compatito.

Ieri infatti come da sceneggiatura, tutti si sono mostrati (a parole) vicini al vecchio politico abruzzese. Da Roberto Saviano a Vasco Rossi, da Gianfranco Fini a Renato Schifani, dal Ministro della Giustizia hanno dimostrato la loro vicinanza. Tantissimi intellettuali, artisti, e politici si sono uniti su twitter al grido #iostoconmarco. E’ tutto un profluvio di commenti a favore di Pannella, che ha avuto come unico risultato quello di far dimenticare i 67 suicidi avvenuti nell’ultimo anno nelle carceri italiane in quanto il motivo della protesta viene come sempre offuscato dalla vanità del politico che la compie. La questione si concluderà (a meno che il Padre Eterno non decida diversamente) con un intervento del Presidente della Repubblica che inviterà il vecchio Marco a desistere, fino al prossimo sciopero che avverrà presumibilmente tra pochi mesi.

A parte il fatto che la lotta estrema del leone radicale perde serietà perché è portata avanti in solitaria, in quanto nessun dirigente del suo partito inclusi deputati e senatori (tra cui spicca Emma Bonino) si unisce al gesto del leader, una domanda rimane inevasa: chi si può illudere che uno Stato incapace di tutelare i propri cittadini, il proprio territorio e le proprie istituzioni possa trovare il tempo di occuparsi degli ultimi (ma proprio ultimi) che affollano le carceri? E soprattutto chi porterà avanti la battaglia di Panella quando rimarrà vittima della sua stessa lotta di civiltà?

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.131) 18 dicembre 2012 15:46

    Questo articolo è il classico esempio del guardara il dito anzichè la luna... che tristezza :(

  • Di (---.---.---.158) 19 dicembre 2012 11:57

    Forse, a proposito di Casta, sarebbe il caso di notare che l’immagine odiena di Marco Pannella è l’esatta antitesi e l’unico antidoto a quanto tutt’italia sta denunciando: la grande abbuffata della partitocrazia. Ma quanto ci vuole a capire le cose semplici?

  • Di (---.---.---.153) 19 dicembre 2012 12:19

    "Non solo non riesco a vedere gli intellettuali come corpo a sé, come categoria o corporazione, ma ho del mondo intellettuale una nozione così vasta da includervi ogni persona in grado di intelligere, di avere intelligenza della realtà. Non mi pare si possa restringere il mondo dell’intelligenza a coloro che hanno a che fare con la carta stampata o con altri mezzi di comunicazione: e credo se ne abbia prova nel fatto, quotidianamente verificabile, che tanti che scrivono libri o articoli non sono minimamente in grado di leggere la realtà, di capirla, di farne giudizio. Conosco persone di astrale cretineria che trovano spalancate le porte di case editrici e giornali; e presumo che ce ne siano in circolazione, da noi, più di quanti una società bene ordinata possa sopportarne senza cadere in collasso."

    Leonardo Sciascia, L’espresso, 20 febbraio 1983, in A futura memoria (se la memoria ha un futuro)

  • Di (---.---.---.232) 19 dicembre 2012 17:17

    E’ vero Pannella ha proprio stancato.

  • Di paolo (---.---.---.216) 21 dicembre 2012 10:16

    Ma perché non dirlo apertamente ,senza ipocrisie , che i digiuni di Pannella non solo hanno stufato perché appaiono sempre più strumentali e fini a se stessi ma ,come nel caso specifico ,sono anche male indirizzati e se vogliamo dirla fino in fondo anche profondamente ingiusti .

    Spiegatemi il senso del rispetto della giustizia che esprime chi vuole rimettere in circolazione gente che ha commesso reati per lo più a danno di cittadini comuni ,non certo di lor signori ,con quella tipologia di reati stupidamente definiti "minori " (furti,danneggiamenti ,borseggi ,truffe .... ) che sono proprio quelli che avvelenano la vita di ogni giorno .
    E per cosa ? Qual’è il risultato ? ,quello rimetterli in circolazione a ricommettere gli stessi reati ,o magari peggio visto l’idea che si fanno di una giustizia burletta , quindi di andarli a riacciuffare ,con dispendio di energie e personale prezioso ,per rimetterli poi esattamente dove erano prima e nelle stesse condizioni indecenti ed indegne di un paese civile in cui si trovavano prima . Un "non sense " che grida vendetta .

    Marco cerca la beatificazione ,allora scioperi per la mala giustizia e per le strutture carcerarie insufficienti ,per le prescrizioni ,per i "non luogo a procedere " votati anche dai radicali (vedi Cosentino ) .Durante la sua vita politica ha fatto tutto ed il contrario di tutto ,comprese le alleanze con Silvio ,arrivando perfino a definire i mafiosissimi fratelli Salvo "uomini dallo sguardo limpido e sincero ",cose che non si dimenticano .

  • Di (---.---.---.76) 23 dicembre 2012 23:24

    è il sistema attuale a favorire un’aministia, troppi processi e troppo lunghi, molti vanno in prescrizione, anche i gravi, soprattutto per chi ha soldi.

    nella carceri strapiene invece quasi la metà sono in attesa di giudizio, una parte innocenti, molti sono dentro solo per il fatto di essere clandestini, altri per possesso di droga leggera, ecc. e molti sono poveracci a differenza di mafiosi che sono fuori.

    questo sistema intasato pesa economicamente sugli italiani ed in più ci si è messa la multa dell’UE per la situazione.

    con l’amnistia, che non è per le persone considerate pericolose, ci si potrebbe curare dei casi gravi senza che finiscano in una bolla di sapone, si liberano innocenti e persone che stanno in condizioni illegali da anni e per motivi spesso discutibili e si risparmierebbe per tutti gli italiani.

    ma si dicono molte cose inesatte su Pannella, sui radicali e i media non aiutano.

  • Di Giacomo Nigro (---.---.---.104) 25 dicembre 2012 18:43
    Giacomo Nigro

    Sono d’accordo su quanto chiede Pannella, ma basta con gli scioperi della fame, non ci meritiamo un martire, pensi, egli, a finire la sua lunga vita in serenità.

  • Di (---.---.---.139) 9 settembre 2013 12:27

    Belin Pannella potrebbe fare cosa più giusta e buona.. ma anche il movimento 5 stelle avrebbe l’occasione di portare avanti una battaglia sacrosanta ovvero richiedere alla corte di Giustizia Dei Diritti dell’Uomo i DANNI che noi tutti disoccupati a forza dobbiamo OGNI giorno subire ! Danni sia PATRIMONIALI che ESISTENZIALI che MORALI CONTINUI ! Che vanno estesi alle rispettive FAMIGLIE dei disoccupati NONNI COMPRESI !Sia ben chiaro qui TUTTI i disoccupati di OGNI età non solo i giovani disoccupati infatti chi è disoccupato a mezza età e più subisce di fatto più danni vi sono figli mutui affitti ecc. da dovere mantenere !! C’è pertanto qui qualche studio di Avvocati disposto a prendere le nostre denunce querele con richiesta danni da portare al Tribunale di Strasburgo ? Il Movimento 5 stelle ecc. potete Voi farlo ? Ricordiamo anche che l’Italia con la disoccupazione imposta viola la stessa COSTITUZIONE ITALIANA Art.1 sempre sul gradino più alto del podio e l’Italia viola sempre con la disoccupazione imposta.. viola più Articoli della Dichiarazione Universale Dei Diritti dell’Uomo !

    Morando Sergio.

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