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Il catalogo di Maxim Cantor alla Fondazione stelline

Chi conosce il pittore Maxim Cantor? Ora un catalogo ne rende onore ed è reperibile presso la Fondazione Stelline di Milano.

Ventidue dipinti e incisioni della collezione ‘Vulcanus’ di Maxim Kantor.

Con la mostra allestita presso la Fondazione Stelline in Corso Magenta, Milano ha reso omaggio a Maxim Kantor, affermato artista, pittore, incisore e scrittore russo. (nato a Mosca nel 1957).

L'evento si è concluso il 6 gennaio 2013 e quel giorno l'artista ha voluto regalare la sua presenza ai numerosi visitatori. VIsitare tale mostra è stato un po' come ripercorrere la storia della Russia dalla rivoluzione d'ottobre ai nostri giorni.

La pittura di Maxim Kantor è irridente e graffiante, emana sofferenza e angustia ed insieme colpisce e scalda il cuore per quella dovizia di colori che trasudano dalle sue grandi tele, e visitarla è un po' come riattraversare la storia del mondo sovietico e guardarla con lo sguardo inorridito e disincantato di chi ha tanto visto e registrato nel bene e nel male.

Recentemente la Feltrinelli ha dato alle stampe un libro che è doveroso leggere per chi vuole capire il mondo russo. Il libro in questione porta il titolo 'Trans Europa Express 'di Paolo Rumiz, un triestino che ha deciso di percorrere seimila chilometri a zig zag da Rovaniemi (Finlandia) a Odessa (Ucraina) muovendosi esclusivamente coi treni locali. Ebbene, visitare questa mostra è un po' come vedere materializzate su tela le tante creature che descrive Paolo Rumiz nel suo appassionante libro. Il libro è la descrizione di un viaggio estenuante in aree geografiche la cui esistenza è ignorata dal largo pubblico, la pittura di Kantor è la descrizione sarcastica e irridente di un mondo russo di cui si è tanto letto, da Salamov a Solgenitsin, da Tolstoy a Dostoevskìj, e di cui si è tanto favoleggiato.

Nel mese di dicembre è stato possibile vederlo proiettato nelle grandi tele, (esattamente 22 dipinti) la grande misura è privilegiata dall'artista, ed è stato possibile vederne la narrazione nei grandi ritratti di famiglia o nelle tele più inquietanti che descrivono il terrorismo e il coercitivo senso dello stato . C'è a tal proposito una tela che vale la pena citare, porta per l'appunto il nome di 'Stato'.

L'opera, realizzata tra il 1990-1991, è stata dipinta con due colori, il rosso e il nero, ed è costruita con un grande cerchio concentrico che occupa un terzo dello spazio della tela stessa ed è costituito di volti assemblati, per lo più caricaturali, di politici di rango, con quello sguardo avido e perso nel vuoto, con bocche fameliche e mani pronte ad arraffare e impartire ordini, intorno a cui si dipana un altro cerchio concentrico, ma molto più sottile composto da un'umanità varia che consta di militari, trombettieri, creature nude colte in atti sessuali promiscui, maiali e cani pronti all'attacco e fucili puntati sulla parte nera della tela, ma da esso si dipana un altro cerchio più largo e più sottile costituito da povera gente, contadine col velo , uomini e donne disperati che sembrano dover fuggire da case devastate, di cui rimangono in piedi solo le mura esterne.

Coglie l'artista in questo ultimo anello infernale anche masserizie, cavalli, case date alle fiamme, e aguzzini pronti a spingere queste orde di popoli verso luoghi inenarrabili, senza pietà e senza ragione. Ecco il tanto idolatrato stato sovietico, il luogo anelato anche dagli italiani nel secondo dopoguerra, il regno dell'eguaglianza e della giustizia sociale! Questo è lo stato sovietico, e questa è stata la storia della Russia per novant'anni.

Ma nella mostra è possibile osservare, nella sezione sottostante il portfolio delle incisioni 'Vulcanus'. Anche qui vale la pena ricordare tra le tante almeno una. E' intitolata ' The Death of a tyrant'. Il corpo del tiranno è disteso a terra, è morto nel corridoio di un appartamento adibito alla coabitazione forzata. Lui è grande, immenso, ma giace a terra senza vita.

A constatarne il decesso sono due omini lillipuzziani, e nella mano sinistra due altri omini cercano di fuggire. Sulla destra si spalancano le porte e una folla di curiosi si affaccia per assistere all'agonia. Ma guardano con sospetto e basiti. Nel sottotitolo l'artista riporta queste parole ' Stalin muore il 5 marzo 1953. Le sue azioni abiette sono state rivelate al mondo intero'.

La mostra che rappresenta uno dei più importanti eventi figurativi del 2013 si è conclusa il sei gennaio 2013 ma un catalogo con scritti in inglese e francese delle edizioni Arcadia può permettere all'appassionato di godere dell'arte originalissima e graffiante di questo artista poliedrico e critico.

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