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Il Premier Mario Monti adotta le misure anticrisi: ma perché lo Stato deve essere "salvato" solo dagli onesti?


Abbiamo aspettato che il Governo del Professore Mario Monti si fosse organizzato nel migliore dei modi (così come, d’altronde, era giusto che avvenisse nella fase iniziale di un nuovo esecutivo “battezzato” anche grazie al consenso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano), e adesso crediamo di essere proprio giunti al momento cruciale che attendevamo trepidanti fin dalla fine del compito governativo portato avanti dall’ex Premier Silvio Berlusconi: il momento, infatti, è proprio quello relativo alle “misure anticrisi”, cioè riguardanti la manovra finanziaria che, tra pochissimi giorni, il Presidente del Consiglio Mario Monti dovrà portare dinanzi alla compagine europea rappresentata anche da Nicolas Sarkozy e Angela Merkel.

I giornali italiani e anche la stampa estera, in queste ultime ore, ne stanno parlando ampiamente grazie pure ai contributi dei commentatori politici che seguono attentamente l’evolversi di tale situazione. Si parla di “coniugare rigore ed equità”, si parla pure tanto dei provvedimenti di natura economica, tra i quali il ritorno dell’Ici sulla prima casa, che saranno inseriti all’interno della manovra finanziaria. Si accenna al fatto che gli italiani, per quel che concerne le loro condizioni economiche, dovranno necessariamente fare dei “sacrifici”. Sacrifici che poi, probabilmente, verranno ricompensati dai “possibili esiti positivi” nel campo dell’Economia e della finanza pubblica dello Stato. In poche parole, si fa capire agli italiani che devono riporre piena fiducia nel Governo del Professore Mario Monti (il quale, tra le altre cose, è anche il Ministro dell’Economia). Sì, abbiamo capito, va bene, riponiamo la nostra fiducia nell’esecutivo guidato dal Premier Monti. Sappiamo anche che Monti è una degna e rispettabilissima persona, che possiede pure un alto profilo accademico – istituzionale. Però, con altrettanta sincerità, ci chiediamo: possibile che i Governi, soprattutto in Italia, quando si tratta di emergenze economiche di grosse proporzioni relative allo Stato, debbano recuperare i soldi, cioè gli introiti finanziari, sempre, solo ed esclusivamente, attraverso le “tasche” dei cittadini onesti? Di quei cittadini sempre pronti a pagare le tasse, anche qualora i “danni” non siano stati provocati da loro, cioè da quei cittadini moralmente “puliti”? Perché diciamo questo? Lo diciamo per un semplice motivo: soprattutto grazie al delicatissimo lavoro della magistratura inquirente, delle forze dell’ordine e di alcuni organi di stampa italiani che hanno il coraggio di pubblicare materiale giornalistico sul quale, magari, altri mezzi d’informazione fanno finta di niente, per non entrare in conflitto con “grossi ambienti di potere” del mondo politico e di quello economico – finanziario.

Abbiamo scoperto, infatti, negli ultimi anni, che in Italia “vige” praticamente una “brutta realtà di persone”, assai influenti nelle più grandi “questioni affaristiche” della nostra nazione, gente molto influente nei centri di potere della politica, della finanza, nei contesti aderenti al mondo cattolico, quindi alla Chiesa -sostanzialmente nei punti più nevralgici della nostra società nei punti in cui gira parecchio denaro. E sappiamo che, dove girano parecchi soldi, non sempre la situazione è limpida, anzi, è spesso piena di nebbie e di misteri. E voi, direte: che cosa si vuole dire con questo? Con questo vogliamo praticamente rendere evidente che il Governo italiano non deve soltanto recuperare i soldi della sua disastrosa situazione finanziaria mediante il supporto economico della povera gente che paga onestamente le tasse, mese dopo mese, senza mai protestare. Lo Stato italiano deve essere anche messo nelle condizioni di dover punire, dal punto di vista economico, tutti gli “affaristi senza scrupoli” di cui è circondato il nostro Paese e dei quali, spesso, se ne parla sui giornali. Nella vita, non si può e non si deve mai pretendere di togliere il cibo a coloro che cibo ne hanno già poco e, magari, niente. Il cibo non va tolto agli affamati, va tolto semmai a coloro che si sono riempiti lo stomaco, magari avendolo fatto andando contro la legge, cioè avendo commesso reati che sono rimasti impuniti. Sono i disonesti che devono essere puniti dallo Stato, non gli onesti. Gli onesti, semmai, devono continuare a comportarsi sempre come hanno fatto. È giusto, perciò, che si paghino le tasse per risanare la condizione finanziaria dello Stato, ma è altrettanto giusto che venga perseguita la disonestà ! Altrimenti lo Stato diventa un’altra cosa… una cosa assai negativa…

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.237) 28 novembre 2011 16:13

    nn riesco a trovare niente

  • Di (---.---.---.255) 28 novembre 2011 16:25

    La facilità con cui si può attingere dai "soliti poveracci" è comoda per i politici che hanno paura di perdere voti se toccano la "classe privilegiata" ma hanno fatto male i loro conti, gli italiani si stanno svegliando dal torpore in cui erano caduti.

  • Di (---.---.---.23) 28 novembre 2011 19:07

    Ma perche’ il reddito fisso che ha gia’ perso il 40% di potere d’acquisto dalla nascita dell’euro deve essere ancora preso di mira.
    Non sarebbe meglio chiedere soldi a chi non ha perso potere d’acquisto e cioe’ ai commercianti,agli industriali agli artigiani.

  • Di pv21 (---.---.---.12) 4 dicembre 2011 12:30

    Con riserva >

    L’evasione fiscale vale sui 270 miliardi.
    La corruzione e gli sprechi da spesa pubblica costano circa 100 miliardi.
    Gli apparati politici consumano 10 miliardi l’anno.
    Incalcolabili sono i “privilegi” accumulati da centinaia di corporazioni.
    Il 10% delle famiglie possiede il 48% dell’intera ricchezza nazionale.
    Sono circa 1,5 milioni le unità immobiliari private “sconosciute” al fisco.

    Siamo alla vigilia della prima manovra di Monti.
    Stando alle indiscrezioni gli interventi più “sostanziosi” riguarderanno ICI, IVA, pensioni e sanità.
    Altro che “misure impressionanti”.
    Sarebbe la “continuazione” della linea del “rigore” targata Tremonti.
    Niente a che vedere con il “coraggio” di una politica improntata ad un riscatto di “equità” volto al rilancio della crescita.
    Sarebbe la riproposizione di una ricetta “digeribile” da una casta di Primi Super Cives attenta a privilegi, interessi …

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