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Il balletto sulla Rai investe il Pd. Minoli, Mentana, Palombelli o Ruffini?

Il balletto estivo sulla Rai non si placa. Dopo le nomine estive (perchè fanno meno rumore) dei vicedirettori del Tg1 e di Raiuno, ecco che si continua a parlare di Rai, ma questa volta è la terza rete ad essere oggetto del contendere. Sistemati Orfeo al Tg2 e Minzolini al Tg1, rimane la terza rete, storicamente “del centrosinistra” in base alla ormai nota e sopportata lottizzazione, da aggiustare. Ma i nodi vengono al pettine, soprattutto a pochi mesi dalle primarie del Pd. O almeno così dicono le malelingue.
 
La storia è ormai nota. Bisogna rinominare i direttore di rete e del Tg, che erano rispettivamente Ruffini e Di Bella, ma non è così semplice (nulla è semplice quando si parla di nomine Rai), dato che cominciano a circolare varie voci che vogliono queste nomine da farsi solamente dopo le primarie del Pd, ovvero quando uno tra Bersani e Franceschini (non ce ne voglia Marini) vincerà e avrà diritto a mettere il becco. “Sono rimasto allucinato dal dibattito in base al quale noi avremmo chiesto di aspettare il Congresso per le nomine a Raitre e al Tg3. È una cosa completamente inventata e anche offensiva” grida l’attuale segretario Pd Franceschini, mentre proprio Masi, direttore generale di Viale Mazzini, dice che “le nomine devono restare slegate dal congresso Pd”. Insomma se tutti avevano la coscienza pulita, perchè sottolineare, smentire, prendere le distanze?
 
E il Pdl che fa? Beh dopo le parole usate da Berlusconi in risposta a una domanda di un giornalista del Tg3: “Lei appartiene a una testata che ieri sera ha fatto quattro titoli di contrasto. Ne approfitto per dire che il servizio pubblico non dovrebbe attaccare né me né il governo, né l’opposizione” è difficile pensare che stiano lì ad aspettare e vedere quello che succede. Ed effettivamente Rai Tre è l’unico tassello che manca al monopolio definitivo (soprattutto dopo l’uscita Rai dalla piattaforma Sky, a favore di una piattaforma digitale con Mediaset), quindi ecco che con i primi nomi che circolano ritornano le ombre di Palazzo Grazioli (ricordate le nomine Rai?).
 
Quali sono questi nomi? Prima di tutto c’è da dire che la riconferma di Ruffini (voluta da Franceschini e Veltroni) è la meno accreditata e qui verrebbe da riprendere le parole del presidente della FNSI Roberto Natali: “E’strano - e sospetto - che ci si appassioni tanto a discutere delle modifiche da introdurre nella linea editoriale di RaiTre, cioè proprio di quel comparto del servizio pubblico che tutte le analisi di questi anni (disposte da organismi istituzionali e da soggetti privati) pongono in testa alle classifiche di qualità e gradimento”. Però Rai Tre fa inchiesta e satira e quindi tanto comoda non è, per nessuno. Il nome che circola maggiormente e che sarebbe gradito anche alla maggioranza è quello di Minoli, vicino a Prodi e non lontano, diciamo così, da un uomo vicino al cavaliere, Agostino Saccà. Diversi voci sostengono che una promozione di Minoli, però, porterebbe una rivisitazione di quello che Rai Tre dovrebbe essere e alcuni nomi come Fazio, Littizzetto, Dandini Gabanelli (ovvero il piatto forte della rete), dovrebbero prepararsi a fare le valige.
 
Poi ci sarebbe l’alternativa Di Bella (benvoluto da D’Alema), con la Berlinguer al Tg3, per rimanere all’interno della rete, altrimenti ci sono anche alcuni “esterni” pronti a prendere il comando: Mentana e la Palombelli su tutti dicono i giornali...
 
Purtroppo ci piacerebbe che questa polemica fosse solo il classico riempigiornali estivo, ma dopo aver visto lo stato dell’informazione negli ultimi mesi, le nomine fatte e le strategie intraprese purtroppo non possiamo che preoccuparci.
 
Fare l’analisi della selezione delle notizie fatte dai Tg richiederebbe tantissimo tempo e soprattutto uno stomaco enorme, ma basta guardare un tg e farsi un velocissimo giro in rete (che non è la panacea a tutti i mali, sia chiaro) per capire il modo in cui una quantità enorme di notizie viene selezionata. Vedere al Tg2 di qualche giorno fa un lungo servizio (il terzo del Tg) su Fini che riporta in mare una Statua della Madonna restaurata piuttosto che la notizia (ieri sera al Tg1) della donna che, in Francia, scambia un municipio (Hotel de Ville) per un albergo e ci rimane la notte chiusa dentro, fa pensare. Va bene il colore, ma non esageriamo.
 
Insomma il problema dell’informazione in Italia non è un problema secondario, ma quello che fa più rabbia e sentire e leggere le dichiarazioni dei vari politici alternarsi a ogni nuova nomina Rai, e sostenere la falsità della lottizzazione. Ogni volta siamo alle solite, ogni nome porta veti incrociati, padrini nascosti neanche tanto bene, portando il servizio pubblico e la tv in generale alla lobotomizzazione di chi non ha la possibilità di accedere a fonti alternative (che siano anche solo i giornali stranieri).

Commenti all'articolo

  • Di sganapino (---.---.---.132) 30 agosto 2009 11:21

    Il titolo "balletto" NON fa capire al lettore la gravità per la democrazia di quello che è accaduto e che sta per accadere.
    Berlusconi sta occupando "manu militari" tutti i punti di difesa della democrazia saltando il completamente il Parlamento e l’opposizione. Al termine della sua operazione non sarà più un Presidente, ma un Re.
    Dopo la conquista delle frequenze da parte delle sue televisioni, sta imponendo tutti uomini fedelissimi anche nelle strutture Rai dopo averla incancrenita dall’interno (vorrei ricordare l’affaire Bergamini-funzionaria Rai che si destreggiava tra la Tv pubblica e quella privata e che alla fine è stata promossa parlamentare).
    Rimangono solo pochi baluardi all’interno della Rai (cioè trasmissioni di livello che ogni tanto lanciano frecciatine o strali): Report, Dandini, Fazio, Littizzietto. Ora sono tutti e quattro un obiettivo primario dei tagliatori di teste del PDL.
     Considerando che ormai anche i giornali liberi sono pochissimi, direi che i cani di guardia alla democrazia sono ormai quattro gatti!

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